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Scritto da Vinicia Tesconi
Cronaca
27 Febbraio 2025

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La Yogurteria “Yo” di Massimiliano De Luigi, in via Manzoni ha chiuso i battenti alcuni giorni fa. Sulla saracinesca abbassata campeggia il cartello affittasi, lo spazio delimitato da una recinzione in legno che conteneva i tavoli per le consumazioni all’aperto, e che era sempre pieno di ragazzi,  è stato restituito al parcheggio.  Un’altra attività commerciale che ha chiuso nel centro di Carrara, un altro fallimento della città tutta, capace solo, poi, e sempre a sproposito, di lamentarsi per il fatto che in centro non ci sia mai niente e che non si trovi mai un locale aperto nelle ore più astruse dei bisogni di chi in centro a fare shopping non viene mai, perchè fa più figo andare a spendere soldi altrove.  Degli antichi – nemmeno tanto- fasti  della Carrara piena di gente è rimasta solo una lunga teoria di serrande chiuse. Sembra quasi un perverso gioco masochistico, nel quale i carrarini sono campioni del mondo: criticare sempre, piangersi addosso in continuazione e non fare mai nulla di veramente mirato per cambiare la situazione, oppure – molto peggio – essere loro stessi la causa principale della situazione di cui poi si lamentano. È il caso, per lo più, di tutti i locali che hanno tentato, da temerari, di portare un po’ di vita a Carrara: “Il socio”, “Il Diverso” e adesso anche la yogurteria “Yo”. Luoghi che aggregavano, soprattutto i giovani, che funzionavano e avevano acceso un piccola scintilla di animazione, che avrebbe potuto veramente far svoltare il centro spento della città, ma che sono incorsi tutti nella solita esemplare “simpatia” degli ottusi carrarini, che magari sbraitano se alle tre del pomeriggio, in una domenica di luglio, con 40 gradi, non trovano un bar in cui prendere un caffè, l’unica ridicola volta in cui per caso si trovano a passare dal centro, ma che, poi, se quel locale, di sera richiama i giovani, facendo un po’ di musica, in orari più che ragionevoli, vanno a raccogliere le firme dei residenti  per farli chiudere. A questo molto intelligente atteggiamento di accoglienza e di oculatezza turistica e promozionale della città va unito, anche il delirio dei proprietari dei fondi del centro di Carrara, che pensano di poter applicare a una città ridotta a fondi sfitti,  le tariffe di locazione di via Montenapoleone a Milano. Il gioco è fatto: il meccanismo si ripete all’infinito, concedendo un’autonomia che raramente e con estrema difficoltà raggiunge qualche anno di attività e che ha sempre la stessa conclusione: “Non ce la facciamo più: l’affitto è altissimo,  e perdiamo i clienti per le continue, spesso infondate,  chiamate dei vicini alla finanza e alle forze dell’ordine”. Sempre i simpaticissimi carrarini o i molti nuovi residenti del centro, per lo più di origine straniera,  che non si lamentano mai se kebabbari o fruttaroli di non chiara origine stanno aperti fino alle tre del mattino, con qualunque tipo di viavai di persone,  ma che se c’è un locale come una yogurteria con una decina di ragazzi alle dieci di sera di una notte d’estate, fanno il diavolo a quattro e chiamano sistematicamente polizia e carabinieri per rumori molesti che disturbano il loro sonno. È questa la storia della yogurteria “Yo” aperta una decina d’anni fa dal carrarese Massimiliano De Luigi, che era riuscito a creare uno spazio sia interno, sia esterno, nel dehor sulla via Manzoni, che richiamava tanti bambini e tanti adolescenti. Una sorta di antico “muretto” in cui ritrovarsi con la scusa dei buonissimi yogurt che Massimiliano preparava, arricchiti con moltissimi gusti o di un’ottima cioccolata calda accompagnata da una crepe o da una piadina. Un locale che non ha mai fatto le ore piccole, ma che ha dovuto combattere incredibilmente con i problemi che abbiamo descritto: affitto stratosferico e continue rappresaglie residenti del vicinato. E anche Massimiliano ha gettato la spugna. Per un po’, i ragazzini che affollavano la yogurteria hanno girato davanti alla serranda chiusa come uccelli sfrattati dal taglio degli alberi su cui avevano costruito i loro nidi. Poi sono spariti, andati chissà dove, in un mondo che sembra intenzionato a togliere loro ogni innocuo punto di riferimento. Ma i vicini della yogurteria adesso possono dormire sonni tranquilli.

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