Massimiliano Bernardi (Alternativa per Carrara), attacca, in comunicato, l'assessore Scaletti per la gestione della raccolta differenziata del centro storico di Carrara: "Per il centro storico di Carrara aveva annunciato un nuovo sistema di raccolta rifiuti e aveva spiegato di avere scartato l'opzione di estendere il "porta a porta" che avrebbe creato una serie di problemi - dice Bernardi - L'assessore fa finta di niente e non analizza le criticità per il disastro causato e dimostra di non accettare proposte e di non sapere come si possa gestire al meglio il servizio".
"La Scaletti che perlopiù non la si vede e non la si sente: inoltre, in questo caso ha ritenuto di fare la portavoce del presidente Luca Cimino che al contrario non si è presentato a spiegare il perché di tale grave negligenza organizzativa presumibilmente compiuta dalla pessima sua gestione. Dovrebbe, tra l'altro - continua - essendo un amministratore pubblico spiegare perché, considerato che non è mai stata interessata alla politica prima che fosse stata folgorata dal Movimento 5 Stelle, sta pagando questa esperienza in termini economici consistenti. Basti pensare che quando le fu assegnato il mandato dal sindaco De Pasquale aveva dichiarato un reddito di 304 mila 382 euro, dopodiché da assessore non ha mai superato i 30 mila euro l'anno; la nostra città è stufa delle sterili spiegazioni e continue prese in giro da parte di una classe politica logora ed impresentabile".
A questo proposito, Bernardi ricorda vicende passate che riguardano la Scaletti, come la faccenda Fermet, un'azienda un tempo assai fiorente e che poi è andata in rovina a seguito di una truffa: Bernardi ricorda l'ultimo bene dell'azienda, cioè l'area dove era insediata,finita all'asta e acquistata per 4 milioni di euro da "Sviluppo Immobiliare Spa", una società oggi di proprietà della famiglia Rossi e quello della famiglia Franchi, che ne possiedono il 50% a testa: "Come già raccontato dalla stampa - prosegue Bernardi - fino a novembre 2016 il 50% di Sviluppo Immobiliare SI srl era dall'attuale assessore all'ambiente Sarah Scaletti, che poco prima dell'asta aveva venduto le sue quote a Franchi Umberto Marmi srl: sui rapporti con i big del marmo dell'assessore non erano mai state date spiegazioni approfondite quando furono chieste in consiglio comunale per probabile conflitto d'interessi. Se infatti al di là della vendita di quote,la Scaletti sostiene di non avere rapporti con le società del marmo, ad averceli è suo marito Righini assieme al socio Dell'Amico - continua - cioè colui che deteneva l'altra metà delle quote di Sviluppo Immobiliare SI. Una brutta faccenda che la Scaletti avrebbe l'obbligo di chiarire bene e subito dopo dimettersi e anche la città ne trarrebbe beneficio".
Bernardi: "La Scaletti avrebbe dovuto dimettersi per conflitto d'interesse da tempo"
Scritto da Redazione
Politica
24 Aprile 2021
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