“La riqualificazione del vecchio parco della Rinchiostra ha dimezzato quello che è sempre stato un rifugio climatico naturale di quartiere. Una buona parte del parco oggi è un giardino esposto al sole e la posizione di ben cinque delle dieci panchine installate dall’amministrazione comunale rimane in pieno sole. L’amministrazione comunale deve con estrema urgenza aumentare il numero di panchine all’ombra in quella parte di parco salvata dalla Soprintendenza” evidenzia la consigliera Bennati. “Il parco aveva senza dubbio tanti problemi dovuti alla mancanza di cura, questo nessuno può negarlo, però c’erano molti modi per affrontare la sua riqualificazione. Averlo declassato da parco a giardino è stato un clamoroso errore figlio di quell’incapacità di ascolto, che troppo spesso ha caratterizzato questi sette anni di amministrazioni Persiani. Salvaguardare gli alberi per garantire il raffrescamento naturale, caratteristica tipica del parco della Rinchiostra in estate, non era una battaglia di retroguardia della cittadinanza ma una posizione lungimirante.” osserva Bennati.Il Polo Progressista e di Sinistra, composto da M5S RC e Mcc, da due anni ripete al sindaco che la sua visione di città è in contrasto con i cambiamenti climatici in atto; estati sempre più calde impongono alle amministrazioni comunali scelte conseguenti. Tutelare il suolo, aumentare il numero dei parchi pubblici e allargarne il perimetro, dovrebbero essere alcune linee guida di un’amministrazione comunale che guarda al futuro. Invece il sindaco Persiani ha scelto di declassare la Rinchiostra da parco a giardino senza ascoltare il quartiere e i suoi bisogni. In questo modo ha plasmato quel luogo pubblico a una visione di città tipica della destra, dove lo spazio pubblico diventa spazio di mercato. Così il parco diventando “Giardini della Rinchiostra” insieme alla villa hanno smesso di essere il luogo della vita quotidiana del quartiere, dove le persone stavano insieme a parlare al fresco mangiando un gelato al bar del parco. Oggi quello è un luogo senza dubbio ordinato ma escludente, dove il nuovo potere politico va in scena sul palco di un programma culturale che ha costruito per auto rappresentarsi.