"Possiamo - si legge nella nota - già anticipare che tante sono state le proposte giunte al Segretario Comunale, Gianluca Brizzi, di uomini e donne desiderosi di offrire il loro contributo alla candidatura a Sindaco di Serena Arrighi, nelle fila del Partito Democratico. Siamo lieti di iniziare, quindi, a rendere pubblici i nomi ed i volti di queste persone, e siamo ancora più felici di partire con una donna di grande spessore e sincerità come la professoressa Gea Dazzi, che così si racconta:
"Ho deciso di sostenere Serena Arrighi perché mi piace il suo sorriso che guarda al futuro con i piedi ben saldi a terra. Mi piace perché ha dato in primis spazio ai giovani e alle loro idee, e perché nei suoi progetti è partita dai bisogni veri della gente di Carrara, dalle piccole cose che stanno dentro alle grandi cose. La sostengo di fatto accettando una candidatura che mi è stata proposta dal Partito Democratico. Una candidatura per me politicamente accettabile perché proviene da una coalizione di centro-sinistra. Non ho mai nascosto le mie convinzioni politiche che possono convivere solo con un'idea di sinistra. Sono figlia di un sessantottino che mi ha cresciuto cantando "Figli di Reggio Emilia" e ne sono fiera. Sono una docente di Lettere che crede nella cultura come strumento di libertà e che insegna ai propri alunni tutti i giorni il valore della politica: scelta, impegno, responsabilità, partecipazione attiva alla vita della comunità scolastica e civica. Sono una cittadina di Carrara, nata a Carrara e, per quanto ami scrivere poesie e conosca bene il potere dei sogni e il furore dei grandi ideali, so anche che la mia città ha bisogno di concretezza e non può più essere abbandonata. Chiama tutti ad un impegno urgente, al fare per costruire un futuro ai nostri figli, per restituire alla sua gente uno spazio vivibile, dignitoso, rispettoso di ciò che Carrara è stata e deve tornare ad essere: una bella e fiorente cittadina tra i suoi monti e il suo mare da cui nessuno avrebbe mai voluto allontanarsi. Torniamo a Carrara dunque, torniamo ad occuparci della nostra città e a curare le sue ferite prima che si incancreniscano irrimediabilmente. Questo sentire è ciò che mi ha mossa. Basta criticare, mi sono detta, basta sognare il partito che non c'è o la grande utopia. Proviamo a dare un contributo reale. E spero di raccogliere energia buona e buone sinergie per proseguire. Non me ne vogliano quelli che ci sono già passati, quelli che non vi sarebbero mai entrati, o quelli che, alcuni amici stimati, militano in altre fila. Io ci provo adesso e da qui.