Cesare Micheloni torna al mondo dell'editoria ed è in procinto di divulgare la sua nuova realizzazione letteraria dal titolo "L'isola che non c'è", un libro malinconico, a tratti nostalgico, capace di rievocare sapori, immagini e profumi del passato.
L'inchiostro adoperato da Micheloni è intinto nei ricordi, quelli raccontati dalla sua generazione, per andare a riscoprire gli usi, i costumi e i passatempi di un tempo, con un focus speciale alla parte Est di Avenza, attraversata da via Passo Volpe, arteria fondamentale di una vita ricca di risorse.
Negli anni Settanta, in un'Italia color seppia, ma piena di aspettative, un bambino viveva le sue giornate in un rifugio segreto: un'isola magica che chiamava Avenza. Non era solo un luogo reale, il paese della sua infanzia, ma un mondo trasfigurato dalla fantasia, fatto di ferrovie infinite, campetti polverosi e botteghe piene di meraviglie. Tra questi luoghi speciali spiccava la Grotta, una località di Avenza che si trasformava nel suo immaginario in un regno incantato, un rifugio dove i confini tra realtà e sogno si confondevano. Era l'Italia delle cantine, dove il profumo del vino si mescolava ai racconti degli anziani, delle botteghe, delle Apecar (i cari e vecchi motocarri) che sfrecciavano nelle strade strette, e dei gelatai con il carretto che regalavano dolci momenti di felicità nelle calde estati.
Era un tempo scandito da giochi che segnavano un'epoca e tracciavano un confine generazionale: palline, gommini, piastrenbolo, calcio con due pietre a simulare i pali della porta, e i "classici" come nascondino o altri. Giochi semplici, ma capaci di trasformare un pomeriggio qualsiasi in un'avventura indimenticabile. Questi passatempi, oggi quasi abbandonati del tutto, erano il cuore di un'infanzia condivisa, un ponte tra amici e un legame con la strada, il paese e i suoi ritmi.
Le domeniche al cinema, le radioline che trasmettevano "90° minuto" e le chiamate della nonna che interrompevano la magia del gioco per riportarlo alla realtà domestica completano il ritratto di un'epoca che, pur semplice, custodiva una ricchezza emotiva e culturale.
«Oggi, da adulto, quell'Avenza là è solo un ricordo – ha commentato l'autore Cesare Micheloni - Un'isola perduta nel tempo che sopravvive nella sua memoria come una cartolina ingiallita. Il libro, in fase di ultimazione, è stato pensato proprio per cementare i ricordi sia per quelli della mia generazione, ma soprattutto per lasciare un segno anche per le generazioni future, per far capire loro come si viveva qualche decennio fa. Oggi i ragazzi abitano la città digitale, sempre connessi sul web e non hanno idea di cosa significava giocare in strada fino a sera, magari con le ginocchia sbucciate e i pantaloni da rammendare dopo una caduta rovinosa, medicata col Citrosil o peggio ancora con l'alcol puro». Attraverso parole impregnate di nostalgia e tenerezza, l'autore racconta un viaggio tra ricordi e immaginazione, restituendo la magia di un'infanzia che, pur fragile, ha lasciato un segno indelebile. Un viaggio "Tra la Grotta e il West...", potremmo quasi dire, ispirandoci ad un celebre concerto di gucciniana memoria. Questo libro è un omaggio a un'Italia (e ad un'Avenza) che non esiste più, fatta di piccoli gesti, di volti segnati dalla fatica e di tradizioni che riscaldavano il cuore. È un invito a riscoprire il proprio rifugio segreto, quel luogo reale o immaginario che ci ricorda chi eravamo. Perché, alla fine, dentro ognuno di noi vive ancora quell'isola incantata, in attesa di essere riscoperta, rispolverata e riportata in vita. Perché, se è vero che il passato è passato, il futuro può essere ancora tutto da scrivere.
Il libro di Cesare Micheloni, in fase di elaborazione e di editing, uscirà nel primo periodo dell'anno nuovo, ma alcuni capitoli sono già disponibili su L'Ecoapuano e su Diari Toscani.