Crisi nei rifiuti e leadership percepita come assente, Cermec, RetiAmbiente e una guida politica ancora da chiarire: sono le riflessioni maturate dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che ipotizza anche una possibile situazione di difficoltà del sindaco di Carrara Serena Arrighi. Ecco la lunga disanima del consigliere Mirabella: “Il recente passaggio di Cermec nel perimetro di RetiAmbiente ha suscitato aspettative e, al tempo stesso, interrogativi critici. Il problema dei rifiuti nel nostro territorio, secondo molti osservatori, non si risolve solo con operazioni societarie: servono trasparenza, una visione industriale chiara e una responsabilità politica esplicita. E’ un’operazione di facciata?La scelta di conferire Cermec e le partecipate comunali a RetiAmbiente è stata approvata dall’assemblea dei soci, con una partecipazione complessiva di Massa e Carrara pari ad almeno l’11 per cento delle quote, dando così un segnale di coordinamento pubblico del servizio dei rifiuti nell’Ambito Toscano Costa. Sulla carta, una governance unificata può portare vantaggi: economie di scala nei servizi e negli acquisti, maggiore capacità di investimento, standard uniformi sul territorio. Tutti obiettivi condivisibili. Tuttavia, resta legittimo chiedersi se i cittadini e i lavoratori possano trarre benefici concreti e misurabili, oppure se l’operazione risponda principalmente a esigenze di riequilibrio societario più che alla risoluzione dei problemi strutturali del sistema dei rifiuti. Negli ultimi anni Cermec ha attraversato una fase complessa, culminata in un concordato preventivo archiviato solo di recente. Nonostante ciò, l’Azienda continua a essere considerata da molti un assetto rilevante per l’economia circolare della provincia, con potenzialità industriali e occupazionali ancora importanti. La criticità più rilevante emersa negli ultimi mesi riguarda il progetto del biodigestore anaerobico, oggi in una condizione di stallo e forte incertezza. In precedenza era stato presentato come elemento centrale di un piano industriale moderno per il trattamento dell’organico; la sua sospensione ha quindi alimentato interrogativi significativi sulla chiarezza delle scelte e sulla strategia politica complessiva.Inoltre, sindacati e forze politiche hanno più volte segnalato quella che viene percepita come una gestione caratterizzata da comunicazioni poco chiare, tempi non definiti e dall’assenza di un cronoprogramma pubblico sulle bonifiche e sull’avvio degli impianti. Il Sindaco di Carrara, Serena Arrighi, ha in più occasioni espresso sostegno alla costruzione di un sistema pubblico più efficiente; tuttavia, secondo diversi osservatori, non sono state ancora fornite spiegazioni pienamente convincenti sulle ragioni per cui il biodigestore non venga realizzato, pur essendo indicato come punto centrale del piano industriale.La domanda, sul piano politico, appare legittima: se il Sindaco, insieme alla propria maggioranza e con il sostegno del PD provinciale, ha appoggiato un determinato progetto industriale, per quali motivi oggi non sembra in grado di garantirne una coerenza strategica nel tempo? In un contesto simile, il silenzio o il semplice rinvio delle responsabilità ai livelli tecnici rischiano di non essere percepiti come risposte adeguate. Nel giro di poco più di un anno, la politica dei rifiuti a Carrara è stata segnata da una successione di decisioni rapide, annunci non sempre accompagnati da una visione di lungo periodo e da una distribuzione delle responsabilità non sempre chiara. Al centro del dibattito pubblico rimane la figura del sindaco Arrighi, che ad alcuni cittadini appare oscillare tra scelte molto diverse tra loro. La nomina dell’amministratore unico Lorenzo Porzano, ad esempio, è arrivata dopo poche ore, con modalità percepite come improvvise con la sostituzione di Ciacci e l’arrivo di Porzano. Questo ha sollevato interrogativi sul metodo adottato. Qual è il progetto complessivo per il servizio dei rifiuti? Quali competenze orientano le decisioni strategiche? L’innesto politico di Porzano: su quali basi? All’indomani del commissariamento dell’Azienda e dell’archiviazione del concordato preventivo, Cermec si trovava in un momento decisivo: la sua ripartenza industriale avrebbe richiesto, secondo molti, una guida con competenze diverse e una visione strategica del settore. In assenza di una comunicazione chiara sui criteri di scelta e di un confronto pubblico sulle competenze richieste e sul ruolo assegnato, emergono domande politiche inevitabili: quando si nominano figure chiave per asset industriali strategici, chi le propone? Con quali criteri? La politica non può sottrarsi alle proprie responsabilità dietro formule tecniche o procedurali: la nomina dei vertici di aziende pubbliche richiede una chiara assunzione di responsabilità in sede politica e democratica. Su questi aspetti, il PD provinciale non ha assunto, finora, una posizione pubblica esplicita né sulla nomina né sulle responsabilità strategiche complessive. Questa dinamica, secondo molti, non può essere definita una leadership solida, perché non è stata accompagnata da un controllo politico serio e continuativo. Cosa cambia dopo l’entrata di Cermec in RetiAmbiente? Il conferimento di Cermec in RetiAmbiente può avere un senso solo se inserito in un progetto industriale chiaramente definito. In assenza di ciò, l’effetto percepito rischia di essere l’opposto: maggiore confusione, minore chiarezza e benefici non chiaramente comunicati ai cittadini. Questa impostazione, secondo una parte del dibattito pubblico, non rappresenta una vera politica attiva, ma piuttosto una gestione reattiva. Il risultato è che i cittadini continuano a pagare la Tari, affrontano incertezze sui servizi e assistono a scelte che possono apparire dettate più dalle contingenze politiche che da una visione coerente di governance del ciclo dei rifiuti. Non basta rispondere alle sollecitazioni mediatiche o adottare decisioni episodiche. Servono criteri chiari e pubblici per le nomine e una responsabilità politica coerente e continuativa, non semplicemente reattiva. La città non ha bisogno di annunci o di cambiamenti improvvisi ai vertici, ma di una politica che metta al centro fatti, competenze e risultati verificabili. Il ciclo dei rifiuti non si governa con slogan o con nomine dell’ultimo minuto: si governa con strategia, chiarezza e responsabilità. Ed è questo, in definitiva, ciò che i cittadini hanno il diritto di conoscere e di pretendere”.
Cermec, Retiambiente e gestione dei rifiuti: i molti dubbi sulle scelte del sindaco Arrighi avanzati dal consigliere Mirabella s
Scritto da Redazione
Politica
30 Dicembre 2025
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