Oggi ci vorremmo ricordare brevemente il passaggio nella nostra vita umana di questo sculture massese, vissuto tra i marmi delle Apuane di cui era amante e maestro e del babbo, il mitico Mostri Giorgio vulgo “Giò Galeto” eroico viticolture del Candia
Sue sono infatti le molte vigne delle colline, dalla Piana al Giovello, dalla Scultarola al monte Libero e le decine di altri luoghi che nei molti anni di lavoro ha letteralmente strappato alle brulle e ostili colline addomesticandole alla produzione dell’ ottimo nettare.
Alessandro, che il babbo avrebbe voluto seguisse la sua strada per diventare il suo braccio destro nella produzione del vino, purtroppo ha seguito solo la sua passione per la scultura e per il marmo tanto da diventare un maestro in quest’arte difficile quanto bella.
Così Alessandro ha fatto solo lo sculture per tutto il corso della sua breve vita, breve ma piena di successi molto significativi come questo che oggi vogliamo ricordare.
Si tratta di un’opera che oltre ad enfatizzare il suo amore per la scultura esalta tutta la nostra zona apuana infatti rappresenta Massa, la regina delle Apuane, che tiene in alto tra le mani l’aquila che ne è il simbolo di forza e di libertà maestosa e fiera.
L’opera che tutti possono vedere posizionata davanti al pontile di Marina di Massa in questa foto è ripresa, ben inserita, in una piazza dell’antichissima città di Erbil in Kurdistan e testimonia l’apprezzamento internazionale a cui si era appena affacciato il nostro Alessandro Mosti detto “INDIAN” a cui tutti concittadini di Massa devono rispetto e riconoscenza.
ERBIL IN FURDISTAN
Nell'antichità classica Arbil era conosciuta in Occidente come Arbela e viene ricordata per la battaglia nella quale Alessandro Magno sconfisse definitivamente l'imperatore achemenide Dario III di Persia. In realtà la battaglia si svolse nella piana di Gaugamela a circa 100 chilometri di distanza da Arbil. Tuttavia il fatto storico che pose fine all'impero achemenide viene ricordato indifferentemente come battaglia di Gaugamela o battaglia di Arbela.
Arbil fece parte della regione disputata fra Roma e l'Impero Sasanide. L'antico regno siriaco di Adiabene (la forma greca dell'arabo Ḥadyab) aveva il suo epicentro in Arbil. Nel I secolo d.C la regina Elena di Adiabene si convertì al giudaismo. In conseguenza di ciò, in città, lo studio del Talmud divenne particolarmente fiorente. Durante il primo e il secondo secolo gran parte della popolazione si convertì al cristianesimo. Viene tramandato il nome di Pkidha che fu il primo vescovo della città a partire dal 104. Fino al tardo Medioevo Arbil fu uno dei centri più importanti del cristianesimo siriaco e divenne sede del metropolita della Chiesa d'Oriente. Il fatto che molti dei primi vescovi della città avessero nomi di origine biblica ha indotto gli studiosi a pensare che gran parte di essi fosse di origine giudea. Nel periodo cristiano la città fu la patria di padri della chiesa e di numerosi scrittori in lingua siriaca