Arriva da un cittadino una riflessione sulle mancate celebrazioni della festa di Santa Barbara patrona dei Vigili del Fuoco, nella caserma di Avenza. "Il 4 dicembre è la festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, della Marina Militare e degli Artiglieri ma, senza voler sminuire le Forze Armate, nel sentire comune il primo pensiero va proprio ai Vigili del Fuoco, perché sono parte della vita quotidiana: li vediamo passare nelle strade cittadine con i loro camion rossi e le sirene accese e, dove c’è un bisogno, una calamità o una vita da salvare, loro ci sono. Nella piccola caserma di Avenza, il giorno di Santa Barbara ha rappresentato da sempre un giorno di festa per tutti, non solo per il personale in servizio: i bambini arrivavano a flotte per vedere da vicino i camion dei pompieri, i familiari e gli amici dei Vigili del Fuoco erano sempre presenti a dimostrazione che quello non era solo un luogo di lavoro ma una grande famiglia, le associazioni di Antincendio Boschivo e Protezione Civile partecipavano volentieri alla festa sentendosi anch’esse coinvolte e anche chi non conosceva nessuno passava semplicemente per un saluto o un ringraziamento. I commercianti del luogo riempivano tavolate di spuntini dolci e salati per un senso di gratitudine verso chi è sempre pronto a portare aiuto dove serve, senza sé e senza ma. Poi c’era la celebrazione della S. Messa, prima nel garage opportunamente adibito e gremito di persone, poi la celebrazione è stata spostata nella vicina chiesa parrocchiale, seguita in questi ultimi tempi dalla deposizione di fiori al monumento dedicato ai Vigili del Fuoco nella vicina rotatoria.
Da quest’anno, (sembrerebbe) per ordini superiori, la festa è stata annullata e rimandata a febbraio, nel giorno in cui ricorre la fondazione del Corpo. La celebrazione della S. Messa ha avuto luogo nella chiesa parrocchiale come tutti i giorni; erano presenti una decina di Vigili del Fuoco della “vecchia guardia”, la maggior parte di essi a riposo, e si poteva notare nei loro sguardi un profondo dispiacere per una decisione assurda. Il sacerdote, forse senza saperlo, ha però centrato il senso profondo di tutta la vicenda: partendo dal passo evangelico che parla di Gesù Buon Pastore, ha riferito come chi è un vero pastore ama le proprie pecore e darebbe la vita per loro, mentre chi è mercenario, quando arriva il pericolo, fugge e abbandona le pecore perché non gli appartengono. La suddetta situazione può essere assimilata all’opera dei Vigili del Fuoco che sono chiamati a non fuggire davanti al pericolo per un bene maggiore, che è la salvezza di tutti; ma in ogni professione, specialmente quelle direttamente rivolte alla persona, bisogna distinguere ciò che si fa per adempiere burocraticamente una professione, e ciò che si fa col cuore: il risultato è enormemente diverso e ce ne accorgiamo nella scuola, nelle professioni mediche ma semplicemente anche entrando in un negozio per un semplice acquisto. Chi scrive non è un Vigile del Fuoco, ma un amico che da tanti anni condivide questa festa per legame affettivo e per volontariato. Da semplice cittadino, però, non può che rammaricarsi profondamente per il modo in cui è stata impedita una celebrazione che era patrimonio di un’intera comunità".









