La cucina massese, la zuppa preparata con le erbe spontanee è sicuramente il piatto più conosciuto e cucinato della tradizione culinaria massese. Ma sono tante altre le pietanze che possono derivare dall'uso delle erbe selvatiche che nascono nei campi e nelle colline e la cui conoscenza si tramanda solo accompagnando a cercarle chi sa riconoscerle tra le tante specie. Almeno 50 quelle commestibili che racchiudono tutto il sapore autentico del territorio: dalla pimpinella al cavolo selvatico, dalla borragine al raperonzolo. Una tradizione si diceva, richiamata anche in una poesia di Giovanni Pascoli, che rischia però anche di disperdersi e sarebbe un peccato per il palato e per la continuità di una tradizione che ha radici secolari nel tessuto contadino locale. Un percorso che ha anche l'obiettivo di avvicinare i consumatori alla dietra mediterranea patrimonio dell'Unesco, stile alimentare universalmente riconosciuto come il più sano ed equilibrato, e contrastare il consumo dei cibi super processati carichi di calorie ed "ingredienti" insalubri ed inutili come additivi artificiali, saporitori e molto altro. Nasce con questo spirito il primo corso teorico-pratico promosso da CAICT, l'Agenzia formativa di Coldiretti Toscana rivolto a coloro che vogliono contribuire a conservare questa conoscenza per valorizzarla tra i fornelli. La prima lezione del corso, della durata di 18 ore e suddiviso in diverse giornate, è in programma a partire dal 9 dicembre; sono previste sia lezioni in aula con un docente agronomo che in campo con la guida di esperti cuochi-contadini che forniranno informazioni di carattere culinario e valorizzativo secondo le tradizioni agricole e culinarie. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a Matteo Fazzi scrivendo a
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