Nella mattinata di lunedì 27 gennaio nel corso di una semplice ma significativa cerimonia, è stato commemorato l’anniversario dell’uccisione del Maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi, tragicamente assassinato il 27 gennaio di nove anni fa con un colpo di pistola al cuore sulla soglia di casa, mentre si apprestava ad andare al lavoro.
Il sacrificio del Maresciallo dell’Arma è stato ricordato nel suggestivo contesto del Duomo di Carrara, con la Santa Messa celebrata dal Cappellano militare del Comando Legione Carabinieri Toscana, Don Pietro Folino Gallo, insieme al parroco Don Piero Albanesi. Presenti alla cerimonia i familiari del Maresciallo Taibi, fra cui il fratello e i genitori che vivono in Sicilia, oltre alla vedova e i figli. Ha presenziato alla commemorazione il Colonnello Alessandro Dominici, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Massa Carrara, insieme al Comandante della Compagnia di Carrara, Ten. Col. Roberto Ghiorzi. Inoltre, sono intervenuti anche i rappresentanti delle Sezioni locali dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle Associazioni combattentistiche e d'arma, con i rispettivi labari e insegne. Soprattutto, c’erano tanti carabinieri di ogni ordine e grado che si sono riuniti in preghiera per ricordare il collega tragicamente scomparso nel 2016.
Il Cappellano militare, nel corso dell’omelia, ha rivolto un commosso pensiero a tutti i militari dell’Arma che hanno perso la vita al servizio delle Istituzioni e dei cittadini, rinnovando alla famiglia di Taibi l’affettuosa e costante vicinanza di tutti i carabinieri, specialmente il grande affetto che ha saputo guadagnare da tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Al termine della cerimonia in chiesa che si è conclusa con la tradizionale “Preghiera del Carabiniere” rivolta alla “Virgo Fidelis”, protettrice dei carabinieri, i partecipanti hanno raggiunto la tomba di Taibi che si trova nel cimitero monumentale di Marcognano, alla periferia di Carrara, dove un picchetto di carabinieri schierato in uniforme di rappresentanza, sulle note del “silenzio”, ha reso gli onori al compianto Ispettore dell’Arma. Qui è stata data lettura della motivazione della medaglia d'oro al merito civile, conferita dopo la sua morte con la seguente motivazione: "Libero dal servizio, non esitava ad affrontare, disarmato, il genitore di un giovane arrestato anni prima e poi condannato per reati in materia di stupefacenti. L’uomo animato da irragionevole rancore nei suoi riguardi, lo feriva mortalmente sparandogli un colpo di pistola. Esemplare interprete dei più alti valori etici dell’Arma dei Carabinieri con il suo estremo sacrificio, sublimava una vita mirabilmente dedicata all’adempimento del dovere".