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Scritto da Redazione
Politica
20 Febbraio 2021

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"Vorremmo sapere, con parole chiare, cosa si vuol fare dell'intera costa; quale dovrebbe essere la vocazione di Marina di Carrara. La sensazione è che si stia andando spediti verso la sua condanna a villaggio industriale, altamente inquinato e soggetto ad alluvioni. Finalmente l'amministrazione e l'autorità portuale lo dicano: Marina è condannata a diventare un agglomerato urbano tagliato a metà dalle inquinanti attività di un porto commerciale in espansione. Ma l'unica implementazione che ci è concessa, anzi, che è doverosa, è quella ambientale, non più sacrificabile sull'altare del produttivismo incontrollato".

L'accusa indirizzata dall'associazione Italia Nostra Apuo- Lunense al sindaco, mette a nudo la questione evidenziatasi indirettamente durante dibattito televisivo dell'altra sera su NoiTV, canale 10: qual è l'identità che sta assumendo Marina? C'è chi infatti, tra i cittadini di vocazione ambientalista, sia rimasto piuttosto sconfortato di fronte a quel dibattito dove il sindaco di Forte dei Marmi (a mantenere le posizioni nella  strenua difesa della vocazione turistico del litorale apuo-versiliese per scongiurare il pericolo erosione dal ventilato ampliamento del porto marinello), si è confrontato col sindaco di Carrara Francesco De Pasquale e l'assessore regionale Stefano Baccelli. Nessun riferimento, durante il dibattito, al problema idrogeologico subito da Marina Est per il quale molte autorevoli voci hanno, in passato, puntato il dito contro la costruzione del piazzale città di Massa davanti alla foce del Carrione: criticità, al contrario del pericolo erosione, esclusivamente attinente al territorio carrarese e non emersa durante la serata. L'associazione Italia Nostra Apuo Lunense interviene dunque con una nota riportando al centro del dibattito quella delicata questione e chiedendo che venga fatta finalmente chiarezza sulle intenzioni dei Cinquestelle circa la scelta del volto del quartiere marinello.

Si legge nel comunicato, in cui l'associazione ambientalista tra l'altro ricorda come a garanzia da eventuali danni si dovrebbero presentare concretamente polizze e fidejussioni bancarie, non solo studi e chiacchiere: "Da più di 60 anni, ormai, si studia una soluzione in grado di conciliare il Porto con l'Erosione della costa. Non la si trova, semplicemente perché non esiste. Dove c'è un corpo rigido in corrispondenza di una costa aperta e sabbiosa e soggetta a continui dragaggi per realizzare il canale d'ingresso alle navi, non potrà mai esserci una costa sabbiosa in equilibrio, ripete da sempre il nostro geologo Caniparoli. Cosa più grave, che si tende a nascondere sebbene gli effetti siano evidenti e addirittura più catastrofici dell'erosione costiera stessa, è il fatto che le opere alla foce del Carrione sono la causa primaria delle alluvioni di Marina di Carrara. Chi è assolutamente convinto che si possa ampliare il porto senza esporre il territorio ai frequenti allagamenti e alluvioni, dovrebbe produrre garanzie reali: ad esempio, polizze fidejussorie bancarie, postume per almeno 20 anni, di istituti primari e internazionali, corrispondenti al valore dell'intero patrimonio immobiliare di Marina di Carrara".

"Le nostre preoccupazioni-aggiunge l'associazione- le troviamo condivise nel Documento di indirizzi ai fini della sottoscrizione dell' intesa tra MIT, Regione Liguria e Regione Toscana, allorché vi si precisa: "con riferimento alla futura espansione dovranno essere redatte le analisi specialistiche volte ad accertare gli eventuali effetti negativi in ordine all'erosione costiera del litorale apuo-versiliese dovuti alla previsione delle nuove opere marittime, in particolare dell' allungamento della diga foranea di sopraflutto". Esiste questo studio?-chiede Italia Nostra-Se sì, perché non è reso pubblico? Ad oggi, è un dato di fatto che non ci sia una parola definitiva, scientificamente fondata, sulla irresponsabilità negli eventi alluvionali delle opere portuali eseguite negli ultimi anni; per questo, è ancora più irresponsabile non valutare il rischio idrogeologico di nuove costruzioni il cui impatto negativo andrebbe a sommarsi a quello esistente".

Ma sono tante le domande ancora risposta poste da Italia Nostra:" E i costosissimi studi da chi sono finanziati? Da chi saranno scelti i luminari per avallare e certificare la bontà di detti studi? Saranno in grado i professionisti incaricati di produrre studi sia sull'erosione correlata con la dinamica evolutiva degli equilibri ambientali, sia sulla dinamica evolutiva dell'intero bacino idrografico del Carrione, scientificamente validi anche nel lungo periodo? Chi produrrà questi studi sarà in grado di garantirne l'obiettività, in assenza di interferenze politiche e di interessi economici di parte? Avrà il coraggio di esprimere un giudizio libero e imparziale, nell'unico interesse della collettività? Risposte legittime che i Cittadini aspettano da decenni".

Molto amara quindi la chiosa finale della nota: "Avvilente è dunque la posizione del sindaco a difesa dell'ampliamento del porto, una posizione tutta tesa al sostegno di una infrastruttura che già ora incide negativamente sulla qualità della vita degli abitanti, con inquinamento acustico e dell'aria, con il rischio idrogeologico per lo strozzamento della foce del Carrione. Ricordiamo al Sindaco che, tra i suoi compiti, c'è quello di tutelare la salute dei suoi cittadini. Se è in possesso di documenti del nuovo PRP che certificano che l'ampliamento non farà correre alcun rischio all'abitato di Marina Est, li renda pubblici. Sia coerente con i valori di trasparenza e di partecipazione propri del M5S".

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