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Scritto da Redazione
Cronaca
28 Ottobre 2025

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La regina dei boschi è tornata. E' una stagione quasi da record per la castagna in Lunigiana. Era da tempo che non se ne vedevano così tante ma anche belle e sane allo stesso tempo. Almeno una decina secondo i castanicoltori e sicuramente prima della diffusione su larga scala del cinipide Galleno nel 2008 che dopo pochi anni avrebbe quasi azzerato la produzione rischiando di mandare a gambe all'aria un settore importantissimo per le aziende lunigianesi e della montagna massese, nove su dieci a conduzione famigliare. Clima favorevole (finalmente) e le giuste quantità di piogge nel momento più opportuno della maturazione dei ricci, porteranno ad un incremento del 40 per cento del raccolto. A dirlo è Coldiretti Massa Carrara sulla base dell'analisi dell'Associazione Nazionale Città del Castagno che monitora costantemente le aree di produzione. Lo sbuffare dei camini degli antichi seccatoi, tanti quelli riattivati negli ultimi anni dalle nuove generazioni di castanicoltori, segnano il risveglio di una filiera ancora oggi vitale per molte comunità rurali e una fonte di reddito indispensabile per gli agricoltori in territori dove non tutte le colture sono possibili. "C'è un ritorno potente alla castanicoltura. Tanti giovani e tante imprenditrici sono tornati nei boschi per recuperare e valorizzare i castagneti, molti dei quali abbandonati, trasformando quella che era una coltura legata alla sopravvivenza delle popolazioni in un volano economico turistico, enogastronomico e sociale. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – La multifunzionalità, voluta da Coldiretti, è lo strumento che ha permesso di dare una lettura moderna al nostro settore permettendo anche alla castanicoltura di andare oltre la sola produzione e la trasformazione in farina e prodotti alimentari derivati permettendo ad aziende agricole ed agriturismi di esplorare nuove opportunità soprattutto in ambito turistico e didattico. Esperienze sempre più ricercare dai turisti e dalle famiglie: un modo diverso e al passo con i tempi per vivere il bosco, apprezzare i suoi frutti e sostenere le aree interne".

 

La stagione molto positiva è stata favorita dalle piogge generose di agosto che, come per l'esplosione dei funghi, è stata molto utile alla fruttificazione dei castagni. La conferma arriva dall'associazione Città del Castagno nella sua analisi che parla di una "grande fioritura dei castagni in primavera seguita da una buona allegagione che ha permesso la formazione di tanti ricci". "Condizioni ben diverse dalla siccità estiva del 2024 che aveva favorito, al contrario, la caduta a terra dei frutti con conseguente riduzione delle quantità. Sia per le castagne che per marroni si prevede dunque una buona produzione, scarsità di bacato e attualmente mancanza di marciume gessato (Gnomoniopsis castanea)".La Toscana può sfoggiare ben cinque produzioni a denominazione di origine una delle quali è la farina della Lunigiana Dop, l'oro dell'autunno per cui si prevede una buona produzione. La farina è ottenuta attraverso un processo secolare che prevede l'essiccatura lenta e la macinatura nei mulini delle castagne. Un prodotto molto richiesto e duttile, un tempo ingrediente principale dell'alimentazione delle popolazioni più povere – da qui l'appellativo di pane dei poveri - destinata alle filiere alimentari e alla ristorazione agrituristica. La buona produzione di quest'anno non chiuderà purtroppo, come sempre più spesso sta accadendo, le porte del nostro mercato alle castagne straniere provenienti da Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo. Ragione per cui Coldiretti Toscana è tornata sugli scudi chiedendo di difendere un settore già molto fragile dalla concorrenza sleale aumentando l'intensità dei controlli sull'origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori una volte finite dentro le cassette. Ancora peggiore è – spiega Coldiretti Massa Carrara - la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l'obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti Massa Carrara suggerisce di fare affidamento sulle aziende agricole del territorio specializzate nella coltivazione di questo frutto per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Molto importante il ruolo di mercati di Campagna Amica così come sagre e feste di paese che in queste settimane animano borghi e paesini dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne. Per unire l'utile al dilettevole sono in crescita le aziende agricole che propongono, a fianco della raccolta, numerose attività didattiche e ricreative favorendo la destagionalizzazione e la resilienza delle comunità rurali.
Per informazioni www.massacarrara.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldirettimassacarrara, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube "Coldiretti Toscana" e canale Telegram "coldirettitoscana"

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