Le associazioni ambientaliste locali nel 2021 nelle osservazioni ai Pabe avevano evidenziato come l’apertura degli Amari fosse funzionale a Madielle Marianna, una cava di modeste dimensioni, cui risultano aggiunti i mappali che non compaiono nell’elenco degli agri marmiferi approvato dal comune.Fin dal 2011 la ditta che lavora Madielle aveva chiesto in affitto porzioni altri mappali richiesta rinnovata nel 2015 e bloccata perché erano mappali di cresta. L’apertura dell’area degli Amari sembra risolvere il problema:utilizzando il sito di tre cave dismesse da quarant’anni, si progetta una galleria di scarsa profondità che si affaccia su cava Marianna. Il Parco nel 2016, pur non avendo la possibilità di modificare il confine delle Aree Contigue di Cava, è intervenuto spostando il confine dell’area estrattiva non sulla cresta del monte, come ragionevolezza e buonsenso vorrebbero, ma all’altezza della futura galleria. Di lì a poco il Centro di Geotecnologia inserisce la nuova cava nei PABE perché sia riattivata. Oggi il problema è altro: Madielle è una rendita parassitaria in quanto viene gestita da una ditta affittuaria che cede annualmente il 50 per cento del marmo estratto, alla ditta concessionaria, da sempre la Pellerano marmi. Si dà il caso però, ma ovviamente il comune dovrebbe essere al corrente delle variazioni societarie delle ditte che hanno in concessione le sue cave, che la Savema oggi in concordato fallimentare possieda il 66% delle società Pellerano Marmi srl e Pellerano Madielle srl, mentre il 34 per cento delle due società appartiene alla società Graniti d’Europa srl che fa capo alla nota famiglia Barsi. Nel concordato Savema ha deciso di liquidare proprio la partecipazione di Pellerano Madielle per un milone 200 mila euro.Quali sono le intenzioni dell’Amministrazione e come pensa di comportarsi per questa cava? Come pensa di muoversi a tutela dei beni della collettività in ragione del fallimento della società concessionaria di cava Focolaccia collegata con cava Lavagnina? La cava inattiva da anni non è mai stata caducata: il comune avrebbe potuto metterla all’asta! Certo è che i fallimenti ed i concordati permettono al comune di riscontrare il valore minimo di mercato delle sue proprietà; sarebbe interessante pertanto prendere atto anche della valutazione di Lavagnina sulla quale l’amministrazione inerte oggi può fare ben poco.
Il CAI di Massa esprime i suoi dubbi sulla gestione del comune delle cave caducate
Scritto da Redazione
Cronaca
05 Dicembre 2025
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