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Scritto da Redazione
Cronaca
30 Gennaio 2025

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Sono molti i dubbi e le criticità messi in luce dal consigliere comunale di Carrara Filippo Mirabella riguardo alla possibilità che il disastro della nave Guang Rong, andata alla deriva due giorni fa fino a distrutggere parte del pontile di Marina di Massa, venisse evitato, ecco la sua analisi: "Esprimo solidarietà al sindaco di Massa Francesco Persiani e ai cittadini massesi per l’enorme danno subito a causa dell’incidente della nave cargo Guang Rong, che ha colpito e gravemente danneggiato il pontile di Marina di Massa. Un disastro che solleva interrogativi pesanti sulle responsabilità, sui mancati controlli e sulle possibili omissioni da parte di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza della navigazione.  Le prime ricostruzioni lasciano sgomenti. Secondo i dati dei siti specializzati nel monitoraggio del traffico marittimo, la Guang Rong non era affatto una nave “sicura”. Al contrario, il suo storico ispettivo è costellato di anomalie, fermi e gravi carenze. Dal 2017, a ogni ispezione ha collezionato una lunga lista di problemi: corrosione strutturale, difetti nei sistemi antincendio, malfunzionamenti nelle pompe di sentina, carenze nelle zattere di salvataggio e perfino problemi alla propulsione. Nel settembre 2024, durante un’ispezione della Guardia Costiera di Livorno nel porto di Marina di Carrara, la nave era stata trattenuta per quasi un mese a causa di 24 carenze gravi. Eppure, nonostante questo, le è stato permesso di ripartire. Chi ha dato l’autorizzazione?  Tra il 2022 e il 2024, le autorità italiane l’hanno trattenuta tre volte per un totale di 69 giorni, contestando 49 diverse carenze. È legittimo chiedersi come sia stato possibile che un cargo in queste condizioni fosse libero di entrare e uscire dal nostro porto ,  infatti la  Guang Rong era  una presenza abituale a Marina di Carrara, dove caricava detriti di marmo destinati prima ai  Fincantieri di Sestri Ponente e poi ai lavori della nuova diga foranea del porto di Genova. L’incidente della nave cargo Guang Rong, non è solo un problema di danni materiali, ma una minaccia ambientale ed economica per tutta la costa apuana. Mi unisco quindi  alla preoccupazione del sindaco Francesco Persiani e dei suoi  concittadini, ma non accontentiamoci delle solite dichiarazioni di circostanza.  Il rischio di sversamenti di carburante e lubrificanti potrebbe colpire l’intero litorale e avere conseguenze disastrose sulla stagione balneare. Non possiamo permettere che questa nave diventi una seconda Costa Concordia, abbandonata in mare per mesi mentre le istituzioni tergiversano. A bordo della Guang Rong ci sono 100 tonnellate di bunker fuel e 6.000 litri di olio lubrificante, sostanze altamente inquinanti. Il rischio di una marea nera che comprometta il nostro mare, il turismo e l’economia locale potrebbero essere  concreto. Per cui  occorre  un’azione immediata per prevenire danni irreversibili agli habitat marini, perché  se questa nave inquinasse le nostre acque, chi risarcirà gli operatori turistici e i pescatori di Marina di Massa e Marina di Carrara? Non bastano le inchieste giudiziarie, serve un’azione politica forte ed immediata. Il nostro mare non può diventare una discarica galleggiante di navi insicure.  E’ doveroso dire no al silenzio e  chiedere: trasparenza immediata sulle autorizzazioni rilasciate alla Guang Rong; un’indagine politica su chi ha permesso a questa nave di operare nei nostri porti nonostante i rischi; un  piano d’emergenza per evitare che il danno ambientale si estenda a tutta la costa.  La società assicurativa P&I Club Steamship Mutual dovrà rispondere dei danni, ma nel frattempo la comunità locale deve  affrontare l’impatto ambientale ed economico dell’incidente. Questo disastro non è una fatalità, ma il frutto di scelte e negligenze precise per  l’assenza di controlli stringenti sulle navi che frequentano il nostro porto  che mettono a rischio l’ambiente, l’economia e la sicurezza dei cittadini. Ora non basta gestire l’emergenza, ma  servono risposte, responsabilità e garanzie per il futuro.Il nostro mare e il nostro territorio non possono più essere trattati con genericità. Chi ha sbagliato dovrà rendere conto".  

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