Una giornata di sole splendente non può e non deve offuscare la gravissima emergenza idrogeologica che attanaglia l'intera provincia di Massa-Carrara, un problema strutturale che minaccia costantemente l'incolumità dei cittadini e l'economia locale, in particolare nei comuni di Massa, Carrara, Montignoso e nella Lunigiana. Non si tratta di calamità occasionali, ma della palese conseguenza di anni di miopia e disinteresse che hanno reso il nostro territorio estremamente vulnerabile. Il dissesto idrogeologico provinciale è il risultato di un mix fatale di fattori. L'incontrollata antropizzazione del suolo, con la cementificazione sregolata e l'abusivismo edilizio spesso sanato da condoni complici, ha ridotto la naturale capacità di assorbimento del terreno, tra tombature dei fossi e tratti totalmente interrotti del sistema reticolare dei fossi e canali. A ciò si aggiunge il saccheggio estrattivo delle Alpi Apuane, che, alterando profondamente l'assetto idrogeologico e geomorfologico delle montagne, amplifica il rischio di frane e colate rapide di fango e detriti. L'inadeguatezza delle azioni politico-amministrative in materia di prevenzione è ormai intollerabile. Di fronte a eventi meteorologici sempre più intensi e improvvisi, i continui frane e allagamenti non solo mettono a repentaglio la vita delle persone, ma penalizzano duramente l'economia, ostacolando le attività e compromettendo le infrastrutture essenziali.
Per trasformare il rischio costante in una sicurezza duratura, sono necessari interventi strutturali e una programmazione a lungo termine. Difesa del suolo e riqualificazione idraulica, per iniziare, con il realizzare opere di consolidamento dei versanti franosi, specie a difesa degli abitati in Lunigiana, e interventi di adeguamento e riprogettazione delle opere arginali sui corsi d'acqua principali (come l'adeguamento della foce del Fiume Frigido o gli argini del Torrente Carrione), essenziali per aumentare la resilienza del territorio alle piene improvvise.Gestione forestale e della montagna con il promuovere il recupero e la manutenzione del patrimonio boschivo e delle aree montane abbandonate, fondamentali per il contenimento degli effetti degli eventi atmosferici sempre più abbondanti.Pianificare lo sviluppo Urbano in modo sostenibile iniziando a bloccare l'ulteriore cementificazione in aree a rischio e rivedere i piani regolatori, introducendo misure rigorose contro l'abusivismo e favorendo l'irrimandabile de-impermeabilizzazione dei suoli urbani.Monitorare e potenziare l'allerta attraverso i sistemi di monitoraggio e allerta precoce in collaborazione con enti come il Consorzio Lamma e l'Autorità di Bacino Distrettuale.L'attuazione di un piano così vasto richiede ingenti risorse economiche, che non possono gravare unicamente sulle casse comunali. Fondi Statali e Regionali.Le risorse vanno intercettate e gestite attraverso una programmazione quinquennale strategica, attingendo ai Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), ai Fondi Europei (come FESR e FSE+), e ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) specifici per la Missione 2 (Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica), componente 4 (Tutela del Territorio e della Risorsa Idrica).
È cruciale stipulare Accordi di Programma rapidi ed efficaci tra Regione Toscana e Governo centrale per sbloccare e canalizzare i finanziamenti verso i progetti prioritari e strategici (come gli oltre 10 milioni di euro già previsti di recente per interventi mirati nel massese e carrarese). Infine ma non per ultimo è urgente cominciare a capire di cosa stiamo parlando. Infatti troppo spesso si assiste a una pericolosa confusione tra i concetti di emergenza meteorologica e emergenza climatica, confondendo il sintomo con la malattia.La sostanziale differenza è che l'emergenza meteorologica è un'oscillazione nel breve termine, gestibile con la Protezione Civile e interventi post-evento. L'emergenza climatica, invece, è un cambiamento della condizione di fondo che rende gli eventi estremi più probabili e distruttivi.A complicare il quadro si aggiunge la programmazione ex tempore degli interventi di risanamento di alcune strutture pubbliche che hanno provocato, in Lunigiana, la cessazione dell'uso delle gore nel pieno delle necessità irrigatorie delle attività agricole.La provincia di Massa Carrara non è colpita solo da emergenze meteorologiche; è vittima dell'emergenza climatica che amplifica la sua fragilità strutturale, richiedendo non solo una risposta immediata, ma una rivoluzione nella prevenzione e nella gestione del territorio.









