Dal rischio estinzione alle case di milioni di italiani. La barba massese, o più curiosamente barba di prete per i baffetti che la caratterizzano, star a Studio Aperto. Il popolare Mag, in onda prima del tg serale, ha dedicato uno spazio ad uno degli ortaggi più versatili del paniere vegetale di Massa Carrara inserito nella lista dei prodotti agricoli tradizionali regionali. Il servizio è stato curato dallo storico giornalista del biscione e scrittore, Massimo Canino. La barba di prete è un ortaggio con radice fittonante di colore marrone all'esterno e bianca all'interno. La lunghezza arriva fino a circa 25 centimetri; dopo la cottura il sapore è dolciastro, la consistenza pastosa. La barba massese, prodotta da giugno ad ottobre, viene raccolta a mano e confezionata in mazzi per la vendita diretta. Un tempo molto diffusa, come annota Raffaello Raffaeli nella sua monografia storica del 1881 affermando che "nel Massese tali erbe si seminano ai tempi debiti nei luoghi che hanno servito agli e alle cipolle", la coltivazione di questa particolare varietà di tubero viene oggi custodita da un piccolo gruppo di agricoltori che ne conservano con cura il seme per ripiantarlo ogni primavera garantendone la sopravvivenza. Uno di questi è Paolo Caruso, contadino custode di Romagnano che insieme a Gianni Ciregia, stanno riscoprendo e riportando sulle tavole dei massesi i cultivar della tradizione locale sostituiti, nelle logiche grande distribuzioni, da poche e standardizzate varietà che hanno preso il sopravvento. Non è infatti un caso trovare queste particolari varietà di ortaggi (ma anche frutta) quasi ed esclusivamente nei mercati contadini di Campagna Amica di Coldiretti così come non è un caso che sia stata Coldiretti, impegnata nel valorizzare le filiere agricole regionali, a coordinare il servizio di Mediaset. "L'unico modo per evitare la loro estinzione è riportarle in tavole e rilanciare i benefici della Dieta Mediterranea contro l'avanzare dei cibiultraprocessati. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – Gli agricoltori hanno un ruolo chiave nella conservazione e nella trasmissione, alle future generazione, dei cultivar locali che raccontano la storia e la biodiversità di un territorio, la memoria agricola di una comunità e che dal punto di vista alimentare hanno sapori sorprendenti. Oggi, la maggior parte dei consumatori conosce alcune varietà di quel determinato prodotto perché sono quelle che la grande distribuzione propone e che vuole farci acquistare ma sono centinaia quelle esistenti che rischiano di scomparire. Ecco, nei nostri mercati di Campagna Amica e negli agriturismi, grazie ai nostri agricoltori e cuochi contadini, le varietà minori vengono commercializzate e proposte nei menu. Ringraziamo Massimo Canino, e la sua squadra, per la sensibilità che ha nei confronti delle filiere agricole meno note che sa raccontare sempre con maestria e semplicità". Dal campo di San Domenichino, dove Caruso e Ciregia coltivano la barba del prete, alla tavola il passo è breve. Ne ha dato un assaggio, in tv, Fabrizio Bondielli, cuoco contadino dell'agriturismo Calevro, sempre molto attento nel selezionare e scegliere "ingredienti" locali nella preparazione dei suoi piatti. Con il pollo, fritta o in umido la barba massese si sposa con la fantasia delle casalinghe così come degli chef stellati. E' un ortaggio pop ma anche rock.
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