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Scritto da Redazione
Politica
29 Aprile 2021

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"Grande è la confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente!" affermava sibillino Mao Zedong: proprio come nel consiglio comunale di ieri dove le palpabili tensioni sono culminate con l'uscita di scena del gruppo consigliare Pd allontanatosi dalla seduta sbattendo la porta, nell'ambito di un contesto molto delicato dove la maggioranza ha varato numerosi e importanti cambiamenti al regolamento del consiglio comunale. All'insegna dell'"antidemocraticità", accusa duramente il consigliere Pd Gabriele Carioli che ha abbandonato per protesta il consesso insieme al suo gruppo consigliare. "Sono solo provocazioni" ribattono innervositi il sindaco e la sua maggioranza, commentando il gesto del gruppo di opposizione e rivendicando la semplificazione operata all'insegna dell' "efficienza" . Il M5s invece è rimasto in consiglio, pur levando anch'esso la voce contro le nuove regole ma vedendosi comunque bocciare tre emendamenti sui quattro presentati.

Quali sono gli strumenti che garantiscono equilibrio tra maggioranza e minoranza? Quali gli strumenti che rallentano e quali quelli che bilanciano? Quali gli strumenti del Regolamento di cui si è abusato facendone cattivo uso, se è vero che se ne è abusato? E soprattutto: per le regole che disciplinano il funzionamento del consiglio è necessario un percorso fatto assieme per la loro individuazione? Sono le questioni poste in consiglio e su cui l'amministrazione Persiani si è confrontata con un parte delle opposizioni.

L'altra parte delle opposizioni infatti ha scelto di lasciare l'aula accusando l'amministrazione di aver stravolto il regolamento senza il confronto con le minoranze. La posizione del Pd su questi temi è stata molto dura ed è stata espressa in questo modo da Carioli: "E' antidemocratico e mi sorprendo che i notai abbiano dato parere positivo. Non è mai stato messo in discussione in commissione. Sono stati tutti silenti, non sono mai stati spiegati i motivi delle modifiche dai consiglieri di maggioranza per un atto che va a dare le regole del gioco. Per quanto mi riguarda non parteciperò alle votazioni. Non c'è nessun attaccamento agli elementi fondanti di un Regolamento, come la discussione e la democraticità. Mi stupisco che il dirigente e il segretario non abbiano segnalato gli errori anche macroscopici. Abbandono il consiglio comunale, vi lascio lavorare con i vostri modi non democratici". Stesso umore e stesse parole per la consigliere Pd Dina Dell'Ertole che ha arringato:" Questo non è il Regolamento del consiglio comunale, è il Regolamento della paura: state mettendo il bavaglio alla minoranza!".

Altrettanto ferma è stata la risposta del sindaco Francesco Persiani: "Sono provocazioni! Non stiamo mettendo in crisi la costituzione! Non appelliamoci a valori che nessuno mette in discussione, non c'è da stracciarsi le vesti! Mi spiace per chi lascia l'aula e non vuole il confronto. Chi lascia l'aula non ha argomenti da sostenere. Se fin dall'inizio-si sfoga il sindaco rispedendo al mittente le critiche e accusando a sua volta le opposizioni di aver minato fin dall'inizio il dialogo-questa maggioranza non fosse stata vilipesa, attaccata, delegittimata, allora il dialogo sarebbe stato sempre più costruttivo, ma ogni occasione è sempre stato un volano di attacchi ipercritici con aggressioni verbali. Mi pare che questo Regolamento trovi riscontro con molti altri regolamenti-ha proseguito poi entrando nel merito-è una proposta di regolamento che ha il pregio della semplificazione. Per esempio, le interpellanze: prima vengono pubblicate sui giornali, a dimostrazione del poco rispetto per le istituzioni, poi sono discusse in aula, poi due giorni dopo sono ripubblicate con toni denigratori: ma se vogliamo fare le interpellanze fuori dal consiglio comunale è inutile stare a perdere tempo dentro il consiglio!". Persiani ha portato poi l'esempio del "fatto personale" e del "non voto": "Sul fatto personale era una norma che doveva essere riscritta perché se ne è sempre abusato dalle forze politiche e usato solo per tornare sulle stesse cose. Sul "non voto": per un anno abbiamo assistito al "discuto ma non voto", a ripetizione. Nell'emendamento: il fatto che ci sia un termine è nel rispetto di tutti. Voi non accettate perché avete dei pregiudizi, ma noi siamo maggioranza eletta dal popolo!".

"Anche la minoranza è stata eletta democraticamente –ha replicato la consigliere pentastellata Luana Mencarelli- la minoranza è quella parte di Consiglio comunale che rappresenta comunque gente che ha diritto di essere rappresentata e se tu metti il bavaglio o elimini alcune delle mie prerogative, lo fai nei confronti dei cittadini, non è a me che lo fate, al mio posto domani ci potreste essere voi e allora capirete quanto sono state limitanti le vostre modifiche. Voi non accettate che la minoranza faccia opposizione politica!-ha esclamato Mencarelli passando poi all'elenco delle criticità contestate- Avete assegnato funzioni al presidente del consiglio che non sono previste dal regolamento stesso che invece le delimitava chiaramente, avete eliminato o posto limitazioni a strumenti che offrivano garanzia alle minoranze e previste dalla legge (Tur) come eliminazione delle mozioni di indirizzo, delle interpellanze urgenti e della possibilità di presentare emendamenti: li avete eliminati eppure sono previste anche nei regolamenti di camera e senato. Poi-ha proseguito- ci sono incongruenze tra i vari commi degli stessi articoli e le modifiche che avete presentato, avete limitato i tempi sulle interpellanze, quando la conferenza dei capigruppo aveva votato all'unanimità per portare i tempi di esposizione delle interpellanze a cinque minuti per l'esposizione, equiparandoli così ai cinque minuti spettanti nella risposta all'amministrazione e lasciando i due minuti per controreplica, e invece avete rimangiato anche quello: perché siamo rimasti a tre minuti per esporre l'interpellanza, lasciando i cinque minuti all'amministrazione per rispondere e portando a un solo minuto (e non più due) per dire se si è soddisfatti della risposta dell'amministrazione. Non solo, prima l'amministrazione aveva un tempo massimo per rispondere in forma scritta alle interpellanze e che la minoranza poteva leggere prima del consiglio in modo da farsi un'idea: adesso se vuoi la risposta scritta allora non puoi più portare l'interpellanza in consiglio-ha concluso la consigliere che ha infine chiesto- perché durante la trattazione in commissione non c'è stato nessuno scambio e non c'è stata la possibilità di discutere? Perché non ci avete dato nessuna spiegazione sui motivi di queste modifiche?".

"I consiglieri di minoranza hanno paura del cambiamento! Se i tecnici danno il parere positivo, le idee si possono attuare" ha sottolineato Nicola Martinucci consigliere di maggioranza.

"Dire che un regolamento è antidemocratico nonostante il parere positivo dei tecnici e nonostante siamo stati eletti democraticamente- ha ripetuto anche Filippo Frugoli, consigliere della Lega- è in primis un'offesa per i cittadini che hanno votato. Questo fenomeno che ha abbandonato l'aula si è comportato in modo antidemocratico. Riguardo alla riduzione dei minuti degli interventi: in passato i consiglieri non sono stati rispettosi sforando i minuti o intromettendosi sugli altri. Si ricordassero come questa amministrazione sulle interpellanze sia sempre stata efficiente rispondendo nei tempi, al contrario delle altre passate".

"Non è istituzionalmente rispettoso definire fenomeno un consigliere!" ha sottolineato seccata Mencarelli.

Paolo Menchini consigliere 5s è piuttosto stringente nello stigmatizzare:"Il problema vero non è il singolo comma ma sono i pesi e contrappesi: questo è il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale dove c'è dentro maggioranza e minoranza: la maggioranza potrebbe tirare dritto come un treno ma dato che nessuno sarà maggioranza per sempre sarebbe il caso di trovare convergenza su tutti i punti. Per esempio, se un consigliere di minoranza presenta una mozione o risoluzione, può intervenire tutta la maggioranza, più il sindaco o un assessore ma adesso possono rispondere anche sindaco e tutti gli assessori, mentre in caso di controreplica solo il relatore può parlare, per quattro minuti. Poi avete dimezzato i tempi della controreplica nelle interrogazioni e interpellanze come se le interrogazioni e le interpellanze dessero fastidio, quando invece è con questi strumenti che i cittadini, attraverso gli esponenti della minoranza, esprimono un malessere: si sarebbero dovuti aumentare i minuti a disposizione del consigliere per illustrarle e avere più tempo per commentare la risposta dell'amministrazione e invece avete fatto il contrario".

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