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Scritto da Redazione
Politica
31 Gennaio 2020

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Hanno resistito oltre due anni mezzo, tetragoni ad ogni anche più condivisibile proposta arrivata dall’opposizione, compatti come una falange oplitica con fiducia incondizionata ai  dictat di quelli in prima fila – gli unici a vedere il “ nemico” – addirittura in sincrono nella rituale e muta gestualità del voto in consiglio comunale e poi sono crollati sulla loro bandiera elettorale più fulgida . Quei beni estimati che si dicevano certi di risolvere con una banale seduta di consiglio e che, poi, però, non erano affatto così semplici come li avevano descritti e che, poi però, erano esattamente l’opposto di quel che avevano predicato e che, poi però, hanno dovuto trattare esattamente come “ quelli di prima” che, loro, chiamavano conniventi se non addirittura collusi con sistemi mafiosi infiltrati nelle cave, insomma: quei beni estimati che da trecento anni affliggono il comparto più importante della capitale del marmo, hanno potuto fiaccare anche la cellula grillina carrarese che pareva inossidabile. E con un crac clamoroso perché il primo, il solo, dissidente dal coro dei 5 stelle carrarini è stato nientepopodimenoche  il sindaco Francesco De Pasquale in persona. Durante il voto sulla mozione della maggioranza sui  beni estimati, nell’ultimo consiglio comunale, il sindaco è uscito dalla sala consiliare in aperto disaccordo con i suoi. Un fatto che, alla luce del comportamento da organismo unicellulare fin qui tenuto dai 5 stelle, ha, logicamente, suscitato ancor più scalpore e non pochi dubbi.

Di tradimento rispetto alla propria parte politica, ha parlato, infatti, il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi  che ha spiegato: “Da quando De Pasquale ha cominciato a governarg,  ha cambiato idea sul fatto che si potessero riprendere i beni estimati con un semplice atto di Giunta, ma non lo ha mai dichiarato.  La sua uscita durante il voto sui beni estimati rappresenta quindi il  tradimento di quello che era il suo cavallo di battaglia elettorale  e rappresenta la condanna alla rovinosa parabola discendente che ha intrapreso per la pessima gestione del bene comune primario di Carrara.” .

Bernardi si è detto convinto di un cambiamento importante avvenuto  sia dentro l’amministrazione sia tra gli elettori grillini: “ C’è stato un “tradimento” – ha continuato Bernardi -  da parte dell' amministrazione per via del lungo appiattimento ed immobilismo tenuto in questi anni sulle tematiche del marmo e delle cave, ma anche per  i voltafaccia continui.”. Bernardi ha poi sollevato dubbi sulle ripercussioni di questa dissociazione del sindaco rispetto alla sua maggioranza ed ha considerato l’ipotesi di una crisi concreta all’interno dei 5 stelle. La dichiarazione fatta da De Pasquale subito dopo il voto sui beni estimati a cui si è sottratto, nella quale spiegava che si era opposto solo all’emendamento fatto dal Pd, ha convinto poco soprattutto Bernardi: ” Il sindaco non è stato  neanche coerente con le posizioni che  aveva tenuto da consigliere comunale nel corso della precedente consigliatura. La non coerenza attiene alle modalità altamente strumentali ed ingannevoli , probabilmente a seguito del’ aspro  rimprovero da parte del vicesindaco Martinelli, che ha dovuto rilasciare dichiarazioni favorevoli alla formulazione presentata da gruppo consiliare grillino.” Per Bernardi, quindi è necessario  aprire subito la crisi proprio   per le diverse versioni propinate dal sindaco  sul voto della mozione che Bernardi ha definito una “sceneggiata napoletana con tanto di drammatizzazione”. “ Confermo il dubbio di sempre – ha concluso Bernardi -  e cioè che De Pasquale e l' amministrazione 5 Stelle pongono in essere manovre strumentali al fine di procrastinare gli adempimenti amministrativi sulle cave e sul marmo al fine di tenere fermo il settore.   Da oggi quindi possiamo parlare di vero tradimento, perché il sindaco ha di fatto tradito la città .”.

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