Finalmente:dopo anni di attese, proteste e richieste, l'amministrazione comunale ha deciso di illuminare Avenza con il bagliore scintillante del suo portafoglio. Ma non fatevi illusioni: non ci troviamo di fronte a un budget da capogiro. Di oltre due milioni di euro stanziati, ben 100 mila euro sono destinati al nostro piccolo angolo di mondo. Una cifra che fa tremare i polsi... dal ridere. Vediamo come verranno investiti questi soldi. 50 mila euro per la messa in sicurezza della famosa casa bombardata. Sì, proprio quella che da decenni campeggia come un monumento alla burocrazia e all'abbandono, le cui transenne occupano da tempo immemore il marciapiede impedendo il passaggio ai pedoni. Ci chiediamo: saranno inclusi nel prezzo anche i lavori di riqualificazione proposti dalla Pro Loco o dobbiamo accontentarci di una spruzzatina di calce e qualche tavola inchiodata qua e là? Gli altri 50 mila euro vanno alla progettazione delle opere per la Sala Amendola. Per chi non lo sapesse, “progettazione” significa che quei soldi non vedranno mai un mattone, ma serviranno per pagare disegni, consulenze per i progettisti. Un investimento che, come dire, appare “modesto” solo per chi non ha idea di come si disegnino linee rette.
Tra le spese spicciole troviamo poi manutenzioni straordinarie per strade e marciapiedi. E qui, cari passanti di via Giovan Pietro, non trattenete il fiato: i due parapedonali alla “centrale” mancanti da due anni resteranno esattamente lì... nella nostra immaginazione. Un capolavoro degno di una commedia alla Totò: tolti da una parte, messi da un’altra, ma il totale non cambia. Sempre due ne mancano. Avenza R-Esiste, ma i parapedonali no. Passando alle note positive, possiamo gioire per i lavori ripartiti presso il capannone dell’ex CAT. La Protezione Civile potrà forse ritrovare casa, e magari, chissà, il progetto originario verrà completato. O no? Perché tra incarichi esterni, interventi d’urgenza per l’occupazione abusiva e il solito balletto di fondi che si spostano ma non aumentano, il rischio di un "ridimensionamento creativo" è sempre dietro l’angolo.
E veniamo al caso del palazzo dell’ex CAT, il fiore all’occhiello della lungimiranza amministrativa. L’immobile, in condizioni pietose e pericolante, è stato messo in vendita... al prezzo di un appartamento! Sì, avete capito bene: il comune ha deciso di offrire questo pezzo di storia cadente a un costo che farebbe gola a qualsiasi speculatore immobiliare. Tra i potenziali acquirenti, c’è il proprietario dell’altra parte del palazzo, che in passato ha manifestato l’intenzione di acquistare la porzione comunale. Peccato che alla prima asta non si sia presentato nessuno. Si sarà pentito? Oppure starà aspettando un ribasso? Per ora, il mistero resta. Nel frattempo, la porzione di sua competenza non è esattamente un esempio di ordine e decoro: transenne sono state posizionate sul marciapiede adiacente, proprio all’altezza della fermata dell’autobus, per interdire l’area ai pedoni e ai passeggeri che attendono il mezzo pubblico. Certo, sarebbe un buon sistema di sicurezza, se qualcuno lo rispettasse. Invece, nell’indifferenza generale, il divieto viene sistematicamente ignorato, mettendo seriamente a rischio l’incolumità fisica delle persone. Insomma, il marciapiede è un campo minato e la fermata dell’autobus una roulette russa. Conclusione? Caro comune, grazie per averci dedicato “qualche spicciolo”. Forse non ci ricopriranno d’oro, ma di polvere e cemento sì. D’altronde, Avenza R-Esiste lo sa bene: qui si fanno le nozze con i fichi secchi e spesso i fichi neanche arrivano.