Condanna della scelta di Arrighi di proporre il boicottaggio dei farmaci israeliani nelle famacie comunali anche dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella: “Il sindaco rappresenta tutti i cittadini, non le proprie opinioni o convinzioni politiche. Le farmacie comunali sono servizi pubblici e non possono essere strumentalizzate per imposizioni politiche o ideologiche. Indipendentemente dal punto di vista sul conflitto a Gaza, il servizio delle farmacie comunali deve rimanere neutrale e accessibile a tutti. In relazione alla lettera del Sindaco Arrighi indirizzata alla direttrice Lucia Venuti, con la quale ha invitato le farmacie di Nausicaa ad aderire alla campagna di boicottaggio economico dei prodotti realizzati da aziende israeliane o a capitale israeliano, ritengo che invitare a non vendere medicinali in base alla loro provenienza è un atto inaccettabile, che viola principi costituzionali, diritti dei cittadini e norme commerciali. In un momento delicato come quello attuale, in cui si sta cercando di portare la pace, iniziative di questo tipo possono solo aumentare le avversità e rischiano di apparire come propaganda a fini politici personali. Le criticità principali di un simile comportamento sono chiare:
- Violazione del principio di imparzialità e neutralità dell’amministrazione pubblica
L’amministrazione pubblica deve operare nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione, cioè in modo imparziale e senza discriminazioni di tipo politico, religioso, nazionale o etnico. Un’istruzione del genere è quindi impropria e contraria ai principi di buona amministrazione.
- Discriminazione commerciale e possibile violazione di norme europee e nazionali
Vietare o ostacolare la vendita di prodotti per la loro provenienza nazionale è una forma di discriminazione commerciale che può violare sia la normativa sulla libera concorrenza sia quella antidiscriminatoria (D.Lgs. 215/2003, recependo la direttiva UE).
- Lesione della libertà individuale dei cittadini
I cittadini hanno il diritto di acquistare medicinali regolarmente autorizzati dall’AIFA o dall’EMA senza subire limitazioni imposte per ragioni politiche. Farlo significherebbe usare un potere pubblico per condizionare scelte private, cosa incompatibile con i principi democratici e con il ruolo stesso del sindaco.
Qualsiasi tentativo di condizionare la vendita di medicinali nelle farmacie comunali per motivi politici è profondamente inaccettabile. Il sindaco deve garantire che le farmacie comunali rimangano servizi pubblici imparziali, liberi da ideologie e accessibili a tutti i cittadini, senza eccezioni”.









