Prosegue con successo a Palazzo Cucchiari di Carrara la mostra_ In gioco. Illusione e divertimento nell’arte italiana 1850-1950_ promossa dalla Fondazione Giorgio Conti. Curata da Massimo Bertozzi, fino al 26 ottobre prossimo l’esposizione propone all’attenzione del pubblico circa 110 opere – tra le quali alcune sculture in bronzo e legno – di un’ottantina di artisti, 56 dei quali non erano "mai entrati" a Palazzo Cucchiari, che ancora una volta si conferma come uno dei templi delle mostre temporanee dedicate al Novecento. Quello confezionato dallo staff di Palazzo Cucchiari è una sorta di“parco divertimenti” dell’arte, raccontato da un corpus di opere che portano la firma, tra gli altri, di Silvestro Lega, Carlo Carrà, Felice Casorati, Medardo Rosso, Giacomo Manzù, Marino Marini, Emilio Greco e molti altri. La mostra si articola in quattro diverse sezioni non ordinate cronologicamente, ma per temi: si comincia con gli "Svaghi e ricreazioni del quotidiano", per poi proseguire con "Crescere ed imparare: un gioco da ragazzi", "Intrattenimenti e spettacoli: l’invenzione del tempo libero" e infine "Sfide, competizione e destino".
Un secolo di bambini, giochi e illusioni
Ma perché proprio il gioco? "Perché è un connotato dell’età dell’infanzia, per quanto in realtà per un bambino il gioco è sempre un ingresso anticipato nel mondo dei grandi - afferma Massimo Bertozzi - Nel gioco ogni bambino si sente il protagonista di un storia inventata e tende a comportarsi di conseguenza, anche se in ogni caso sa che sta solo facendo finta di essere un adulto". Secondo il curatore della mostra: "I bambini agiscono come 'Robivecchi dell’umanità’: qualunque cosa scartata dagli adulti può diventare un giocattolo, rigenerato a nuova vita dalla fantasia, che gli conferisce una nuova dimensione. Le bambine che fanno le signore, nel dipinto di Lega, i giocattoli del piccolo Cesare Lionello di Casorati, il Ragazzo ai burattini di Giuseppe Gorni, così come le Bambine, pronte a giocare col cerchio, di Campigli, stanno svolgendo una funzione vitale, per la loro crescita, così che anche per gli artisti quello dei giochi si propone come un universo fantasioso, uno stimolo all’immaginazione e all’attività creativa. Oltre ai giocattoli, c’è una funzione di “gioco di ruolo” dei bambini che imitano il comportamento degli adulti, come fa l’Enfant à la poupée di Federico Zandomeneghi o immaginando di essere la maestrina severa che mette la bambola “In castigo”, nell’angolo della stanza, in silenzio e con la faccia rivolta al muro, com’è nel dipinto del 1930 di Vincenzo Irolli, considerando comunque che il sentimento della bambina coincide sempre con quello che sta attribuendo alla bambola. E se trattiamo di ‘genere’, per esempio le bambine giocano da sole anche quando usano giocattoli tradizionalmente maschili, come nel caso della figlioletta di Bruno Saetti, che nel 1932 la immortala come Bambina sul cavalluccio, o si incuriosiscono per gli “scherzi” della natura, come quella bambina che fa una delle sue Prime scoperte raccogliendo la strana inflorescenza del “soffione”, in una immagine suggestionata dai sentimenti naturalisti e dalle sfumature divisionistedi Giovanni Sottocornola, che la dipinge nel 1906. Inoltre la separazione “di genere” pare non riguardare neanche i giocattoli, come si vede nella natura morta Balocchi di Pio Semeghini, dove sono messi sullo stesso piano una bambola, un cavallino di legno, una chitarra e alcuni burattini. La divisione emerge piuttosto quando i bimbi giocano in gruppo: basta pensare a I piccoli patrioti diGioacchino Toma, dove si gioca con i soldatini o anche a In guardia di Pietro Pajetta, dove si gioca a imitare i soldati, e mettere a confronto le Bambine di Massimo Campigli che si dispongono a giochi più mansueti come il cerchio e le palla sotto l’occhio vigile di un adulto, mamma o balia che sia. "Il ‘mondo in miniatura’ dei bambini – conclude il curatore Bertozzi - è in effetti un mondo a parte, proprio come quello delle immagini che baluginano nell’occhio smagato degli artisti. Così che tra nostalgie del paradiso perduto e voglia di evasione, si fa strada nelle poetiche degli artisti il rimpianto per la condizione dell’infanzia, l’età dell’Innocenza, come dovrebbe essere l’età dei giochi".
INFO MOSTRA
Fondazione Giorgio Conti
_IN GIOCO. ILLUSIONE E DIVERTIMENTO_
_NELL’ARTE ITALIANA 1850-1950_
A cura di Massimo Bertozzi
Fino a 26.10.2025
Palazzo Cucchiari, via Cucchiari 1, Carrara
Orari. Fino al 14.09.2025: MA-ME-GI-DO ore 9,30-12,30 e 16-20; VE-SA ore
9,30-12,30 e 16-23. Dal 16.09.2025 al 26.10.2025: MA-ME-GI-DO ore
9,30-12,30 e 15-20; VE-SA ore 9,30-12,30 e 15-21. Chiusa LU.
Ingressi: € 12; ridotto € 10; gratuito giovani fino a 18 anni,
portatori di handicap, giornalisti con tesserino nazionale.
Tel. +39 0585 72355
Fondazione Conti: con Lega, Carrà, Casorati e Marini l’arte si mette In gioco a Palazzo Cucchiari di Carrara
Scritto da Redazione
Cultura
06 Agosto 2025
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