Il comitato Ugo Pisa manifesta le sue perplessità sulla candidatura di Massa come caitale della cultura 2028: "Leggendo le dichiarazioni del sindaco Persiani sulla candidatura di Massa a Capitale della Cultura 2028, si rimane colpiti da slogan enfatici come "atto d'amore" e "territorio unico in Europa", ma ciò che davvero manca è una visione concreta e attuale della cultura. L'Articolo 9 della Costituzione tutela la cultura, la ricerca e insieme il paesaggio. Quest'ultimo non è una semplice cornice da valorizzare a fini turistici, ma un patrimonio vivo, che racconta la storia e l'identità delle comunità che lo abitano e che va protetto e conservato. Antonio Gramsci ci ricorda che "ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri". In tempi di crisi climatica e ambientale, questo sentimento di appartenenza si traduce in sostenibilità: la consapevolezza che il nostro territorio non è infinito e che il nostro agire ha conseguenze irreversibili. Avere cultura oggi, come indica specificamente lo stesso Ministero della Cultura, significa agire con strumenti chiari e coraggiosi: Attraverso lo zero consumo di suolo e un'urbanizzazione sostenibile. Non si può più pensare di sviluppare nuove aree edificabili sacrificando campagne, colline e suolo libero. Serve rigenerare l'esistente, riqualificare e adattare, non costruire con altro cemento. Perseguendo l'adattamento ai cambiamenti climatici. La terra apuana è già sotto pressione: frane, eventi estremi, rischio idrogeologico, erosione. Chi governa il territorio non può ignorare questi fenomeni, né fingere che bastino eventi e festival per cancellarli. Eppure, nelle dichiarazioni del sindaco, questi temi sono assenti. Si parla di promozione turistica e rigenerazione urbana, ma senza mai citare il consumo di suolo, la pressione antropica o il cambiamento climatico. Il paesaggio viene ridotto a uno sfondo da cartolina, dimenticando che è fragile e in continua trasformazione. Le Apuane e il mare sono descritte come "attrazioni", non come ecosistemi fragili da proteggere. Si riconosce il valore naturalistico unico e irripetibile degli endemismi presenti sulle Apuane, ma si continua a permettere che vengano distrutti dall'escavazione selvaggia del marmo. La vera sfida culturale è difendere la complessità del territorio: dalle Alpi Apuane alle spiagge, dalle terre interne ai paesaggi agricoli, oggi sotto attacco sia per gli effetti della crisi climatica sia per pesanti operazioni edilizie e infrastrutturali (Variante Aurelia, Questura, aeroporto, Casa della Salute, ex Sensi Garden, Universal Bench...).Serve una visione che tenga insieme la conservazione e uno sviluppo realmente rispettoso dell'ambiente circostante. Che punti sul riuso del patrimonio edilizio esistente e sulla rigenerazione urbana, non su nuove cementificazioni mascherate da "opportunità di crescita". In sintesi, la candidatura di Massa potrà essere credibile solo se saprà unire identità e innovazione, responsabilità ecologica, memoria e futuro, altrimenti sarà solo una vetrina passeggera, un'operazione di marketing territoriale senza sostanza e senza coraggio".