Si è svolto al Cinema Teatro Manzoni di Pontremoli il convegno organizzato dalla Società della Salute della Lunigiana in occasione del 4 maggio, Giornata Nazionale dell'Affido Familiare. Un incontro ricco di testimonianze, emozioni e riflessioni su un tema tanto delicato quanto essenziale.
Il pomeriggio si è aperto con i saluti del sindaco Jacopo Ferri, seguiti dall'introduzione del presidente della SdS Lunigiana, Roberto Valettini, e del direttore Marco Formato. "Quando si parla di affido – ha sottolineato Valettini – ci si riferisce a un istituto di grande delicatezza ma che riguarda un numero crescente di situazioni". Ha poi citato lo storico giurista Arturo Carlo Jemolo che paragonava la famiglia ad "un'isola che il mare del diritto può solo lambire, senza invaderla" evidenziando così il rispetto necessario verso la sfera famigliare. Nel cuore dell'incontro, le testimonianze dirette. Una coppia di affidatari ha raccontato il percorso iniziato con un affido e conclusosi con un'adozione vera e propria: «Bisogna avere tempo e voglia di fare del bene – hanno detto – e non ci siamo mai sentiti soli: il centro è preparato, con persone presenti e competenti». La psicologa Virginia Rossi ha introdotto un momento di forte impatto emotivo con la proiezione dell'audio-lettera di una donna di 32 anni, affidata da bambina: una testimonianza intima iniziata con "Ciao piccola me..." che ha emozionato il pubblico dando voce all'esperienza di chi ha vissuto l'affido sulla propria pelle, testimoniandone il valore trasformativo.
Il progetto "Famiglie che aiutano famiglie" ha potuto rafforzarsi dal 2023 grazie ai Fondi Famiglia: Francesca Ferdani (assistente sociale Sds Lunigiana) e Miriam Montano (educatrice professionale Lindbergh) hanno illustrato le varie forme di affido e il supporto previsto per le famiglie coinvolte, chiarendo che l'affido non comporta requisiti di reddito ma è previsto un rimborso spese in base all'impegno e al tipo di accoglienza. È garantita anche la copertura assicurativa per gli affidatari.
Ma cos'è, in pratica, l'affido familiare? Si tratta dell'accoglienza temporanea di bambini e ragazzi da 0 a 17 anni, italiani o stranieri, che si trovano in situazioni familiari difficili. L'obiettivo è fornire loro un ambiente affettivo e stabile per il tempo necessario, nel rispetto della loro storia e facilitando quando possibile il rientro nella famiglia d'origine. Oltre all'affido residenziale, esistono forme più flessibili come la "vicinanza solidale" o l'affido diurno, che permettono anche a chi ha meno tempo o risorse di offrire supporto concreto: aiutare con i compiti, preparare una cena, accompagnare un minore da scuola.
Tutti possono diventare affidatari: non ci sono limiti di età o requisiti di tipo economico: i servizi sociali della SdS selezionano i nuclei disponibili in base alle esigenze del minore e della famiglia d'origine e mettono a disposizione un percorso formativo e di accompagnamento. Oggi, il divario tra domanda e offerta di affido resta ampio con 3 famiglie disponibili su 230 bisognose: da qui l'importanza di far crescere una "banca dati" di famiglie affidatarie.
Per chi desidera approfondire, è possibile contattare il numero 340 0411154 o scrivere all'
"Iniziative come questa – ha detto il sindaco Ferri – confermano l'importanza dell'azione della SDS anche rispetto all'abbattimento del divario tra domanda e offerta sociale rispetto al tema così importante dell'affido e del benessere dei minori". Soddisfatto il direttore Formato: "E' stato un bel pomeriggio organizzato con professionalità dal gruppo affidi della SDS". Un primo seme di iniziative ulteriori e future.