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Scritto da Redazione
Cronaca
07 Dicembre 2024

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Nasce l'uomo a fatica, ed è rischio di morte il nascimento. Sono passati quasi due secoli da quando Leopardi ha scritto questi versi, millenni dal "partorirai con dolore" biblico, che ha permesso fino ad oggi di legittimare il dolore che le donne provano al momento del parto. Millenni passati inutilmente. E così succede che negli ultimi giorni ha dominato sulla stampa locale l'informazione che la Direzione dell'ASL Nord Ovest ha deciso l'eliminazione della guardia notturna anestesiologica dedicata all'ostetricia nel presidio ospedaliero del NOA. La notizia ha suscitato reazioni, anche indignate, perché in questo modo si mette a rischio la sicurezza durante il parto sia per la madre che per il bambino e si prende per buono, ancora, il "partorirai con dolore". Si sono espressi con preoccupazione e indignazione i rappresentanti dell'Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani - Emergenza Area Critica  della ASL NO, l'Intersindacale regionale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria composta da AAROI- EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari, il dottor Baratta, ex primario di Anestesia e rianimazione, il dottor Rutili, ex Responsabile della Struttura Semplice di Anestesia e Rianimazione del Dipartimento Materno-Infantile della ASL 1 Toscana Nord che ha promosso la partoanelgesia nell'Ospedale Apuano. Inoltre la scelta è stata presa senza nessun confronto con le organizzazioni sindacali, ignorando norme e delibere regionali. La prima riflessione riguarda se l'istituto della Reperibilità può, date le dimensioni del NOA, essere la risposta alla decisione di cancellare il servizio notturno di Anestesia in Ostetricia. Tale servizio fu il frutto di una azione decisa da Medici che ne compresero l'indispensabilità: non è solo riconducibile al momento di una problematica estrema, ma alla più corrente terapia del dolore là dove necessita, in modo particolare nel momento perinatale; le Emergenze Ostetriche sono improvvise e l'emorragia post-intra partum è ancora la prima causa di mortalità, nel mondo, ma anche nei paesi ricchi. La stessa scelta fatta in passato di ridurre ad un unico punto natale andava nella direzione di garantire il servizio in un unico presidio, il NOA. Per altra casistica, con l'apertura del Dipartimento Materno-Infantile presso OPA con l'unione dei Reparti di Massa e di Carrara si è ulteriormente affermata l'importanza della presenza di un anestesista. Diventa così incomprensibile la decisione di interrompere la presenza fissa e costante a favore della reperibilità: date le caratteristiche del servizio gli anestesisti di turno saranno quasi sempre in Sala Operatoria. Chi va allora a fare l'Urgenza-Emergenza in Ostetricia-ginecologia? Decisione che suscita preoccupazione perché non si garantisce sicurezza né per la madre né per il bambino e perché la qualità della cura, l'analgesia nel parto, l'assistenza non sono garantiti. Un percorso verso la partoanelgesia iniziato oltre 30 anni fa che viene interrotto, per motivi che ci sembrano più orientati alla efficienza globale, che alle specifiche esigenze del nostro presidio ospedaliero. Le motivazioni sembrano ricondurre ad un problema di carattere economico: a conferma della volontà di questo governo di risparmiare sulla sanità ai danni dei più fragili, e delle donne in questo caso. Che senso ha confrontare le attività dei presidi dell'area vasta, quando ognuno di questi presidi ha caratteristiche proprie e opera in contesti diversi con utenza diversa? Si paragonano presidi ospedalieri a bassissimo numero di erogazioni di servizi a quelli come il NOA, che di fatto rispondono a una popolazione tra i 120 mila e i 200 mila abitanti. E soprattutto, dove sono le politiche a sostegno della maternità? Di fatto si sta assistendo ad un crescente smantellamento del SSN, sistema collaudato ed efficace di servizi al cittadino, a favore di una riduzione dei costi, come se la Sanità, così come concepita sino ad oggi in Italia e invidiata da molte popolazioni del cosiddetto Mondo Occidentale, fosse sempre subordinata alla sostenibilità del costo. Contabilità contro garanzia dei servizi, triste spettacolo se paragonato all'incremento delle spese militari o al finanziamento di opere faraoniche che ignorano gli allarmi sismici che lo Stretto di Messina comporta. Scelte di questo tipo mettono in discussione anche la pretesa eccellenza della Sanità della Regione Toscana nei confronti del resto d'Italia, collegata piuttosto alla preziosa competenza del personale medico, ma non più all'apparato Amministrativo che spedisce un apuano ad Arezzo o Grosseto per fare una TAC o all'isola d'Elba per una radiografia. Dunque la politica è chiamata a risolvere un nodo: deve prevalere la logica del risparmio imponendo ai cittadini di non curarsi se non si è in grado di spostarsi autonomamente o quello della garanzia di una cura a distanze chilometriche accettabili? Concludiamo con una richiamo esplicito alla Politica in Toscana: perché è fortemente contradditorio continuare a professare che la Sanità Pubblica e Generale sia uno dei capisaldi delle linee politiche toscane e vedere queste stesse politiche smentite dalle scelte palesemente condizionate da logiche ragionieristiche anziché dalla qualità del servizio, che chiedono ai cittadini, in modo indiretto, di pagarsi presso Studi Medici Privati le cure a poca distanza, penalizzando come sempre i cittadini più fragili. Dobbiamo dedurre che la Sanità Pubblica si ridurrà alla prescrizione dei medicinali e all'Emergenza Urgenza. Infine: perché penalizzare ostetricia in un momento in cui si fanno proclami sulla maternità? L'andamento delle scelte economiche di questo governo va nella direzione opposta, i tagli su tutto ciò che dovrebbe sostenere donne e maternità ne sono un sintomo esplicito. Ma non è questo che la Società italiana aveva in mente quando venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale.

 

 

 

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