Alla fine del 2024, l'artigianato della Toscana Nord Ovest mostra segnali contrastanti. La provincia di Lucca registra 10.416 imprese artigiane (-0,9 per cento rispetto al 2023), Massa-Carrara ne conta 4.676 (-0,2 per cento) e Pisa quasi diecimila (-0,1 per cento). Il settore delle costruzioni segna un calo a Lucca ma cresce leggermente a Massa-Carrara e Pisa. Nel manifatturiero, soffrono diversi comparti, mentre crescono nautica, riparazione di macchinari e alcuni servizi alla persona. Versilia e Piana di Lucca restano le aree più dinamiche, mentre in Lunigiana e in Valdera l'artigianato mantiene un peso rilevante nell'economia locale. Questo quanto emerge dall'analisi dell'Istituto di Studi e Ricerche (ISR) e dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest sui dati Infocamere-Stockview. "Questi numeri, seppur in un contesto di stagnazione - afferma Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest - evidenziano l'importanza dell'artigianato per il tessuto economico delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa. Nonostante le complesse sfide contemporanee e le turbolenze geopolitiche e di mercato, l'imprenditoria artigiana continua a rappresentare un elemento fondamentale per lo sviluppo locale, contribuendo in modo significativo all'economia e, per sua peculiarità, alla cultura di queste aree." A fine 2024, la provincia di Massa-Carrara conta 4.676 imprese artigiane, pari al 22,2 per cento del totale. Sebbene il calo rispetto al 2023 sia contenuto (-0,2 per cento), il ridimensionamento nel decennio è significativo (-18 per cento), superiore alla contrazione generale delle imprese (-7,4 per cento). La difficoltà di ricambio generazionale e la pressione fiscale restano criticità, spingendo molte attività alla chiusura o alla trasformazione in modelli societari più strutturati. Le imprese individuali, che rappresentano il 75 per cento del totale, calano del 20,7 per cento in dieci anni, mentre le società di capitale crescono (+5 per cento nell'anno, +66 per cento nel decennio), favorite da normative più vantaggiose. Le costruzioni, con 1.956 imprese, crescono dello 0,4 per cento, pur in un contesto di incertezza legato alle oscillazioni del mercato edilizio e alle politiche di incentivazione pubblica. Il manifatturiero (1.020 imprese) resta stabile nell'ultimo anno, ma cala del 18,5 per cento nel decennio, segnalando una progressiva trasformazione del tessuto produttivo. La lavorazione delle pietre perde il 2,5 per cento, mentre la riparazione di navi (+22,6 per cento) e la fabbricazione di mobili (+3,8 per cento) si confermano segmenti dinamici, sostenuti dalla ripresa della cantieristica navale e dalla domanda di arredamento su misura verosimilmente a questa collegata. Nei servizi, il trend è negativo per diversi ambiti: autoriparatori (-3,9 per cento), autotrasportatori (-10,4 per cento), ristorazione da asporto, gelaterie e pasticcerie (-4,8 per cento) e pulizia generale degli edifici (-2,5 per cento). La riduzione della domanda locale e l'aumento dei costi stanno mettendo in difficoltà molte microimprese del settore. Le imprese artigiane registrano un'incidenza più alta in Lunigiana dove rappresentano il 26,3 per cento del tessuto imprenditoriale.