Fortemente critica, la posizione di associazione ARCA nei confronti delle dichiarazioni fatte in questi giorni dal Pd di Carrara relative al piano regolatore del porto: "Il comunicato con cui il Partito Democratico esprime «pieno e convinto sostegno» al nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP) di Marina di Carrara sembra scritto più per tranquillizzare che per informare. Sostenibilità, partecipazione, valorizzazione ambientale: parole svuotate dei loro significati. Il progetto solleva dubbi rilevanti, su cui cittadini, comitati e persino il Ministero hanno chiesto chiarimenti. Dubbi che il PD evita accuratamente di affrontare. E' una sostenibilità solo a parole perchè il comunicato promette un futuro “produttivo, turistico e sostenibile”, ma non chiarisce come si intenda conciliare l’aumento del traffico crocieristico e commerciale — con tutto ciò che comporta in termini di polveri sottili, rumore e congestione — con la tutela dell’ambiente e della salute dei residenti. Nessuna menzione di filtri antiparticolato, limiti alle emissioni in porto, fasce orarie per la movimentazione merci, barriere acustiche. Nessuna garanzia. E neppure un accenno all’impatto ambientale che il potenziamento portuale può avere sull’erosione costiera, come dimostrano studi su altri tratti del litorale tirrenico. Si tratta, in pratica, di un’approvazione acritica del PRP. Il PD sostiene il PRP senza menzionare le osservazioni critiche già mosse dal Ministero, né le richieste di alcune associazioni ambientaliste, che chiedono maggiore trasparenza sui rischi per l’ecosistema marino e costiero. Nessun bilancio tra i presunti benefici economici (posti di lavoro? quanti? di che tipo?) e i costi ambientali e sociali per il territorio.
Il nodo viabilità: Marina di Carrara è una località di circa 25 mila abitanti, già oggi soggetta a un traffico pesante crescente. Il comunicato si limita ad “auspicare” una gestione efficiente dei flussi, ma non fornisce alcuna proposta concreta: potenziamento del trasporto su rotaia? nuovi collegamenti con l’A12? zone a traffico limitato? Tutto tace.
Carrione–Lavello: riqualificazione o declassamento? L’area tra il Carrione e il Lavello, prossimamente in mano al Comune, viene indicata come oggetto di una futura “valorizzazione ambientale”. Ma di cosa si parla, esattamente? Verde pubblico? Bonifiche? Barriere acustiche? Nulla è specificato. E la “futura competenza comunale” suona più come uno scarico di responsabilità che come una reale occasione di rigenerazione urbana.
Partecipazione? Solo di facciata. Il PD assicura che non si tratta di un’opera “calata dall’alto”. Ma le critiche sollevate da cittadini e comitati contro l’inquinamento e l’impatto del porto non risultano aver prodotto alcuna modifica significativa. Esiste un piano di monitoraggio ambientale indipendente? È stato attivato un tavolo aperto e pubblico di confronto con la cittadinanza? Il comunicato non lo dice. Forse perché non c’è.
In conclusione: meno retorica, più coraggio politico Il PD avrebbe l’occasione di porsi come forza di sintesi, riconoscendo le potenzialità del porto ma anche la necessità di limiti, vincoli e garanzie ambientali. Invece, sceglie un linguaggio generico e rassicurante, che finisce per scontentare tutti: non convince i cittadini, che temono rumore, inquinamento e degrado; non rassicura gli ambientalisti, che vedono ignorate le criticità ecologiche; non sfida gli interessi forti, come quelli legati al crocierismo o al traffico container. Se il Partito Democratico vuole davvero essere credibile su questo tema, dovrebbe: rendere pubblico il PRP, incluse le osservazioni ministeriali, e spiegare come sono state integrate; aprire un confronto tecnico con esperti indipendenti su erosione costiera, qualità dell’aria, rumore e salute pubblica; vincolare gli investimenti portuali a obiettivi ambientali misurabili, come la riduzione del 30 per cento delle polveri sottili entro cinque anni. Altrimenti, il loro comunicato resta una foglia di fico: buona per l’immagine, ma inutile per il territorio. E intanto, in quel lenzuolo di terra che è l’area portuale senza soluzione di continuità con l’abitato, vi è una vittima silenziosa, del tutto assente nell’analisi del PD: il verde urbano. Il territorio circostante è teatro di trasformazioni critiche che aggravano le criticità ambientali del porto: l’Area Caravella subisce una riduzione del verde senza adeguati piani compensativi; filari di alberi sono stati eliminati , in assenza di perizie che giustifichino tali scelte, e altri lo saranno, senza una valutazione complessiva onesta di compensazione e di riqualificazione.