“Nel corso del 2025, all’ospedale Apuane di Massa sono stati registrati dodici nuovi casi di HIV: undici uomini e una donna, con un’età media di 35 anni. Purtroppo, per quattro di questi pazienti la diagnosi di sieropositività è coincisa con quella di AIDS, rendendo più difficile un intervento efficace”. A parlare è Antonella Vincenti, responsabile della sezione Malattie Infettive dell’Ospedale Apuane. «Oggi, grazie ai progressi della medicina, con l’HIV si può convivere – aggiungere Vincenti – ma non se la diagnosi arriva tardi e la malattia è conclamata». Il reparto, che include l’ambulatorio dedicato alle malattie infettive, segue circa 500 pazienti HIV positivi. «Oggi i contagi avvengono quasi esclusivamente per via sessuale – aggiunge Vincenti- e con una diagnosi precoce e l’inizio tempestivo della terapia antiretrovirale, le persone con HIV hanno un’aspettativa di vita simile a quella di chi è sieronegativo. Ma le diagnosi tardive sono il problema più grande e manca la consapevolezza che la malattia può riguardare chiunque. Ecco perché le azioni di prevenzione restano fondamentale: uso sistematico del preservativo, test regolari, terapie efficaci, profilassi pre-esposizione per chi è a rischio, insieme a informazione, dialogo e educazione sessuale tra i giovani».
Proprio per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, lo scorso 1° dicembre, all’ingresso dell’ospedale Apuane è stato allestito uno spazio informativo curato dai medici del reparto, con la partecipazione dell’associazione Movimento per la qualità della vita. Sono stati distribuiti opuscoli e proiettato il film Philadelphia, uscito nel 1993 e che ha come protagonisti Tom Hanks, Denzel Washington e Antonio Banderas, scelto perché capace di far riflettere anche sullo stigma che ancora accompagna questa malattia.









