Il "Club per l'Unesco Carrara dei Marmi", quest'anno ha partecipato alla Giornata Internazionale della Luce con un’interessante conferenza tenuta dal professor Giancarlo Righini dal titolo "Dal fuoco al LED una storia di luce" tenutasi nella sala consiliare del comune di Carrara. L’iniziativa ha riscosso un grande successo sia per la partecipazione di un nutrito uditorio che per la presenza di ben sei classi provenienti dal Liceo Scientifico “G. Marconi” di Carrara e dall’Istituto Statale “A. Meucci” di Massa guidate dal personale docente. L’aula deputata alle sedute del consiglio comunale è stata gremita in ogni ordine di posto da decine di persone rimaste rapite dalla lezione del professor Righini che ha saputo fare una descrizione estesa e molto chiara iniziando con esempi che risalgono ai primordi dell'umanità, proseguendo poi fino alle ultime scoperte e alle più recenti applicazioni. Dopo l’introduzione della presidente del Club per l’Unesco provinciale Maria Grazia Passani, e i saluti istituzionali dell’assessore alla cultura del comune di Carrara Gea Dazzi, la professoressa Anna Consortini, già docente di Fisica e Ricercatrice di Ottica dell'Università di Firenze, ha illustrato gli scopi di questa giornata istituita dall'UNESCO nel 2017 introducendo inoltre l'oratore ufficiale professor Giancarlo Righini dell'Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Firenze.
«La luce è energia e, come tale, una componente fondamentale per la vita sulla Terra. È l’energia della luce solare che riscalda la Terra - ha proseguito Righini - essa è alla base dei fenomeni climatici e meteorologici, ed è vitale per la fotosintesi, il processo attraverso il quale le piante convertono l'anidride carbonica e l'acqua in glucosio (zucchero) e ossigeno. Tale energia viene prodotta nel nucleo del sole attraverso una catena di reazioni atomiche nelle quali gli atomi di idrogeno si fondono per formare elio: lo stesso processo che gli scienziati cercano di riprodurre nei reattori nucleari a fusione. Ma alla luce del giorno segue il buio della notte, e l’uomo primitivo si trovava a competere con gli animali feroci per trovare riparo nelle caverne, dove l’ombra poteva nascondere gravi pericoli. L’uomo ha cominciato a evolversi quando è stato capace di scacciare il nero della notte con il fuoco: i focolari, le torce, le lucerne alimentate con il sego o con l’olio hanno rappresentato passi successivi nell’illuminazione artificiale. Infine, a partire dall'Ottocento, le nuove tecnologie hanno permesso una svolta, e l’illuminazione pubblica, prima a gas e poi con l’elettricità, si è diffusa nelle grandi città. Le lampadine a incandescenza - ha specificato il professore - hanno segnato l’arrivo della luce elettrica in tutte (o quasi) le case. Però le lampade a incandescenza e poi quelle fluorescenti e alogene consumano molta energia con poca efficienza: buona parte dell’energia elettrica fornita viene dispersa in calore. Le lampadine a LED hanno finalmente fornito una soluzione ad alta efficienza, trasformando fino al 95 per cento dell’energia elettrica in radiazione luminosa, e stanno diventando l’unico tipo di lampadina la cui produzione è permessa nella Comunità Europea. Che cosa è un LED (Light Emitting Diode o, in italiano, diodo emettitore di luce)? È un dispositivo microscopico che utilizza strati sottili di materiali semiconduttori capaci di emettere luce quando attraversati da corrente elettrica, e il suo funzionamento può essere spiegato tramite la fisica quantistica, utilizzando il concetto che l’energia viene assorbita ed emessa non in maniera continua ma in "pacchetti” ben definiti, i quanti. I fotoni corrispondono a quanti di energia luminosa. Ecco la storia della luce può essere vista come un percorso che inizia con le reazioni nucleari nel Sole e con le reazioni chimiche (la combustione) nella preistoria per terminare (almeno per il momento) con fenomeni quantistici in cui il passaggio di elettroni fra due materiali genera fotoni".
Una curiosità sull’illuminazione pubblica a gas in Toscana: nel 1839 il Granduca di Toscana Leopoldo II sottoscrisse un contratto ventennale con una Società francese per l'illuminazione a gas della città di Firenze. I primi lampioni vennero installati nel 1845. Il contratto prevedeva che i lampioni producessero una luce sufficiente per leggere un giornale fino a una distanza di 7-8 metri. Ebbene, la sera del 1° settembre 1845 Leopoldo II volle personalmente effettuare l’esperimento inaugurale recandosi in una strada del centro di Firenze (Via Maggio) con un giornale (o una lettera, secondo altre versioni) e così verificò che la lettura era possibile e il contratto rispettato!».