Il comitato per la difesa del Politeama, dopo un lungo silenzio torna all'attacco: "È da un po' che non scriviamo qualcosa a proposito del Politeama: qualcuno potrebbe aver pensato che non c'è più niente da dire, e invece no, il fatto è che forse anche noi del Comitato stiamo rischiando di cadere nel male più grande che affligge i problemi civici o sociali: l'abitudine. Il fatto è che i carrarini ormai si sono abituati a vederlo così, a questo stato di cose, come quel mal di schiena che poi ci convivi e ci pensi solo quando esce l'ernia, ma ormai è tardi. Ci sono ragazzi di vent'anni che l'hanno sempre visto così e quindi non sentono né conoscono il problema; siamo arrivati al punto che non sappiamo più distinguere cosa è teatro e cosa è appartamento, dove finisce uno e inizia l'altro, come fosse ormai normale considerarli una cosa sola. Ma nonostante il tempo che è passato continua a non essere così, ed è bene ricordarlo, perché chi perde la Memoria sviluppa un'idea distorta del futuro, a tutto tondo. In questo senso è interessante notare il recente allarme apparso sulla stampa relativo agli intonaci che si deteriorano, che indica un muro, invisibile da qualsiasi strada pubblica, di una delle abitazioni ricavate dentro la torre scenica, che sono la causa della chiusura del teatro. Si tratta di una delle otto abitazioni a cui si accede dal condominio di via Cavour, che, in origine erano gli spazi di manovra, le gallerie e le scale di sicurezza del nostro sempre meno amato teatro, suddivise e vendute dalla proprietà che ha avuto interesse solo al valore economico di tutti quei metri cubi in pieno centro, non certo al valore sociale e culturale. Col passare del tempo, vivere in aderenza ad un edificio abbandonato crea dei disagi, e quindi arrivano alla stampa segnalazioni di allarme, che mischiano le vicende giudiziarie che tutti conosciamo, con le scriteriate appropriazioni della Caprice (vecchia e nuova) su un bene che doveva restare ad uso pubblico, fatti avvenuti ben prima dei crolli, per cui suggeriamo a chi vive in quegli appartamenti di richiedere alla Caprice di permutare il vostro appartamento, che non può avere l'abitabilità essendo ricavato entro un bene tutelato, con un appartamento in piena regola. Sarebbe questo l'argomento da discutere al tavolo coordinato dal sindaco di Carrara Serena Arrighi, che il comitato Politeama è andato a incontrare appena si è insediata, portando una soluzione per la riapertura del teatro che ci pare decisamente fattibile con un minimo di coscienza e coraggio politico. Ma ci è stato risposto che quella non è una priorità e infatti ai tavoli non ci hanno mai convocato, nonostante che ogni volta che sui giornali si parla del Politeama, vengano citati dati, fatti e conclusioni che spesso sono stati sollevati e sviluppati da noi. Ma la proprietà privata è sacra, con la cultura non si mangia e così il Politeama torna fuori solo quando esce l'ernia, che diventerà una priorità solo quando scatterà l'urgenza ma ci sta che allora sarà tardi.
Mentre il primo processo ha condannato i proprietari stabilendo che il crollo era evitabile, gli stessi si descrivono nell'articolo come benefattori che avrebbero volentieri regalato il teatro alla città, mentre invece vogliono regalare un teatro inservibile e un carico economico che spetta a loro, al comune e alla cittadinanza tutta e intanto ricorrono in appello. Ma come abbiamo già detto al sindaco, mentre la vicenda legata ai crolli sul lato della Piazza Matteotti prosegue in tribunale, le attenzioni di tutti si devono concentrare (oltre che sulla sicurezza pubblica) soprattutto sul recupero degli spazi sottratti alla torre scenica, con buona pace di chi ha comperato e venduto un bene pubblico pensando di fare un affare. Prima di regalare alcunché, la Caprice si deve fare carico di lasciare libere le gallerie di manovra e le scale di sicurezza della torre scenica. Questo è il punto, che coinvolgerà obbligatoriamente anche le stesse persone che ora lanciano allarmi perché sono state infilate in una speculazione edilizia che per sua natura ruba qualcosa al pubblico per interessi privato, sono state raggirate con colpevoli omissioni, e si trovano a vivere dentro ad un teatro mutilato dai loro stessi appartamenti, purtroppo. E se non sentiamo la profonda gravità di tutto questo significa che, ahinoi, anche alle speculazioni ci siamo abituati.








