L’Olivetti lettera 22 “non è solo un monumento di anni, ma il riassunto di un secolo che ha trovato in quella macchina da scrivere lo stratagemma per non morire”. Una frase, questa, che bene sintetizza “Storia d’amore e di macchine da scrivere” (Marsilio), l’ultimo romanzo di Giuseppe Lupo. L’Associazione Qulture lo presenterà, in dialogo con Antonio Celano, nell’ambito della Rassegna "Il Pensier Lib(e)ro", sabato 13 dicembre, alle ore 17, nella sala Gestri della Biblioteca civica di Carrara.
La storia è quella di Salante Fossi, giornalista inviato in Danimarca per il compleanno di Sandór Molnár, il ‘Vecchio Cibernetico’, e per la sua nomina al Nobel. L’uomo ha quasi cent’anni, è nato in Ungheria, è fuggito da Budapest con una donna mentre i carri armati sovietici invadevano la città, ha vissuto e studiato in tutta Europa poi stabilendosi in Portogallo. Va in giro con la custodia di una Olivetti Lettera 22 per ricordarsi che, dopo anni passati sulle macchine da scrivere e sulle macchine calcolatrici, su vocabolari in ogni lingua, ha inventato Qwerty. Non c’è cosa che Qwerty non possa fare, anche se nessuno sa che forma abbia, né cosa sia. Tra l’altro, Fossi non riesce a cavare nulla dal vecchio, che alle sue domande non risponde o divaga tra la memoria e i sogni che lo inseguono da una vita, come fantasmi. Ascoltandolo tra parole e silenzi capisce, però, che la memoria è un sentimento, che la storia delle macchine in Europa e nel mondo è passata da Ivrea, dall’immaginazione di Adriano Olivetti, e che Qwerty ha bisogno degli esseri umani così come questi hanno bisogno di Qwerty. Una favola cibernetica avvincente e tenera, scritta con una lingua ilare e trasognata in una storia d’amore, anzi due.
Giuseppe Lupo è nato in Lucania nel 1963 e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Oltre a “Ballo ad Agropinto”, dopo l’esordio con “L’americano di Celenne” (2000, Premio Giuseppe Berto e Mondello), ha pubblicato “La carovana Zanardelli” (2008), “L’ultima sposa di Palmira” (2011, Premio Selezione Campiello e Vittorini), “Viaggiatori di nuvole” (2013, Premio Dessì), “L’albero di stanze” (2015; Premio Alassio-Centolibri), “Gli anni del nostro incanto” (2017; Premio Viareggio Rèpaci), “Breve storia del mio silenzio” (2019; selezionato al Premio Strega) e “Tabacco Clan” (2022). Ha pubblicato diversi volumi sulla cultura del Novecento come “La modernità malintesa” (2023). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del Sole-24 Ore.
Per la rassegna, l’Associazione Qulture si avvale del contributo del Comune di Carrara, della Fondazione CRC e di Areaventi EHS Srl, in collaborazione con Mondadori Bookstore, Hotel Carrara, Ristorante Roma e il fotografo Massimo Susini. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.









