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Scritto da Redazione
Politica
21 Febbraio 2023

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Con lo slogan “si vis pacem, para pacem!”(se vuoi la pace prepara la pace) Legambiente, associazione ambientalista tra i promotri della fiaccolata per la pace prevista venerdì 24 febbraio, interviene contro gli invii di armi dall’Italia nel rispetto anche della carta costituzionale il cui articolo 11 recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”

“Anche la legge 185 del 9 luglio 1990, in ossequio alla Costituzione, vieta l’esportazione di armi verso i Paesi in stato di conflitto armato” - spiegano gli ambientalisiti.”Chiediamo quindi al nostro governo di rispettare la Costituzione e limitarsi a fornire aiuti medici e umanitari. L’invio di armi, infatti, non serve ad altro che ad alimentare il conflitto, aumentando il numero delle vittime.”

In secondo luogo - afferma Legambiente – paradossalmente, le difficoltà nell’approvvigionamento del gas russo, a seguito delle sanzioni europee, invece di dare impulso alle energie rinnovabili, hanno finito, a causa dell’insipienza dei governi italiani, per incrementare l’uso e la ricerca di combustibili fossili: si parla di nuove trivellazioni, si stringono accordi con Stati di dubbia democraticità per reperire altro gas, si impongono rigassificatori come a Piombino. Dopo due referendum vinti dagli antinuclearisti, siamo tornati perfino a parlare di nucleare, quando da anni i governi non sono ancora riusciti a indicare un sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi già esistenti e conservati in depositi provvisori e insicuri”.

“La guerra, inoltre – prosegue l’associazione – “sta avendo un impatto distruttivo sull’ambiente, contaminando aria, acqua e terra a seguito dell’esplosione di ordigni e della distruzione di fabbriche da cui fuoriescono sostanze tossiche incontrollabili. C’è il rischio incombente di un disastro nucleare per eventuali incidenti alle centrali atomiche dell’Ucraina, in particolare Zaporizhzhia, che si trova sulla linea del fuoco. Le emissioni climalteranti sono enormi: dal 24 febbraio al primo novembre, il conflitto ha generato 100 milioni di tonnellate di CO2 (circa il 30% dei gas serra che l’Italia emette in un anno). A fronte di questo disastro ambientale c’è quello, ancora più terribile, della perdita inutile di migliaia di vite umane, la disperazione di chi non ha futuro, il dramma dei profughi. La guerra è un orrore e non ha alcuna giustificazione”.

Per tutti questi motivi Legambiente sottoliena come non ci sia massima più stupida di quella dei romani “si vis pacem, para bellum”. “La pace, infatti, si prepara solo con la pace. Se l’enorme quantità di denaro spesa per l’industria bellica fosse utilizzata per garantire una vita dignitosa agli ultimi della terra, il mondo sarebbe un luogo migliore, prospero e pacifico. Per questo diciamo no alla guerra, una tragedia che potrebbe drammaticamente scivolare verso un conflitto nucleare e portare alla distruzione del nostro mondo, così come lo conosciamo e no alla corsa al riarmo dell’Europa e dell’Italia. Chiediamo, invece, che si depongano le armi e si lavori, da subito, per trattative di pace che pongano finalmente termine al conflitto”.

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