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Scritto da Redazione
Politica
28 Settembre 2025

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviato da Cisl in merito allo stato della Sanità a Carrara. 

"La sanità carrarese sconta un’arretratezza legata alla scelta storica – della maggioranza – di puntare tutto sul mantenimento del cosiddetto “monoblocco”: un ospedale molto 'amato', anche bello, ma nato vecchio, che di fatto ha sostituito, sia per spazi che per decisioni, le palazzine di Monterosso, alcune delle quali abbandonate a sé stesse nel corso dei decenni. 

Quando la politica carrarese - con la maggioranza del consiglio comunale della amministrazione Zubbani - decise la costruzione della nuova “palazzina” nell’area parcheggio lato ex Pronto Soccorso, si mise completamente 'nelle mani' della ASL, la quale decise di finanziare l'opera con i fondi “ex art. 20”, cioè, dobbiamo dircelo chiaramente, una  sorta di terno al lotto perché se non si è in grado di incidere e farsi sentire dalla Direzione della ASL - nel frattempo diventata "pisanocentrica" - il finanziamento corre il rischio di rimanere inattivo; infatti a cosa assistiamo ogni anno? Che c'è sempre un altro Comune di un altro ambito territoriale che riesce a farsi valere meglio della amministrazione cittadina carrarina, ottenendo questi fondi.

La palazzina rimane nel piano pluriennale delle opere sanitarie, ma alla fine vengono scelte altre priorità in altre aree.

Qualcuno sostenne anche l’idea di individuare una nuova area da destinare, tramite strumenti urbanistici aggiornati, ad attività sanitarie senza le ristrettezze ormai obbligate dell’attuale scelta - ad esempio San Martino -, ma l’idea non decollò. 

Nel frattempo – complice, probabilmente, si dice, qualche “manina interna” – i problemi del monoblocco sono finiti ai Vigili del Fuoco, che in un’ispezione evidenziarono carenze strutturali molto gravi: statiche, sismiche e antincendio - quest’ultima più semplice da risolvere -.

Nel caos cittadino che seguì, con una manifestazione partecipata persino in pieno agosto, si decise di utilizzare le parti basse del vecchio ospedale fino alla cubatura massima consentita - 1.000 m² in deroga di legge -. Furono acquistati anche i containers, subito problematici: scarsa resa, costi elevati, difficoltà evidenti in caso di pioggia, mancanza di privacy. Inoltre le Cure Intermedie furono spostate a Fossone, in locali pensati e costruiti come RSA, quindi solo parzialmente idonei. 

Va sottolineato che senza l’impegno dei sindacati confederali le Cure Intermedie sarebbero state assegnate a Massa alla Don Gnocchi i cui reparti attirano da tempo numerose critiche. In quei concitati momenti, in cui si sarebbe dovuto battere il pugno sul tavolo l'amministrazione comunale rimase silente e poco incisiva.

E allora viene da chiedersi: l’Assessora alla sanità, che proviene dal quel mondo, cosa ci sta a fare? La soluzione di Fossone, pur temporanea, oggi non dà particolari problemi ma occorre essere chiari: deve essere temporanea! 

Le decisioni prese per il monoblocco prevedono di “ripararlo - ma il 6° e 7° piano difficilmente potranno ospitare attività sanitarie stabili - e costruire la Palazzina. 
Ma bisogna seguire con attenzione l’iter, altrimenti – dopo dieci anni già trascorsi – rischiamo di non vedere nulla nemmeno nei prossimi dieci. Un cronoprogramma prevede la consegna tra pochi anni della palazzina e solo successivamente l’intervento sul Monoblocco.

Nel frattempo i containers peggioreranno col tempo - già da subito si stanno dimostrando inadeguati e costosi -. Le Cure Intermedie a Fossone dovranno tornare appena possibile, anche per garantire una 'convivenza' ordinaria con i medici presenti nel Polo polispecialistico.

Nel frattempo, la “Casa della Comunità” di Massa alla Stazione, pur dimezzata per non perdere i fondi PNRR - per poi completarla con risorse aziendali, ex art. 20 o altre -, sta diventando realtà. Quella di Avenza, invece, pur inserita nel cronoprogramma, si perde nelle nebbie di una politica comunale incapace di fare bene pressing a Pisa. Restano inoltre aperti i problemi, annosi, strutturali, della sede sanitaria distrettuale di Marina di Carrara. 

Concludendo, Massa ha ottenuto l’Ospedale delle Apuane - pur costruito in area acquitrinosa -, avrà la nuova Casa della Salute a Massa Stazione - PNRR per metà -, ha reso operativa la RSA Pelù e dispone di varie RSA sul territorio. Ha però difficoltà finanziarie con la Casa di Riposo pubblica ai Quercioli. 

Carrara ha perso la storica battaglia per l’Ospedale - che le sarebbe spettato per ubicazione, come sempre confermato dai vari PAL -. Il Centro Direzionale amministrativo di via Don Minzoni sta perdendo sistematicamente importanza, perché ad ogni pensionamento corrisponde il trasferimento della attività lavorata verso gli altri Centri Direzionali di Pisa, Livorno, Lucca e Versilia. Non si riescono a far partire i lavori della Casa della Comunità di Avenza, si ha problemi a Marina di Carrara, non si incide con la ASL sulla Palazzina. Sono comparsi alcuni segnali di lavori in corso - speriamo non siano come quei della Curva Nord -. Le Cure Intermedie, come detto, sono spostate in una RSA fuori mano, al confine con la Liguria e lontana dal NOA. Si perdono continuamente uffici e centri decisionali sanitari, man mano che i professionisti vanno in pensione - con i migliori che spesso passano al privato -. La gestione della attività di screening oncologico legata alla prevenzione dei tumori che prima aveva la sede a Carrara è stata fortemente depotenziata e trasferita altrove. Da noi rimarrà di fatto solo la attività di call center; l' attività di cura oncologica che prima si faceva al Monoblocco è finita al Noa per mancanza della necessaria sicurezza - a Fivizzano invece, tutto ok ? -. A Carrara poi non si nasce più'.

In conclusione dobbiamo dirlo: la situazione appare caotica, incerta, poco chiara, mancante di visione; l'amministrazione comunale si dimostra poco interessata a tutelare i servizi sanitari, mentre i carrarini pagano le tasse e non vedono difesa l'offerta sanitaria nel loro Comune", conclude la Cisl.

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