È partita sabato 22 febbraio la corsa finale verso la ventesima edizione del Festival Con-Vivere, fiore all’occhiello del comune di Carrara, evento che ormai si è consolidato tra i più prestigiosi nel circuito delle manifestazioni culturali del paese, che si terrà dall’11 al 14 settembre nel centro di Carrara. La prima presentazione del tema e del progetto si è tenuta a Palazzo Binelli e, come è consuetudine, è stata anche l’occasione per presentare il direttore scientifico dell’edizione 2025 del festival. Nel ruolo che, sin dalla sua fondazione fu del compianto Remo Bodei e che, dalla sua scomparsa, è affidato annualmente a figure diverse, ci sarà, per l’edizione del ventennale la professoressa Luigina Mortari, docente di Epistemologia della ricerca qualitativa presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona e di Filosofia della cura presso il dipartimento di Scienze umane della stessa Università. Ha svolto ricerche che hanno avuto per oggetto la filosofia e l’etica della cura, la filosofia dell’educazione, l’epistemologia della ricerca qualitativa della ricerca nel campo delle scienze umane. A presentare la nuova edizione di Con-Vivere alla stampa, il sindaco di Carrara Serena Arrighi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Enrico Isoppi, la direttrice del Festival professoressa Emanuela Mazzi. L’edizione numero 20 di Con-Vivere ha come tema il concetto di “Plurale” e sarà una sorta di bilancio complessivo di tutto il percorso del festival nei suoi vent’anni di vita, come ha spiegato il presidente Isoppi nel suo intervento di saluto: “Quella dei vent’anni è un’edizione importante – ha detto il dottor Isoppi – e richiama con orgoglio la storia, la memoria e il riconoscimento di chi ha creato il festival, con grande e moderna lungimiranza, ormai circa 25 anni fa. Il visionario originale progetto di portare la cultura fuori dalle accademie e dalle università per avvicinarla direttamente alla gente nelle strade e nelle piazze della città, nacque da un gruppo guidato dal professor Remo Bodei, del quale faceva parte anche la professoressa Mortari ed ormai è diventato realtà”. Il presidente Isoppi ha poi ringraziato tutti gli enti responsabili della realizzazione del festival dal comune, alla Camera di Commercio, all’Accademia di Belle Arti, alla Fondazione Marmo e all’ autorità Portuale e poi tutti gli sponsor che, come ha ricordato Isoppi, sono andati aumentando con la crescita del festival. “La squadra è sempre la stessa – ha concluso Isoppi - ed è sempre forte con Sergio Chericoni presidente della società Progetti e Roberto Dell’Amico direttore della stessa società: contiamo di dare un prodotto di alto valore culturale, ma anche di evasione con di qualità spettacoli, nella speranza che il festival rappresenti una spinta per il centro storico della città che soffre e ha bisogno di essere sostenuto”. Il sindaco Serena Arrighi ha ribadito l’importanza per l’amministrazione di sostenere Con- Vivere e il suo grande valore come momento di festa per la città ed anche di riflessione: “Il tema ‘Plurale’ ribadisce la consapevolezza di appartenere a una comunità fatta da elementi diversi ed è fondamentale ribadirlo in questo particolare momento storico”.
A Emanuela Mazzi, come sempre, il compito di spiegare la genesi dell’edizione in corso di Con-Vivere e di introdurre il direttore scientifico: “Plurale è un concetto che abbraccia tutte le venti edizioni del festival e permette di verificare cosa, in questi venti anni, è passato. Abbiamo cercato una parola che desse una direzione nell’intendere il convivere come stare bene insieme. Il tema quindi, punta a metterci in connessione tra di noi e a metterci in connessione anche con l’ambiente, il pianeta e la biodiversità. La professoressa Luigina Mortari è stata tra i nostri relatori in passato. L’ho scelta come direttore artistico per la profondità dei suoi studi, per l’approccio teorico, pratico e interdisciplinare e per la sua sensibilità”. Emanuela Mazzi ha ricordato anche che sono in procinto di partire i progetti legati alla scuola, in accordo con l’ufficio scolastico territoriale rappresentato dal professor Vincenzo Genovese, per la collaborazione delle cosiddette “magliette arancioni” e per il concorso che ha per tema l’amicizia.
La professoressa Mortari non ha nascosto un po’ emozione per essere passata dall’essere ospite di convegni a dirigerne l’organizzazione ed ha aggiunto. “Mi piace il concetto di ‘plurale’ perché rende bene l’idea di tenere insieme che è più importante per me del concetto di inclusione. Includere presuppone una dimensione claustrofobica in cui tutti sono obbligati a stare dentro qualcosa, mentre il tenere insieme è un bisogno presente specialmente in questo tempo difficile per le relazioni e l’emotività. Ho fatto ricerche che hanno confermato come l’ansia e la difficoltà a reazionarsi con gli altri siano presenti già nei bambini molto piccoli, siano importanti tra gli adolescenti che hanno sempre più difficoltà a trovare un modo per realizzarsi, e che esistono anche tra gli studenti universitari sempre molto fragili. Oggi quindi viviamo in un tessuto relazionale infragilito eppure noi siamo fatti di relazioni: “Siamo un colloquio” perché sono le parole che costruiscono o che mettono a repentaglio le relazioni. La pluralità è tenuta insieme dall’amicizia: non può esistere una citta se non c’è amicizia tra i cittadini, almeno amicizia intesa come buona convivenza. L’immaine scelta per il cartello di questa edizione di Con-Vivere è emblematico: ci sono foglie appese a un filo, come le nostre vite appese al filo del tempo. Abbiamo l’onore di trovare un percorso di senso nelle nostre vite, ma questa cosa può essere fatta solo insieme. Eventi come il festival Con-Vivere restituiscono speranze e fiducia alle persone”.
La ventesima edizione con-vivere intende offrire uno spazio riflessione su un tema chiave. Il vivere assieme ha come dato costitutivo originario la qualità ontologica della pluralità: come salvaguardare la dimensione plurale che caratterizza le nostre società tutelando le minoranze, guardando alle differenze e alle diversità come valore e non come limite? Se il “con-vivere” è costitutivo della condizione umana, il “con-vivere-bene” rappresenta l’obiettivo verso cui ogni comunità tende. Salvaguardare la singolarità nella pluralità per costruire comunità, richiede azioni cognitive, affettive, etiche e più largamente politiche. La dimensione plurale dà conto delle numerose identità che popolano la sfera sociale, identità intese a loro volta non monolitiche ma anch’esse plurali; il plurale si esplica poi nelle molteplici reti di relazioni che definiscono il vivere assieme e che rendono necessario l’agire politico inteso come “cura degli esseri umani non singolarmente ma collettivamente” (Platone, Politico 275d). Un’attenzione particolare, come sempre, sarà poi rivolta alle questioni sollevate dallo sviluppo scientifico e tecnologico: oggi più di ieri, infatti, “l’altro” di cui avere cura è il pianeta su cui di fatto costruiamo il nostro vivere assieme. L’immagine scelta per quest’edizione rappresenta foglie diverse appese a un filo che si rivolgono allo spettatore e lo invitano a una riflessione intuitiva ma non scontata: il carattere plurale è ontologico e costitutivo prima ancora della condizione umana anche di ogni altro essere vivente naturale. Il rispetto per la biodiversità è, del resto, oggi oggetto di particolare attenzione e cura, dal momento che i cambiamenti climatici e l’intervento umano stanno mettendo a rischio numerose specie e habitat. La scelta di appendere le foglie a un filo suggerisce anche un’idea di connessione e interdipendenza: ogni elemento della natura è legato agli altri, il benessere di uno influisce su quello dell’intero ecosistema.
Con-vivere Carrara Festival, che ad ogni edizione registra più di 25.000 presenze, nasce allo scopo di analizzare e condividere i temi legati alla convivenza fra identità e diversità culturali, religiose, politiche nell’ambito della società attuale. Ogni anno il quadro generale rappresentato dal festival con-vivere viene approfondito secondo un taglio specifico e sviluppato in un ricco programma che prevede solitamente oltre settanta appuntamenti fra conferenze, dibattiti e confronti diretti con specialisti di livello nazionale e internazionale, integrati e coordinati con mostre, spettacoli teatrali, laboratori, spazio bambini e musica. Già attive anche le iniziative di coinvolgimento delle scuole del territorio, come ad esempio il progetto delle “magliette arancioni” per la partecipazione degli studenti delle scuole superiori al festival e il concorso, che quest’anno avrà come titolo “Likes. I legami di amicizia oggi”.