Dopo la notizia della sospensione del progetto del biodigestore al Cermec di Massa, Legambiente esprime il suo rammarico per la mancata realizzazione del progetto. “È davvero contrario alla nostra concezione di ambientalismo gioire per un progetto di economia circolare che fallisce sul territorio. O per meglio dire: che sparisce, repentinamente, senza che vengano presentati elementi certi su cui si baserebbe questa necessità impellente di rivalutazione” - dichiarano Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, Maria Paola Antonioli, presidente del Circolo Legambiente di Carrara e Francesco Rossi, presidente del Circolo Legambiente Massa e Montignoso. “A meno che la vera ragione sia un’altra: non la convenienza economica, non l’efficienza del sistema, bensì la necessità di assecondare un modello per noi non virtuoso di gestione dei rifiuti a livello regionale, che vede nel polo di Peccioli (discarica, tmb, oggi un biodigestore e domani, probabilmente, l’ossicombustore senza fiamma) il vero dominus della situazione, che fa gravare sull’alta Valdera sempre maggiori flussi di rifiuti.”
Il modello di prossimità che il Piano Regionale dell’Economia Circolare voleva affermare, fondato su impianti diffusi e responsabilizzanti sul territorio, continua a essere modello di riferimento di Legambiente. Tutte le articolazioni associative di Legambiente, a partire dai circoli locali, passando per il regionale, fino alla Direzione Nazionale, continueranno a impegnarsi per portare avanti questo modello, in provincia di Massa, in Toscana come nel resto il Paese. “Rifiuti Zero, Impianti Mille”: questa è sempre stata e resta la posizione di Legambiente per far crescere davvero i processi di economia circolare e garantire il massimo recupero di risorse dai rifiuti urbani. Questa è la filosofia alla quale si è ispirato anche il recente “Piano dell’Economia Circolare” approvato dalla Regione Toscana nel gennaio 2025.
“Sulla base di questo approccio, coerente col nostro ambientalismo scientifico, abbiamo apprezzato e sostenuto i progetti di realizzazione di impianti integrati per il trattamento della frazione organica differenziata, che unissero le sezioni anaerobiche per il recupero di biometano e anidride carbonica e quelle aerobiche per produrre compost di qualità. Lo abbiamo fatto anche per il progetto di trasformazione dello stabilimento Cermec a Massa-Carrara in un impianto integrato avanzato, in una zona industriale idonea, con una viabilità che non interseca centri storici o densamente abitati,” concludono Ferruzza, Antonioli e Rossi. “Un’area certo sulla quale ancora restano dei progetti di bonifica da completare (per quanto riguarda lo specifico di Cermec) o ancora largamente inattuati, la maggior parte delle restanti aree SIR e SIN: su questo le denunce di Legambiente sono da sempre ben documentate.”









