"La montagna va valorizzata, non messa in croce o sarà abbandonata da tutti. Il caso di Campocecina, sopra Carrara, rappresenta l'apoteosi della burocrazia italiana: uffici che non si parlano, la mano destra che non sa cosa fa la sinistra, così che oggi ci ritroviamo la strada sistemata da almeno un paio di anni ma le ordinanze e i divieti di prima restano ancora in vigore". Una denuncia e un appello alle istituzioni, firmati dal direttore di Confartigianato Massa Carrara Lunigiana, in sinergia con i gestori dei due rifugi che vivono proprio del turismo che raggiunge Campocecina. Il caso è un 'classico' all'italiana. "Stiamo parlando della strada che dal bivio della "Spolverina", sulla SS 446, tra Castelpoggio e Fosdinovo, conduce a Campocecina (Via Martiri della Libertà) – prosegue Mascardi -. Una strada che in passato ha vissuto gravi momenti di difficoltà, buche, avvallamenti, dissesti e tanto altro ancora. Condizioni critiche in vari e lunghi tratti che rendevano pericolosa la circolazione, soprattutto per motocicli e biciclette. Il Comune di Carrara, nel 2020, aveva quindi emanato un divieto di transito per mezzi a due ruote e un limite di velocità di 20 km/h per automobili, come misura cautelare finché i lavori non fossero stati completati". Quei lavori, però, sono stati fatti, con tempi lunghi ma sono finiti: "Dopo un parto estremamente travagliato, da oltre due anni, i lavori sono terminati e la strada sarebbe di nuovo percorribile – prosegue il direttore di Confartigianato -. Il condizionale è d'obbligo. Aperta ma non per tutti: nonostante la sede stradale sia stata rinnovata e dichiarata nuovamente percorribile permane il divieto di accesso alle motociclette ed alle biciclette, basato su una condizione ormai superata. Il rischio per cui era stato imposto era legato a dissesti strutturali che oggi non esistono più. Ciò che era una misura di tutela è di fatto divenuta un elemento di penalizzazione soprattutto per gli eroici operatori che continuano credere nel turismo alpino carrarese". Lo confermano Andrea Scagliola, che assieme alla moglie gestisce il rifugio Carrara del Cai, e Alba Lattanzi, che gestisce il Rifugio Belvedere. "Queste restrizioni sono di fatto un freno allo sviluppo e alla diversificazione dell'offerta turistica che è vitale soprattutto in questo periodo di ferie estive", rimarca Scagliola. "Escludere i motociclisti e ciclisti, significa rinunciare a una fetta consistente e fidelizzata di clienti", continua Lattanzi. "Senza se e senza ma, riteniamo – concludono in sinergia Mascardi, Scagliola e Lattanzi- che il divieto debba essere revocato in quanto il rifacimento della sede stradale ha eliminato i pericoli che in passato avevano giustificato il divieto. Mantenere una restrizione ingiustificata penalizza motociclisti e ciclisti senza motivo, mentre automobili e camion possono disporre del transito. Ci aspettiamo pertanto che il Comune di Carrara emani al più presto un'ordinanza formale di revoca del citato divieto ed aggiorni la segnaletica stradale eliminando i relativi cartelli. Basterebbe un parere positivo dell'ufficio strade, un sopralluogo sul posto. L'estate fra poco volgerà al termine e una risposta immediata è quel che ci aspettiamo".