"L'incontro di giovedì 16 ottobre in Commissione Ambiente a Carrara ha rappresentato una brutta pagina per la democrazia partecipativa a Carrara. Quanto accaduto va ben oltre la semplice divergenza di opinioni tecniche sul Regolamento del Verde e configura un metodo di governo della cosa pubblica inaccettabile. L'associazione Arca ha portato un contributo estremamente dettagliato e puntuale, elaborato nell'interesse della collettività, del territorio e dell'ambiente, per il miglioramento dello strumento urbanistico. In cambio, ha ricevuto un trattamento discriminatorio e vessatorio, in palese violazione dei principi di partecipazione democratica (artt. 8 L. 241/1990 e 118, comma 4, della Costituzione)" a parlare sono i rappresentanti di associazione ARCA che elencano gli episodi da loro giudicati deplorevoli: un attacco mirato e un possibile bias di genere. Il consulente dell'Amministrazione ha scelto di rivolgere i suoi toni veementi e i suoi attacchi ingiustificati esclusivamente alla portavoce di Arca e Apuane Libere, una donna. Ci chiediamo, e lo chiediamo pubblicamente all'Amministrazione: il consulente avrebbe avuto lo stesso approccio aggressivo, lo stesso atteggiamento di sfida se si fosse trovato di fronte a un interlocutore uomo? L'evidente squilibrio di potere e il tentativo di sopraffazione verbale pongono un serio interrogativo sul rispetto delle pari dignità nella discussione pubblica; l'intervento anomalo e fuori luogo. Anomalo è parso l'intervento (peraltro non previsto) dell'agronomo della società partecipata che gestisce il verde pubblico. Ha parlato a lungo di ciò che "lui ha fatto e farà", in un monologo autoreferenziale e completamente slegato dalla discussione del Regolamento. Ci si chiede: che c'entrava? Era una strategia distrattiva per deviare l'attenzione dalle criticità sollevate e far perdere tempo prezioso alla Commissione? E ancora: la complicità silenziosa rappresentata dall'ancor più grave silenzio assordante della Presidente della Commissione, che non è intervenuta per richiamare il consulente, pagato da noi cittadini, a un comportamento consono e rispettoso, né per riportare la discussione sul tema. Questo atteggiamento passivo legittima de facto la deriva e conferma il fastidio che questa Amministrazione prova verso il controllo e il contributo attivo dei cittadini e delle associazioni.
"La strategia è stata duplice e ugualmente scorretta proseguono da ARCA - delegittimazione delle critiche, secondo un meccanismo abusato anche nei dibattiti pubblici: delegittimare l’interlocutore per delegittimare automaticamente i suoi contenuti, per evitare di confrontarsi soprattutto con la nostra critica principale, di struttura: la mancanza di una visione ecosistemica nel Regolamento, che lo rende un documento obsoleto e cieco davanti alle emergenze climatiche. È un meccanismo abusato: si sposta il fuoco dal merito alla persona, si etichetta la critica come ostilità, si crea una falsa contrapposizione fra chi “collabora” e chi “contesta”, così da evitare il confronto sui contenuti. Eleggere come unico interlocutore "virtuoso" (Divide et impera) l'altra associazione presente, complimentandosi esplicitamente con essa per la sua "collaboratività", in netto e voluto contrasto con il trattamento riservato ad Arca e Apuane Libere. Un tentativo smascherato di creare divisioni nel tessuto associativo. Peraltro, a conferma della disuguaglianza arbitraria e di un abuso di potere, ha ignorato del tutto le osservazioni pervenute in commissione da parte della LIPU nazionale, osservazioni tutte condivise nella nostra relazione. Questo episodio evidenzia una criticità sistemica all'interno dell'amministrazione, che pone in essere, o permette, azioni discriminatorie che nulla hanno a che vedere con un'azione amministrativa imparziale, pluralista, corretta ed efficace, come richiesto dai principi costituzionali. Arca e Apuane Libere condannano con fermezza quanto accaduto. Non ci sarà vera collaborazione finché il Comune non smetterà di considerare i cittadini che pagano le consulenze come avversari da mettere a tacere, anziché come una risorsa per la collettività, e finché non garantirà che le donne che rappresentano la società civile ricevano lo stesso rispetto dei loro colleghi uomini.Alla delegittimazione e alla discriminazione, opporremo una sempre maggiore determinazione nel chiedere che a Carrara si pratichi una democrazia partecipativa vera, fatta di rispetto e sostanza. E non si dimentichi che chi si impegna nelle associazioni lo fa solo ed esclusivamente per l’interesse e il bene della collettività".
Commissione Ambiente: un episodio indegno. Il Comune sceglie la delegittimazione invece del confronto sul Regolamento del Verde
Perché il Comune di Carrara risponde con gli attacchi personali alle osservazioni delle associazioni?
L’incontro di ieri in Commissione Ambiente ha rappresentato una brutta pagina per la democrazia partecipativa a Carrara.
Quanto accaduto va ben oltre la divergenza di opinioni tecniche sul Regolamento del Verde: evidenzia un metodo di gestione pubblica chiuso e intollerante al confronto.
L’associazione ARCA ha presentato un contributo tecnico dettagliato e documentato, nell’interesse della collettività e del territorio, con osservazioni fondate, oltre che sui Criteri Ambientali Minimi (D.M. 10 marzo 2020), anche sulle indicazioni della LIPU nazionale.
In cambio, ha ricevuto un trattamento discriminatorio e delegittimante, in contrasto con i principi di partecipazione e di sussidiarietà sanciti dagli artt. 8 L. 241/1990 e 118, comma 4, della Costituzione.
Episodi gravi e inaccettabili
- Attacco personale e possibile bias di genere. Il consulente dell’Amministrazione ha rivolto toni veementi e aggressivi alla portavoce di ARCA e APUANE LIBERE. Ci chiediamo se avrebbe avuto lo stesso atteggiamento con un interlocutore uomo. Il fatto solleva interrogativi sul rispetto della pari dignità e del confronto civile nelle sedi istituzionali.
- Intervento fuori tema. L’intervento dell’agronomo della società partecipata, non previsto, centrato sulle proprie attività operative, è risultato del tutto estraneo alla discussione sul Regolamento e ha distolto l’attenzione dai contenuti tecnici presentati.
- Silenzio istituzionale. Il Presidente della Commissione non è intervenuto per ristabilire ordine e rispetto reciproco. Questa omissione ha di fatto legittimato un clima di ostilità verso l’associazione.
Un metodo di governo preoccupante
Abbiamo assistito a una delegittimazione sistematica delle critiche, finalizzata a evitare il confronto sul merito – in particolare sulla mancanza di una visione ecosistemica nel Regolamento del Verde, documento che, così com’è, risulta obsoleto e incoerente con le emergenze climatiche e con i CAM.
Parallelamente, si è cercato di dividere il fronte associativo, elogiando chi si mostra “collaborativo” e ignorando del tutto le osservazioni non solo nostre ma anche della LIPU.
Questo comportamento denota una gestione poco trasparente e non pluralista della cosa pubblica, incompatibile con il principio di imparzialità amministrativa.
Ciò che è accaduto non è un incidente, ma l’espressione di una strategia purtroppo diffusa nel dibattito pubblico contemporaneo: delegittimare e aggredire l’interlocutore per annullare il valore delle sue argomentazioni.
È un meccanismo abusato: si sposta il fuoco dal merito alla persona, si etichetta la critica come ostilità, si crea una falsa contrapposizione fra chi “collabora” e chi “contesta”, così da evitare il confronto sui contenuti.
ARCA e Apuane Libere condannano con fermezza quanto accaduto.
Finché il Comune considererà le associazioni come avversari da zittire anziché come risorsa civica, non potrà esserci collaborazione vera.
Noi continueremo a chiedere, con determinazione e competenza, una democrazia partecipativa reale, basata su rispetto, trasparenza e pari dignità per tutte e tutti.