Abbiamo letto con attenzione l'intervento del Partito Democratico provinciale relativo al nuovo Piano Regolatore Portuale di Marina di Carrara. In quanto realtà impegnata attivamente nella difesa del territorio, riteniamo doveroso esprimere la nostra posizione. Non possiamo condividere l'impostazione proposta dal Partito Democratico, che descrive lo sviluppo del porto come "sostenibile" e "inclusivo", senza tuttavia fornire dati concreti a sostegno di tali affermazioni. Cosa significa, in termini effettivi, un porto "innovativo" o "inclusivo"? È sufficiente installare qualche pannello fotovoltaico o predisporre una rampa per disabili per definire sostenibile un'intera operazione infrastrutturale? La realtà è che le vere urgenze ambientali e sanitarie del territorio restano sostanzialmente ignorate. Mentre si moltiplicano termini come "transizione", "coesione" ed "erosione", nessuno affronta i problemi concreti, quali:
- l'assenza di centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria;
- l'inquinamento delle acque marine, causato da scarichi e attività portuali;
- la mancanza di dati trasparenti sul traffico pesante che quotidianamente attraversa la città, con ripercussioni evidenti sulla salute pubblica e sull'assetto urbano;
- la crescita del turismo crocieristico, che in altri territori ha già dimostrato effetti negativi;
- il ruolo del porto nel supportare attività economiche legate alla distruzione e frantumazione delle Alpi Apuane, con conseguenze ambientali gravi e irreversibili.
Questa non può essere definita "sostenibilità". Né si può parlare di una visione d'insieme coerente per il nostro territorio. Piuttosto, si tratta di un esempio evidente di greenwashing linguistico, che maschera dietro parole virtuose una strategia orientata esclusivamente alla crescita economica, a discapito della salute pubblica e della tutela ambientale.Termini come "ambiente" e "salute" non possono restare marginali mentre si negoziano interessi industriali spacciati per transizione ecologica. Anche la tanto citata "creazione di occupazione stabile e di qualità" necessiterebbe di argomentazioni solide, non di slogan superficiali e privi di contenuto. Ci saremmo aspettati che il Partito Democratico assumesse un ruolo propositivo e critico su questi temi, trasformandoli in una battaglia politica fondata sui contenuti. Invece, ancora una volta, appare allineato più alle logiche di mercato e agli interessi di pochi, piuttosto che ai bisogni reali della cittadinanza. Una posizione che, peraltro, sembra avvicinarsi a quella espressa in questi giorni dall'onorevole Barabotti, secondo quanto riportano le cronache locali. Se questo è lo scenario, è lecito iniziare a chiedersi chi stia davvero ascoltando le esigenze del territorio. Esistono forze, reti civiche, comitati e associazioni che da anni praticano ogni giorno l'ecologia integrale, dimostrando con i fatti di avere a cuore il territorio e la sua gestione. Forse è proprio da queste realtà che possono nascere quelle proposte "non calate dall'alto" che lo stesso Partito Democratico auspica, ma che nei fatti disattende, considerando che il PRP attuale è un piano fortemente voluto e sostenuto dalla Regione.È davvero finito il tempo della politica distante dalle persone. Ora serve un cambio di passo: ascolto reale, partecipazione concreta e soprattutto coerenza e concretezza tra parole e azioni.