Lunedì 21 Luglio il Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace, supportato dal Coordinamento Ambientalista Apuoversiliese, dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la Depurazione, le Bonifiche e la Ripubblicizzazione del Servizio Idrico e dalla Rete Toscana per la tutela dei Beni Comuni, ha formalmente depositato una diffida nei confronti della Regione Toscana in merito al procedimento unico ambientale (PAUR) affinché la Regione rigetti con istanza di conclusione negativa il progetto di completamento oltre quota +43 della discarica presentato dal gestore.L’istanza di conclusione negativa del procedimento si fonda su una serie di elementi documentati e oggettivi che evidenziano gravi criticità sotto il profilo ambientale, procedurale e autorizzativo, aggravate dal cedimento strutturale del paramento arginale avvenuto il 6 maggio 2024. Secondo la relazione tecnica della Direzione regionale per la Tutela dell’Ambiente, già prima dell'incidente risultavano inadempienze rispetto alle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), in particolare per quanto riguarda il mancato completamento delle opere previste in Fase 1. Tali carenze avrebbero dovuto comportare l’immediata attivazione dei procedimenti sanzionatori previsti dal D.Lgs. 152/2006, che tuttavia non sono stati avviati tempestivamente. La gestione successiva all'incidente ha sollevato ulteriori perplessità: invece di applicare le procedure previste per eventi incidentali (art. 29-undecies del D.Lgs. 152/2006), la Regione ha sospeso il procedimento PAUR, offrendo al gestore l’opportunità di integrare la documentazione progettuale e spostando più volte i termine per la consegna della documentazione. E’ stato inoltre concesso al gestore di proporre e attuare una serie di modifiche che prevedono interventi di rifacimento, e nonostante questi interventi si configurino chiaramente come una modifica sostanziale dell’impianto, la Conferenza dei Servizi li ha paradossalmente classificati come interventi “non sostanziali”, eludendo così le necessarie verifiche ambientali e autorizzative. Interventi che confermano la volontà del gestore di utilizzare l’incidente del 6 maggio 2024 per avviare il completamento delle fasi 2 e 3 della gestione della discarica attualmente non autorizzate come confermato dal Consiglio di Stato nella sentenza n°5466 dello scorso 23 giugno.
Come Comitato chiediamo che il PAUR sia respinto e si proceda immediatamente alla chiusura DEFINITIVA della discarica e ad attivare le procedure di bonifica dell'intero sito. Il tempo e le opportunità concesse al gestore sono state fin troppe.