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Scritto da Redazione
Politica
15 Maggio 2025

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Continua il confronto a distanza tra il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi e il presidente della commissione marmo Nicola Marchetti riguardo alla proposta, fatta da Bernardi, di una variazione da inserire nel regolamento del marmo per agevolare le piccole e medie imprese. Dopo la segnalazione di Bernardi di come a sua proposta sia stata sostanzialmente ignorata dalla commissione e dopo la replica del presidente Marchetti, affidata solo ad alcune testate e non alla nostra, sebbene anche La Gazzetta di Massa e Carrara fosse presente alla conferenza stampa di Bernardi, e del cui contenuto, quindi non possiamo dare riscontro, non per nostra volontà, arriva da Bernardi la controreplica:“ È francamente sconcertante che Nicola Marchetti, presidente della Commissione Marmo ed esponente della sinistra, abbia scelto di rispondere sulla stampa — e non nelle sedi istituzionali — alla mia proposta di emendamento , una questione che da troppo tempo attende una soluzione concreta. Ancor più grave è il tentativo, del tutto infondato, di screditare l’iniziativa definendola “fuori dalle regole”. La verità è un’altra, e non può essere taciuta: Marchetti ha scientemente evitato di portare l’argomento in Commissione non per ragioni tecniche, ma per obbedire agli ordini politici della sindaca Arrighi e del PD. Un comportamento che svilisce il ruolo delle istituzioni e ostacola il confronto democratico su un tema cruciale per il settore. Inoltre nell’ intervento ha dichiarato che il sottoscritto aveva depositato in modo irrituale, alcuni emendamenti sul regolamento per la concessione degli agri marmiferi  senza che quest'ultimo fosse in discussione. Evidentemente, per Nicola Marchetti vale più il rispetto di certi rituali formali che il dovere di affrontare i problemi reali. Come se non bastasse, ad un certo punto Marchetti arriva anche a  sostenere che avrei dovuto rendermi conto da solo del “poco senso” della mia proposta. Un’affermazione che oltre a essere presuntuosa, è anche offensiva verso chi lavora con serietà per cercare soluzioni concrete. La mia proposta è chiara, legittima e fondata sul buon senso: è proprio questo, forse, che dà fastidio a chi preferisce il teatrino delle obiezioni formali al confronto sui contenuti.  Ribadisco l’importanza dell’emendamento per le medie e piccole imprese  che sono circa l'80 per cento del totale, perché non riusciranno mai a rispettare l'obbligo del 50 per cento, in quanto per chi lavora materiali meno pregiati non c'è mercato sufficiente e, soprattutto, le aziende non strutturate, cioè quelle con pochi dipendenti e spazi limitati, non hanno depositi abbastanza grandi per stoccare il materiale non venduto. Il problema sarebbe facilmente risolvibile con una piccola variazione del regolamento, perfettamente nei limiti imposti dalla legge regionale, in base alla quale si dovrebbe fare la riquadratura dei blocchi non più in cava, ma nelle segherie al piano. Questo darebbe molto sollievo alle aziende perché la riquadratura rientrerebbe nel computo delle tonnellate lavorate. Ho proposto questa modifica a luglio del 2024 e i membri della maggioranza in commissione marmo hanno cominciato a prendere tempo, dicendo di voler prima esaminare la cosa tra loro. Il problema è molto serio perché non esiste una sanzione pecuniaria per chi non rientrerà nei limiti del 50 per cento previsto dalla legge: la conseguenza inevitabile sarà solo la revoca della concessione. Il vero nodo politico, però, è un altro e va denunciato con chiarezza: le politiche del marmo dell’amministrazione Arrighi sono fallimentari e e i referenti delle stesse non si accettano confronto”.  Tutto il resto – i piccoli imprenditori, gli artigiani, le famiglie che vivono di questo lavoro – può essere sacrificato senza troppi scrupoli. È una deriva oligarchica, mascherata da legalità e burocrazia, che sta soffocando il pluralismo economico e la giustizia sociale nel nostro territorio. Opporsi a questo disegno non è solo un dovere politico, è un atto di responsabilità verso chi ogni giorno lavora con fatica, senza padrini né protezioni”.

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