Mancherebbero 800 mila euro per riqualificare gli interni del museo del Marmo e per reperirli l’amministrazione carrarese avrebbe avviato una sorta di “crowdfunding” attraverso il quale, gli eventuali donatori si assicurerebbero intitolazioni di stanze del museo con targhe apposte sulle porte, o, addirittura, il diritto di usarle per alcuni eventi. Le voci, rigorosamente “di corridoio” sono riferita dal consigliere di FdI Massimiliano Manuel che non ha esitato a definire la cosa “Una fiera proposta agli imprenditori del marmo con tanto di dépliant intitolato “Adotta il Museo del Marmo”. Si tratterebbe, secondo Manuel, in un’operazione con cui il comune elemosinerebbe denaro presso gli imprenditori del marmo, trasformando il Museo in una sorta di azionariato privato: “Basta staccare un bell’assegno, magari con l’ART Bonus e, il nome dell’imprenditore finisce inciso sulla targa della sala con specifico tariffario da scegliere tra più opzioni di importi diversi.- ha detto Manuel - Oppure l’imprenditore potrebbe diventare “socio” ed utilizzare il brandMuseo e i suoi spazi per le attività commerciali. Il paradosso tocca il fondo con la figura del direttore del Museo, Stefano Genovesi, referente dell’operazione di questua, che ha avuto l’incarico dopo che il museo era stato chiuso per i lavori e che, quindi, non ha mai svolto il suo lavoro, pur percependo regolarmente lo stipendio. Uno spreco di denaro pubblico che forse si poteva evitare o programmare meglio. L’amministrazione spera nel miracolo dalla colletta tra gli imprenditori che, tuttavia, non si sarebbero affannati per partecipare, visto che, a quanto risulta si sarebbero presentati solo in cinque alla riunione organizzata dall’assessore Gea Dazzi e nessuno avrebbe poi deciso di aderire al progetto. Possibile che l’amministrazione non si renda conto di quel che si domandano i cittadini? E cioè se non bastano le tasse che paghiamo per la gestione del territorio, tanto da chiedere anche di adottare il museo le aiuole e altro? È questa la fine della Città del Marmo? Un tempo simbolo di ricchezza e cultura, oggi ridotta a chiedere la carità per salvare un patrimonio che dovrebbe essere un dovere dell’amministrazione, capace solo di pronunciare proclami, mentre la realtà è ben diversa dalle illusioni vendute alla città. C’è da dire che la Camera di Commercio aveva subito finanziato 550 mila euro nel 2023 poi aumentati ad 1 milione di euro , ed il comune invece aveva previsto solo 319 mila euro dilazionati in tre anni - 119 mila euro nel 2023 - 160 mila nel 2024 e un ridicolo 40 mila nel 2025. Uno schiaffo alla cultura senza precedenti che causerà lunghi anni di chiusura e degrado. Ricordiamo che durante la presentazione del progetto a dicembre del 2024, cioè solo un mese e mezzo fa, il sindaco aveva avuto persino il coraggio di parlare di “rinascita”. Ma quale rinascita? Carrara soffre della mancanza delle sue troppe strutture e palazzi storici simbolo, che sono desolatamente chiusi da anni e di cantieri aperti non se ne vedono. Speriamo che il Museo del Marmo non si riveli l’ennesimo insulto ai cittadini di Carrara e che il nostro tesoro culturale più importante ed unico al mondo non cada nell’oblio.Come può immaginare questa amministrazione di vendere le sale scientifiche e storiche su un tariffario di un depliant per un valore complessivo di 915 mila euro?Non bastano più gli annunci trionfalistici e i solenni riconoscimenti dei propri presunti meriti, servono fatti, serve reperire subito i fondi mancanti perché tra pochi mesi la camera di commercio rispetterà gli impegni presi, ma il comune di Carrara sarà in grado di adempiere ai propri impegni? Serve più rispetto per un Museo unico al mondo e per la storia identitaria di Carrara. Fratelli d’Italia chiede spiegazioni chiare e circostanziate e preannuncia interpellanza in consiglio comunale”.
Mancano i soldi per restaurare il Museo del marmo e il comune propone agli imprenditore di adottarne le sale: la critica del consigliere Manuel
Scritto da Redazione
Politica
07 Febbraio 2025
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