Portava la giacca sopra il gilet, la camicia e la cravatta, un cappello a tesa larga e l’inseparabile pipa in bocca. Non sembrava affatto uno scultore e, forse, neppure un combattente partigiano, e invece, Carlo Andrei, detto Pipa, fu uno dei principali fautori della Resistenza carrarese e della liberazione della città, tanto da essere nominato primo sindaco del comune di Apuania, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Come scultore lavorò nello studio Nicoli, diventandone socio nel 1937. Carlo Andrei fece dell’impegno politico e civile il tratto distintivo della sua vita: formato nelle fila del partito Repubblicano, nel 1930, a 25 anni, si recò a Parigi per partecipare ai funerali di Eugenio Chiesa. Il regime fascista che imperava in Italia lo avvicinò al partito comunista, nel quale trovò maggior corrispondenza di ideali: prese la tessera nel 1932 e rimase fedele al partito per tutta la sua lunghissima vita. Era nato a Carrara nel 1905 e a Carrara morì nel 1994. A Carrara, alla sua libertà, alla lotta antifascista dedicò i suoi anni migliori. Come molti antifascisti carraresi venne perseguitato dal regime fascista e fu costretto a fuggire in Francia, dove ritrovò moltissimi dei suoi compagni di lotta e concittadini. Riuscì a rientrare nella sua città d’origine nel 1931, da clandestino, e l’anno successivo fu tra i fondatori della prima sezione del partito comunista carrarese, all’epoca, ovviamente, clandestina. Fu amico e stretto collaboratore di Gino Menconi e tra i creatori delle SAP, Squadre di Azione Patriottica, attive in terra apuana. Carlo Andrei fu tra i fondatori del Comitato di Liberazione Nazionale ricevendo la tessera numero 1 dall’amico Alberto Bondielli, da lui tesserato con il numero 2. Nell’ambito del CNL ebbe sempre un ruolo attivo e determinante. Era stato segnalato dai tedeschi come persona pericolosa per l’ascendente che esercitava sulla popolazione. Metteva a disposizione la sua stessa casa per le riunioni del CNL, sostenuto nel suo impegno e nella sua lotta dalla moglie Vera, consapevole, come lui, dei rischi che correvano per tutta la loro famiglia. Andrei rimase ai vertici del CLN fino al termine del conflitto, quando venne nominato sindaco commissario, restando in carica nel primo difficilissimo anno post liberazione. In seguito Carlo Andrei tornò a dedicarsi alla sua famiglia e alla scultura: fondò un suo laboratorio A.M.A. Artistici Marmi Apuani che è ancora oggi in attività e che ha ospitato artisti di fama internazionale come Augustin Cardenas e Robert Schuman. Carlo Andrei strinse rapporti di amicizia con grandi figure dell’arte come Arturo Martini, con il quale intrattenne una lunga ed interessante corrispondenza. Di Carlo andrei ha parlato anche Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico, in un bellissimo articolo apparso sul Corriere della Sera. La passione politica di Carlo Andrei è passata alla nipote, Giovanna Bernardini, assessore alla cultura per due mandati consecutivi dal 2007 al 2017 che ricorda il nonno in occasione dell’anniversario del 25 aprile: “Mio nonno è stato sempre ricordato per la sua assoluta, immacolata onestà: non approfittò mai dei ruoli che si trovò a rivestire per suo vantaggio personale. Immagino l’immensa gioia che provò da antifascista, nel giorno della Liberazione. Il coronamento di anni di lotte e di sofferenza per lui, per la città e anche per il paese.”.
25 aprile 2025 nel ricordo degli artefici della Liberazione: Carlo Andrei, il primo sindaco di Carrara libera
Scritto da Vinicia Tesconi
Cultura
25 Aprile 2025
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