Il mulino di Canevera, l'unico rimasto nel territorio di Massa, il prossimo 18 novembre andrà all'asta. Si tratta di un bene comune di grande valore storico e di interesse collettivo. Mulino ad acqua con macine di pietra, è presente sul territorio fin dal XIV secolo, conosciuto come il “mulino dei Guerra”. Alla fine del Settecento fu preso in affitto da Lazzaro Guerra e rimase in gestione alla famiglia fino alla fine del secolo scorso. Nel 1996 fu danneggiato da un'alluvione e per questo le ultime eredi decisero di metterlo in vendita, viste le ingenti spese per ripararlo. Agli inizi degli anni Duemila, la struttura venne acquistata dalla Provincia con l'obiettivo di rimetterlo in sesto e riconsegnarlo alla comunità. Dopo anni di silenzio, e dopo avere dato in comodato gratuito la struttura ai Giovani Esploratori, che l’hanno utilizzata come base, giunge la notizia che il mulino è stato messo all’asta per una cifra di 70.000 euro. Noi, come Rifondazione Comunista, contestiamo questa scelta e riteniamo che lo stabile debba continuare ad appartenere alla collettività, e come tale dovrebbe essere gestito. Potrebbe essere un punto importante di aggregazione e un motore di nuovo sviluppo per il paese di Canevara, ma non solo. Potrebbe, infatti, tornare ad essere un punto importante di riferimento per la montagna massese trasformandolo in un piccolo museo, in un punto di molitura delle castagne, di cui il territorio è ricco, secondo la vecchia tradizione e un punto di ristoro per i viandanti della montagna, visto che si trova proprio al centro della valle del Frigido, e magari potrebbe essere collegato alla storica Via Vandelli. Potrebbe essere uno dei fulcri del cosiddetto “turismo lento”, creando così una vera connessione con il territorio. Idee e progetti non mancano, così come non mancano associazioni pronte a prendere in mano la struttura e a gestirla collettivamente, come dovrebbe essere per i beni comuni. Come Rifondazione, ci opponiamo alla vendita del bene a privati e chiediamo, al più presto, un incontro con le istituzioni; in particolare, esortiamo il Comune ad attivarsi e a dialogare sia con la Provincia che con le associazioni che avrebbero intenzione di gestire la struttura. Il 18 novembre è dietro l'angolo e, per questo, c'è bisogno di una risposta rapida e decisa per non perdere un altro bene pubblico. In un mondo in cui tutto si sta privatizzando, c'è bisogno di invertire la tendenza e investire sulle comunità. Rifondazione Comunista e le associazioni del territorio ci sono. Auspichiamo che le istituzioni locali non rimangano sorde al nostro appello.
Circolo della montagna
Rifondazione Comunista Massa Carrara









