Come ogni anno, gli amici Repubblicani della sezione G. Mazzini di Massa del PRI, ricordano la storica data del XX Settembre 1870, giorno nel quale si realizzò il sogno di generazioni di patrioti che, nel corso del Risorgimento, lottarono per restituire Roma alla sua funzione naturale ed eterna di Capitale dell’Italia finalmente Unita. “Roma capitale” segnò il “mito fondante” della costruzione nazionale italiana in un tempo nel quale l’idea stessa di Nazione rappresentava il raggiungimento di un obbiettivo comune e condiviso che era insieme identitario, politico ed economico. Divenne Festa Nazionale e ci vollero il fascismo ed i suoi patti col Vaticano a cancellarla dal calendario, ma non dal cuore dei veri repubblicani, per i quali la parola “Nazione” non ha mai coinciso con “nazionalismo” o “sovranismo”. C’è da chiedersi se in un tempo di nuovi assetti imperialistici mondiali, come quello presente, parlare di Nazione e Unità Nazionale abbia ancora una senso e - se sì - quale. Sì. Lo ha – e profondo - per il pensiero repubblicano, che è per sua natura pensiero democratico e plurale. Il “pensiero neo-imperialistico” che si sta invece affermando a livello planetario non vuole cittadini liberi, ma sudditi senza voce e senza diritti; non Popoli titolari di sovranità ma aggregati di consumatori; non rispetto e solidarietà reciproca ma prepotenza, sopraffazione e prevaricazione. Ecco allora che ricordare il XX Settembre significa non solo celebrare una data storica, ma richiamare alla coscienza collettiva il sistema fondante della nostra “Civiltà Occidentale” e della nostra Cultura, che è costruito in modo essenziale sui quei Principi di Libertà, Uguaglianza e Fraternità che non sono uno slogan obsoleto ma un riferimento indelebile e insostituibile per la realizzazione di un mondo che possa davvero dirsi Civile. Significa non rinunciare costruire un mondo nel quale – secondo gli insegnamenti di Mazzini – nel Lavoro risieda la matrice di ogni dignità personale e collettiva, che rigetta lo sfruttamento dei più deboli in nome del profitto personale. Significa affidare il governo delle Nazioni ai migliori e ai meritevoli. Purtroppo, quella che nacque il XX Settembre 1870 non era però ancora la Roma Repubblicana sognata da Mazzini. Era la Roma dei Savoia, la Roma della monarchia e, in fondo, anche la Roma dei Papi. Guardare in retrospettiva storica alla “Presa di Roma”, significa dunque anche riconoscere la realizzazione incompleta di un’Unità Nazionale che non si è trasferita in modo stabile e profondo nelle coscienze individuali e che, oggi, si misura con un nascente imperialismo globale che, negando la nazionalità come “valore”, nega cittadinanza e diritti. Ripensare al XX Settembre – nel nostro tempo - significa riflettere sul futuro dell’Europa e del mondo e sulle nuove battaglie che attendono gli Uomini e le Donne Liberi.