Il castello e il borgo di Moneta sono da tempo al centro dell'attenzione della società civile di Carrara, che ha sviluppato un'intensa interlocuzione con l'ente locale, proprietario del castello dal 1997, e con l'ente di tutela, e cioè la Soprintendenza di Lucca e Massa-Carrara. Per passare dalla fase dell'interlocuzione alla fase degli impegni concreti le tre associazioni direttamente impegnate su questo fronte - la sezione apuolunense di Italia Nostra e le due Pro Loco della zona - hanno convocato per giovedì 24 luglio, alle 17,30, una Tavola Rotonda alla quale sono stati chiamati a partecipare - col coordinamento dello storico dell'arte Piero Donati (Italia Nostra) - il sindaco Arrighi e altri esponenti delle istituzioni e della società civile, inclusi i rappresentanti della Soprintendenza. Per un caso singolare il luogo che ospiterà la Tavola Rotonda reca il nome di Cherubino Binelli, il ricco uomo d'affari al quale nel 1911 venne notificato il decreto di vincolo del castello, edificato nel secolo XV dai genovesi Campofregoso.
La frana del 18 aprile scorso, che si è prodotta nelle adiacenze del castello e ha fatto crollare quanto rimaneva delle mura, era ampiamente prevedibile, anche perchè si è innestata su un più ampio movimento franoso che gli esperti definiscono paleofrana, come ci ha ricordato il geologo carrarese Riccardo Vagli. La posta in gioco è dunque molto alta e non è più il caso di rimandare a tempi migliori decisioni di reale, documentata urgenza. Si tratta di stabilire se il territorio di Carrara possa essere amputato di una parte così importante: si tenga conto, fra l'altro, che Moneta ebbe per secoli, nell'ambito dei borghi che fanno corona alla città, un posto privilegiato, con suoi statuti e suoi consoli, e che anche per questo non merita di essere abbandonato all'incuria o alle mire speculative di spregiudicati imprenditori.