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Scritto da Redazione
Politica
30 Ottobre 2020

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Il consigliere di Arcipelago Massa, Andrea Barotti, affrontando la situazione generata dal Covid, scrive: "La Pandemia ha evidenziato i punti di forza della nostra sanità, il personale medico ed infermieristico principalmente, e le debolezze frutto di politiche che guardando troppo ai numeri hanno indebolito un ambito che, invece, sia per l'attuale situazione ma anche per l'invecchiamento della popolazione, la riduzione dei nuclei famigliari, sarà sempre più sottoposto ad una maggior pressione".

Il consigliere continua nella sua riflessione e afferma: "È molto probabile che il numero chiuso, previsto per le facoltà di medicina e chirurgia, verrà rivisto o perlomeno dovranno, ragionevolmente, aumentare i posti disponibili cosicché si riesca, in un arco temporale piuttosto ristretto, a colmare il nostro gap evitando, al contempo, di importare, possibilità che andrà riducendosi almeno per la maggiore concorrenza di altri attori europei, personale da altri paesi; daremo una prospettiva professionale ai nostri giovani e renderemo, per buona parte, possibile il sogno di quelle ragazze, di quei ragazzi che ogni anno debbono affrontare i test di ingresso e quindi i limiti della nostra capacità formativa". Andrea Barotti scorge delle possibilità da cogliere: "In questo nuovo contesto, molto concreto vista la possibilità di attingere a finanziamenti Europei (MES e Recovery Found), credo che il nostro territorio possa giocare una partita per potenziare la sanità locale, valorizzare le eccellenze presenti (basti pensare all'Opa, la Scuola infermieri), recuperare strutture esistenti ed inserirsi nel campo della formazione universitaria; sono convinto che la miglior strategia politica per far acquisire, in ogni sede istituzionale, maggior considerazione alla nostra comunità sia avanzare delle proposte! Cavalcare la protesta, limitarsi alla critica non porta e mai condurrà ad alcun buon risultato".

Il Civico lancia la proposta: "Penso, quindi, che sussistano le condizioni affinché una politica pragmatica e lungimirante, capace di cogliere gli sprazzi di luce di un cielo denso di nubi, possa immaginare di dar vita, mettendo a sistema le professionalità, le risorse materiali in uso e quelle potenziali, ad un distaccamento della facoltà di medicina e chirurgia di Pisa o, addirittura, ad un istituto universitario autonomo con, provvisoriamente, un unico indirizzo. Il progetto consentirebbe di valorizzare le capacità della nostra sanità e di attrarre ulteriori competenze, di promuovere e ampliare l'esistente senza limitarsi alla sua legittima difesa, di dare ai plessi di Carrara e Massa (vecchio ospedale) una mission aggiuntiva ovviando al ridimensionamento o alla perdita di funzionalità. La Scuola infermieri avrebbe la possibilità di ampliarsi, il vecchio Ospedale di Massa data la destinazione Covid si trasformerebbe in un centro di virologia, il Noa e l'OPA diventerebbero cliniche universitarie e il nostro territorio, oltre a contribuire al rafforzamento del sistema di difesa sanitaria del paese e all'adeguamento della didattica alle condizioni dettate da un'emergenza che potrebbe ripetersi, farebbe un notevole passo in avanti! Un passo che porterebbe benefici anche alla nostra economia poiché le università sono una leva per il pil delle città che ne sono sede".

La nota si conclude con l'ipotesi di fondare una Università con le radici nel marmo e nel mondo produttivo del territorio: "Il sogno, prescindendo dal corso di medicina e chirurgia, di avere una Università sul nostro territorio potrebbe egualmente fiorire grazie al marmo; l'oro bianco sarebbe il capitale da investire per replicare quanto con la LIUC (oggi settima università non statale presente nel sistema italiano), nel 1989, trecento imprenditori della provincia di Varese e dell'alto Milanese idearono; investiamo la nostra ricchezza sul futuro! Investiamo sui giovani, sulla cultura e questo territorio non sarà più una periferia abbandonata e povera".

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