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Scritto da Carmen Federico
Cultura
13 Novembre 2025

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È stata esposta  a Massa, in piazza Aranci, la  teca contenente i resti della "Quarto Savona 15", l'autovettura blindata della Polizia di Stato che faceva parte della scorta del giudice Giovanni Falcone, completamente distrutta nella strage di Capaci del 23 maggio 1992. In quell'attentato mafioso, insieme al magistrato e alla moglie Francesca Morvillo, persero la vita i tre agenti della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Un simbolo potente di legalità e memoria arriva in piazza Aranci per ricordare il sacrificio degli eroi di Capaci. L'auto è divenuta nel tempo un monito tangibile del prezzo pagato da chi ha difeso lo Stato e i valori della giustizia. L'iniziativa, promossa congiuntamente dalla Prefettura di Massa Carrara e dal Comune di Massa, in collaborazione con le associazioni "Quarto Savona 15" e "Donatori e Volontari personale Polizia di Stato", ha coinvolto numerosi enti e realtà associative del territorio.Dopo il momento solenne dello svelamento della teca in piazza Aranci, la cerimonia è proseguita al teatro Guglielmi, alla presenza delle autorità locali e di centinaia di studenti provenienti dalle scuole di Massa e della provincia, che hanno gremito il teatro in una fitta partecipazione che ha testimoniato l'importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori della legalità e del rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per lo Stato.

All'evento hanno preso parte le massime autorità istituzionali e militari della provincia. Presenti il Prefetto di Massa Carrara, Guido Aprea, il sindaco di Massa Francesco Persiani, il Questore di Massa Carrara Bianca Venezia, il Colonnello Alessandro Dominici, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Massa Carrara, e il Colonnello Massimo Manucci, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Massa Carrara. La partecipazione corale di tutte le istituzioni locali ha sottolineato l'importanza dell'evento e l'impegno condiviso nella difesa dei valori di legalità e giustizia.Nel corso dell'incontro ha preso la parola Tina Montinaro, vedova dell'agente Antonio Montinaro, che ha condiviso con i presenti il valore della memoria e la necessità di non dimenticare il sacrificio di chi ha perso la vita per difendere la giustizia."Antonio, Vito e Rocco non erano solo 'gli uomini della scorta' ma erano padri, mariti, figli e fratelli", ha sottolineato con commozione, ricordando come il loro sacrificio debba essere d'esempio per le nuove generazioni.Il Prefetto Guido Aprea ha sottolineato nel suo intervento l'importanza di mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la difesa dello Stato e della legalità. "La presenza della Quarto Savona 15 nel nostro territorio rappresenta un momento di profonda riflessione collettiva - ha dichiarato il Prefetto - è fondamentale che le nuove generazioni comprendano il valore del sacrificio compiuto da questi servitori dello Stato e l'importanza della lotta quotidiana contro ogni forma di criminalità organizzata. La mafia si combatte ogni giorno, con l'impegno delle istituzioni ma anche con la partecipazione attiva di ogni cittadino".Il sindaco Francesco Persiani ha poi richiamato la responsabilità civile di ciascuno nella costruzione di una società più giusta, sottolineando come la difesa della legalità debba essere un impegno condiviso, che coinvolge non solo le istituzioni ma ogni cittadino, nel quotidiano contrasto alla criminalità. Come riportato sui pannelli informativi esposti accanto alla teca, la Quarto Savona 15 è la sigla radio della Fiat Croma blindata della Questura di Palermo a bordo della quale viaggiavano l'Assistente Antonio Montinaro, l'Agente Vito Schifani e l'Agente Rocco Dicillo.Il numero 100.287 è quello impresso sui contachilometri dell'autovettura al momento dell'esplosione, lanciata a trecento metri di distanza dalla detonazione di 500 chili di tritolo.
Questi numeri raccontano quanto accaduto meglio di qualunque parola perché danno il senso concreto di ciò che è stato. La Quarto Savona 15, nonostante le sue lamiere contorte e le sue ferite aperte, non ha mai interrotto il suo cammino e se i numeri sui contachilometri sono fermi a 100.287 è solo perché le ruote, sulle strade del cielo dove lei corre, non hanno bisogno di girare.

La strage di Capaci fu un terribile attentato di stampo mafioso compiuto da "Cosa Nostra" a seguito della sentenza della Corte di Cassazione per gli ergastoli confermati agli imputati del Maxiprocesso di Palermo.La prima auto blindata del corteo venne investita in pieno dall'esplosione, uccidendo sul colpo gli agenti della Polizia di Stato Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. La seconda auto, la Croma bianca guidata da Giovanni Falcone con a bordo la moglie, Francesca Morvillo, si schiantò contro il muro di asfalto e detriti provocati dalla deflagrazione.Gli agenti della Polizia di Stato Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo che viaggiavano a bordo della terza auto, la Croma azzurra, e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza, che era in macchina con i magistrati, rimasero gravemente feriti insieme ad altre 23 persone.Come riportato dai pannelli esposti, che si aprono con una citazione di Giovanni Falcone - "Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere" - per diversi anni la Quarto Savona 15 è rimasta quasi nascosta sotto un lenzuolo pesante di ricordi. Nel 2011, dopo essere stata donata all'Associazione Quarto Savona 15, l'auto ha ripreso la sua marcia. Il 23 maggio del 2014, fu collocata nel piazzale della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera del Garda, dove il rombo del motore si riaccese simbolicamente."Invito tutti, le scuole, le famiglie, la cittadinanza - ha dichiarato il sindaco Francesco Persiani - recatevi a rendere omaggio a questi valorosi poliziotti che hanno donato la loro vita per il bene della nostra Repubblica e della nostra Nazione. Troverete anche l'associazione Donatori Nati Polizia di Stato che vi spiegherà l'importanza di donare il sangue. Facciamo vedere che Massa è una città accogliente e che sa riconoscere il valore del sacrificio per la legalità".

Davanti alla teca che la ospitava si fermarono migliaia di persone, turisti di tutte le nazionalità, centinaia di studenti. Furono lasciati biglietti e fiori. Nel 2017 la Quarto Savona 15 fece ritorno a casa, a Palermo, nel piazzale della "Caserma Lungaro" da dove partì la mattina del 23 maggio del 1992. Oggi, da Palermo, la Quarto Savona 15 continua il suo viaggio, scortata dalla Polizia di Stato, per permettere alla memoria di vincere l'oblio, ricordando a tutti, nessuno escluso, che Antonio, Vito e Rocco non erano solo "gli uomini della scorta" ma erano padri, mariti, figli e fratelli. Tina Montinaro, vera artefice di un viaggio che ancora continua, donna forte e determinata, ha operato negli anni con coraggio e con instancabile impegno per diffondere il messaggio che affronta queste lamiere: lo Stato vince soltanto se ognuno compie, ogni giorno, il proprio dovere.La partecipazione massiccia degli studenti delle scuole di Massa al teatro Guglielmi ha dimostrato quanto sia importante per le nuove generazioni conoscere e comprendere il sacrificio di chi ha dato la vita per la legalità. I loro volti attenti e commossi durante la testimonianza di Tina Montinaro rappresentano la speranza che la memoria di Falcone, Morvillo, Montinaro, Schifani e Dicillo continui a vivere e a ispirare i cittadini di domani.
Si ringrazia:
Per la progettazione:
PANSTUDIO Architetti Associati
Per la realizzazione:
TOSETTO Allestimenti - QUADRICROMA srl
Per i contributi:
Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara

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