L’ex assessore ai lavori pubblici della giunta 5 Stelle Andrea Raggi è stato condannato per truffa aggravata ai danni del comune di Carrara a risarcire il comune di 14 mila euro e a essere affidato in prova ai servizi sociali. La notizia è stata accolta con particolare soddisfazione dal consigliere Massimiliano Bernardi, già consigliere dell’opposizione anche nella giunta De Pasquale, che ha ironizzato sugli infiniti proclami di onestà fatti dai grillini in generale e nello specifico anche dallo stesso Raggi: “Al grido di "honestà" l’ex assessore grillino Andrea Raggi, aveva espugnato il comune, promettendo un cambiamento radicale, un’era di trasparenza e giustizia. Ma la realtà, purtroppo, si è rivelata ben diversa: dopo aver conquistato la fiducia dei cittadini con l’impegno dichiarato nella lotta alla corruzione, non solo ha tradito le promesse fatte, ma si è reso protagonista di atti illeciti. L’onestà proclamata a gran voce, infatti, si è scontrata con la dura verità dei fatti: l’accusa di aver sottratto risorse pubbliche. Fa sorridere pensare che il principio sostanziale del Movimento 5 Stelle era quello di restituire alla politica la trasparenza e la anticorruzione, ovviamente principi apprezzabili, che tali non sono stati per l’ex assessore grillino Andrea Raggi”. Bernardi ha ricordato la risposta data dallo stesso Raggi a una delle tante interrogazioni da lui poste sui rimborsi di 4500 euro percepiti da Raggi in aggiunta allo stipendio da assessore di 1300 euro: “Anch’io devo pagare il mutuo”, a seguito della quale Bernardi ha presentato esposto dettagliato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa. “La quantificazione dei rimborsi infatti è regolata dal Tuel, (art. 79 comma 3 e 4 e art.80 comma 1) – spiega Bernardi - e vale per tutti i lavoratori dipendenti, di aziende pubbliche o private nel momento in cui assumono la funzione di componenti giunte comunali. La norma prevede che i lavoratori dipendenti facenti parte delle giunte comunali, abbiano diritto di assentarsi dal proprio lavoro per partecipare alle riunioni degli organi istituzionali per la loro effettiva durata, incluso il tempo per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al loro posto di lavoro. Gli oneri per tali permessi sono a carico dell’ente presso il quale gli stessi lavoratori esercitano le funzioni pubbliche. L’attività e i tempi di espletamento del mandato per i quali i lavoratori chiedono ed ottengono permessi retribuiti devono essere prontamente e puntualmente documentati mediante atti pubblici. Dopo le accurate indagini della Guardia di Finanza l ’accusa contestata all’ex assessore Raggi, era stata quella di truffa aggravata. Davanti al giudice, dove Raggi era assistito dall’avvocato Luca Pietrini, si era parlato dell’ applicazione di eventuali misure cautelari. La vicenda del rinvio a giudizio riguardava la congruità dei rimborsi per la sua attività amministrativa in comune. Erano finite nel mirino della Guardia di Finanza le determine del dirigente Cristiano Boldrini che, ogni mese, liquidava un rimborso alla società Sems per la partecipazione dell’ex assessore, ai lavori della giunta per l’espletamento del suo mandato. Ma Raggi autocertificava un chilometraggio giornaliero da casa sua alla sede della ditta a Santo Stefano Magra, fino al comune di Carrara e viceversa, che non corrispondeva al chilometraggio effettivo. La Procura aveva voluto capire infatti se, quei rimborsi di 4.500 euro, erano legittimi (il pubblico ministero titolare dell’indagine era la dottoressa Alessia Iacopini). La guardia di finanza aveva sequestrato i documenti relativi a tutta la vicenda sia in comune a Carrara, sia nell’azienda Sems di Santo Stefano Magra in cui lavorava Raggi. Ciò posto, a seguito del rinvio a giudizio ed alla condanna , l’avvocato Luca Pietrini ha chiesto una pena alternativa alla detenzione ed il Tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, ed ha ricevuto anche il parere favorevole del procuratore generale( il servizio sociale si svolge totalmente nel territorio ed intende evitare alla persona condannata i danni derivanti dal carcere). La condanna dell'ex assessore, che ha già espiato la sua pena, solleva però una serie di interrogativi che non possono passare inosservati. Nonostante il provvedimento sia stato preso, la comunità è ancora all'oscuro di dettagli fondamentali: sia per quanto riguarda gli anni per cui l'ex assessore era stato condannato a scontare la sua pena, sia per quale tipo di servizio sociale gli era stato assegnato , per quante ore e quale attività rieducativa aveva dovuto eseguire . È essenziale ora
che venga data una risposta chiara e trasparente, non solo per rendere pubblico il giusto svolgimento della pena, ma anche per rispettare i cittadini che meritano di sapere come vengano trattati coloro che, avendo ricoperto ruoli di responsabilità, si trovano ora a dover rispondere delle proprie azioni davanti ad un aula di Tribunale. In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni è fondamentale, la mancanza di chiarezza alimenta solo il sospetto e la disillusione, che è l'ultima cosa di cui la nostra comunità ha bisogno. È ora di fare chiarezza e rendere pubbliche tutte le informazioni relative a questa vicenda”.