Mai più morti alle cave: torna il grido di battaglia di Legambiente dopo ogni incidente sul lavoro nel lapideo: "Ancora una volta la città deve piangere un morto sul lavoro in cava. Proprio nella “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro”, la vigilia del Primo Maggio, festa dei Lavoratori, viene macchiata dal sangue di un operaio e velata dal lutto. Di nuovo i bacini marmiferi si rivelano “fabbriche del rischio” di fronte al quale non basta più né il pianto né l’indignazione del giorno dopo: occorre una nuova stagione di controlli e di prevenzione di tutti gli enti, non solo di ARPAT e Guardia di Finanza (che hanno meritoriamente siglato un recente protocollo d’intesa) ma anche Azienda USL, con lo SPISSL, e soprattutto del comune che rappresenta l’intera collettività carrarese, che di quel “bene comune” è la sola e unica proprietaria e non può e non deve più permettere che le cave siano ancora un luogo di morte. Mentre il nostro cordoglio va alla famiglia di Paolo Lambruschi, assicuriamo il nostro impegno quotidiano per ottenere nei bacini lapidei una gestione sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia da quello sociale e della salute e sicurezza dei lavoratori".