Politica
Candidatura Massa Capitale Italiana Cultura 2028: l'onorevole Barabotti ringrazia la Lega Massa Carrara
Anche l'onorevole Andrea Barabotti della Lega ha espresso grande soddisfazione per l'approvazione all'unanimità della mozione in Consiglio Regionale: "Un passo decisivo per la candidatura della nostra città a…

Bandiera della Palestina sul muro del comune: la lista del sindaco Arrighi risponde alle polemiche
Ha suscitato molte polemiche, non solo tra i consiglieri dell'opposizione, ma anche tra i cittadini, la scelta del sindaco di Carrara Serena Arrighi, di esporre sul muro del…

Azione si congratula con Angelo Zubbani per la nomina ne comitato Portuale di sistema: competenza ed esperienza al servizio del Porto e del territorio
Azione Carrara esprime le proprie congratulazioni ad Angelo Zubbani per la recente nomina nel Comitato Portuale di sistema Carrara - La Spezia. Una scelta che, secondo Azione, rappresenta…

Cisl Toscana Nord: eletti il nuovo segretario generale e la segreteria confederale
Si è svolto martedì 8 luglio presso la Cassa Edile di Lucca, il Consiglio Generale della CISL Toscana Nord, convocato per eleggere la nuova Segreteria confederale a seguito…

Il consigliere comunale massese Simone Ortori elogia l'intervento in via Tecchioni
Nuovi lavori in via Tecchioni, a Massa che si saldano a quelli nel versante del Comune di Montignoso e della Provincia, in via dei Colli, per poter…

Mareggiata colpisce ancora la costa massese. Fratelli d'Italia: "Basta interventi tampone, la Regione finanzi subito la progettazione esecutiva della difesa del litorale.
L'ennesima mareggiata che questa notte ha colpito la costa di Marina di Massa ha nuovamente messo in ginocchio stabilimenti balneari e attività economiche locali, soprattutto la zona…

Degrado in via Tinelli, i cittadini si mobilitano: interpellanza in Consiglio Comunale con raccolta firme
Degrado del verde pubblico, segnaletica assente o danneggiata, strade dissestate e piste ciclabili impraticabili. Sono queste le principali criticità denunciate dai residenti di via Tinelli, nella frazione di…

"Lorenzetti usa le istituzioni per la sua campagna elettorale. Palazzo Ducale non è la sua vetrina elettorale": la critica di Fratelli d'Italia Massa Carrara
Fratelli d'Italia, attraverso il presidente provinciale Marco Guidi esprime forte indignazione per l'ennesimo comportamento inopportuno del Presidente della Provincia di Massa-Carrara, nonché sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti,…

'Presidenza assente, situazione ormai insostenibile': la critica della consigliera del Consorzio 1 Toscana Nord Maria Teresa Baldini
Maria Teresa Baldini, consigliere del Consorzio 1 Toscana Nord e componente della lista "Difendiamo il Territorio", che torna a denunciare una gestione che definisce "inadeguata e ormai insostenibile".Le…

Successo per il Futura Festival a Marina di Carrara: l'associazione ringrazia la città
Ha richiamato molti giovani e suscitato grande entusiasmo il Festival di Associazione Futura che si è tenuto a Marina di Carrara il 4 e il 5 luglio. Da…

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La consigliera Daniela Bennati del Polo Progressista e di Sinistra (M5S e UP) invita il sindaco Francesco Persiani ad aprire un serio confronto tecnico e politico sul Piano di Recupero di un immobile in via Galvani. La volontà del Presidente del Consiglio e dei gruppi consiliari di maggioranza è quella di portare in aula, il prossimo lunedì, l’atto amministrativo che permette il cambio di destinazione d’uso in residenziale. La variante comunale al piano acustico del 2019 non solo non ha risolto nulla ma anzi ha peggiorato la situazione non facendo l’analisi di coerenza fra strumenti urbanistici. La maggioranza non può uscire dal caos facendo finta che la variante acustica sia coerente con le indicazioni del regolamento regionale. Aggrapparsi allo stato di fatto dell’epoca, aggiungendo forzature a forzature, è una pessima idea su cui fondare la variante urbanistica specifica in vista del voto in aula.Persiani prenda atto di avere una maggioranza consiliare che non ha capito la portata di quello che sta facendo. Fermi l’atto e prenda la strada di una variante al Piano Acustico Comunale che realizzando la coerenza fra strumenti urbanistici permetta il piano di recupero in via Galvani. Poi venga convocato nelle commissioni competenti il responsabile di Ambiente Spa che ha redatto la variante come richiesto dal Polo Progressista e di Sinistra. Averci impedito, da parte dei presidenti della commissioni urbanistica e ambiente, di poter contribuire al dibattito è stata una pessima scelta politica. L’alternativa sarà un consiglio comunale che ancora una volta potrebbe essere costretto al ritiro del piano di recupero.
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Seguire la riunione congiunta delle commissioni consigliari Marmo e Ambiente (venerdì 21 giugno) con ordine del giorno “Questioni ambientali legate all’estrazione del marmo” è stato molto istruttivo su come vengono visti e affrontati i problemi: la torbidità da marmettola di fiumi e sorgenti è ancora presente (ma ormai saltuaria e ridotta rispetto al passato) ma, a lungo termine, grazie all’impegno del comune, diminuirà ancora, lentamente ma progressivamente. Con nostra sorpresa abbiamo così scoperto che il vero scopo della riunione non era affrontare i problemi ambientali dell’escavazione (un tema della massima importanza per la città), ma esporre l’autodifesa dalla trasmissione di Report del 21 aprile, colpevole di aver turbato la prospettiva delle “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria che attenderebbero la nostra città. La relazione introduttiva del dirigente al marmo, dopo la giusta rivendicazione degli altissimi livelli di conoscenza scientifica e di professionalità raggiunti dall’ufficio, ha concentrato principalmente sul solo inquinamento di fiumi e sorgenti da marmettola (e, un tempo, anche da idrocarburi) la parte sulle problematiche ambientali legate alle cave. L’excursus storico ha mostrato come il problema degli idrocarburi, emerso nel 1991, sia stato seriamente affrontato e rapidamente risolto e come quello della marmettola –negli anni ’80 pesante e quotidiano nel Carrione– si manifesti ormai solo saltuariamente (dopo piogge intense). È stata infine particolarmente rimarcata la strategia dell’ufficio volta, attraverso il continuo impegno, a perseguire la costante e progressiva riduzione della dispersione della marmettola nei comparti ambientali. Legambiente, pur riconoscendo i rilevanti e indubbi miglioramenti conseguiti negli ultimi decenni, anche grazie agli interventi della magistratura, trova questa rassicurante narrazione decisamente non all’altezza delle problematiche e dell’elevato livello di conoscenze raggiunto. Salta agli occhi, infatti, che non sia stato nemmeno sfiorato il tema delle alluvioni generate dalla gestione dei ravaneti: un tema verso il quale tutte le amministrazioni degli ultimi vent’anni hanno mostrato un profondo disinteresse, sebbene la responsabilità dei ravaneti sia stata evidenziata dai periti del tribunale già per l’alluvione del 2003. Un ruolo confermato nel 2018 dalla Regione Toscana a seguito della nostra richiesta di ricalcolare –tenendo conto del ruolo idrologico dei ravaneti– le portate di piena allora stimate (che avrebbero comportato l’abbattimento di alcuni ponti nel centro storico, poi salvati proprio grazie alle nostre osservazioni tecniche). Eppure, contrariamente all’inquinamento da marmettola, il rischio alluvioni è in continua crescita a causa dei ravaneti (perché impoveriti di scaglie e sempre più ricchi di terre). Ugualmente ignorato è stato il crescente rischio di crisi idriche estive (anch’esso aggravato dalla conduzione dei ravaneti). Eppure, come abbiamo proposto innumerevoli volte, una diversa gestione dei ravaneti permetterebbe di ridurre sensibilmente sia il rischio alluvioni che quello delle crisi idriche estive.Ma anche per la marmettola, perché mai dovremmo accontentarci di un progressivo miglioramento nell’arco di decenni quando –con un’ordinanza “cave pulite come uno specchio”– potremmo ottenere risultati sostanziali nell’arco di pochi mesi (come è stato fatto trent’anni fa per gli idrocarburi)? Anziché sprecare le elevate professionalità di cui dispone l’ufficio marmo per tessere una rassicurante narrazione autoassolutoria, non sarebbe meglio impiegarle (sostenendole con una decisa volontà politica) per affrontare rapidamente i problemi ambientali legati al marmo che attanagliano la città da decenni?
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Spazio Alber1ca porta a Carrara l’esperienza eccezionale di resistenza, intelligenza, coscienza di classe del Collettivo ex GKN. Insorgiamo è il motto ripreso dai partigiani fiorentini che lottavano contro il nazifascismo. Lunedì alle ore 21, all’ex ospedale San Giacomo di Carrara ci sarà l’incontro con i coraggiosi resistenti che hanno messo in gioco tutto fino ai loro corpi, fino allo sciopero della fame, in una lotta che è diventata simbolo ed esempio oltre i confini nazionali. Ad oggi le operaie e gli operai della ex GKN dopo 33 mesi in cui i loro corpi fanno fatto quello che un intero sistema non vuole, non sa fare. Da cinque mesi sono senza stipendio calunniati, da chi prova a ridurre questa lotta di civiltà e democrazia a un problema di “ordine pubblico”. La mobilitazione è ora finalizzata ad ottenere l’intervento pubblico, e una legge regionale per creare un consorzio pubblico che rilevi l’area: un precedente a favore di tutte e tutti.
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In commissione marmo e ambiente torna il caso Report, ma questa volta con il dirigente Bruschi del comune di Carrara che ha portato un dossier contro la trasmissione per le irregolarità commesse nella ricerca delle notizie e per il danno di immagine arrecato. A riferire i fatti e i conseguenti dubbi è il consigliere Massimiliano Bernardi: “Nell'ultima commissione congiunta marmo e ambiente, presiedute da Nicola Marchetti e Sirio Genovesi, abbiamo assistito alla presa di posizione del dirigente al marmo contro la trasmissione Report. Se Bruschi avesse ragione, il sindaco Serena Arrighi dovrebbe presentare immediatamente richiesta di risarcimento danni, in sede civile, nei confronti dell'inviato di Report, Bernardo Iovene e presentare, inoltre, visto il dossier portato da Bruschi, accesso agli atti alla Rai sulla documentazione utilizzata per realizzare la trasmissione. Se invece il dirigente al marmo avesse perso tempo, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, si dovrebbe impegnare piuttosto a cambiare il Regolamento degli Agri Marmiferi, inserendo la riquadratura del blocco come lavorazione in loco”. Bernardi, che ha visto bocciato l’emendamento da lui presentato che puntava ad aiutare i piccoli imprenditori a raggiungere il fatidico 50 per cento della lavorazione in loco, non ha esitato a definire la bocciatura come una vera vigliaccata e ha annunciato l’intenzione di riproporre la modifica al regolamento nella prossima Commissione Marmo, ritenendolo l’unico modo per evitare tra due anni la decadenza della concessione tante imprese del Marmo. Bernardi è poi tornato sul caso Report: “Il giornalista oltre ad aver trasmesso il fuorionda, aveva anche rivelato il grave inquinamento prodotto dall’estrazione selvaggia del marmo alle cave, arrecando grave danno all’immagine della città . Per questa ragione il dirigente Bruschi avrebbe dovuto, anziché portare il dossier tra le quattro mura di Palazzo Civico, consegnarlo direttamente al sindaco Arrighi affinché presentasse nei confronti del giornalista di Report una bella querela in sede civile con richiesta di risarcimento del danno, non solo nei confronti del freelance autore del servizio, ma anche nei confronti del vicedirettore Sigfrido Ranucci. Il comune infatti, stando a quanto commentato da Bruschi, già da diversi anni avrebbe intrapreso un percorso virtuoso nel rapporto tra cave e ambiente circostante. Ma, in merito alla sicurezza idrogeologica, Bruschi non ha convinto in quanto ha voluto sottolineare che, grazie all'articolo 21 sarà ricreata la fossa dei Maggi, che per ora è un progetto ancora del tutto virtuale perché delle opere dell’art 21 non se ne conoscono nè gli interventi, né la data in cui dovranno partire i cantieri, insomma è tutto top secret. Al riguardo voglio ricordare di aver richiesto personalmente copia di tali progetti e di non aver ancora ricevuto risposta, nonostante sia passati ben più dei 30 giorni previsti come ultimo termini entro cui rispondere”.
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Spiagge libere abbandonate a se stesse, sporche e prive di sicurezza: la denuncia arriva da Nicola Pieruccini, coordinatore provinciale della lega Salvini Premier che parla di un vero e proprio rischio per la sicurezza dei cittadini e, soprattutto, dei minori, del quale l’amministrazione e i consiglieri della maggioranza del Pd non si curerebbero minimamente“Un sindaco che compia un atto così grave – ha detto Pieruccini - come quello di nascondere palesemente alla cittadinanza i rischi derivanti dell’abbandono delle spiagge libere in piena stagione balneare, dovrebbe essere subito sfiduciato. Non è più una questione di colore politico, né di minoranza contro maggioranza, ma è un dovere di sicurezza e di coscienza, una responsabilità a cui non si può sfuggire. Le spiagge libere sono diventate zone molto pericolose perché prive di controllo e, ad oggi, ormai fine giugno, non risultano essere stati fatti interventi di pulizia e di messa in sicurezza. Alla Fossa Maestra spuntano rami molto appuntiti dal bagnasciuga che provengono da un albero che si conficcato nella sabbia e che costituiscono una grave insidia per adulti e bambini. Sembrano lance conficcate nella sabbia pronte ad infilzare qualcuno che, magari soprappensiero, esce dall’acqua”. Pieruccini ha chiesto lumi in merito a chi ha la responsabilità della pulizia delle spiagge libere e ha aggiungo: “La negligenza e l’indolenza del gruppo di potere al governo della città lascerà ancora per molto che le cose accadano con i loro tempi, lontani dall’interesse dei cittadini e delle attività turistiche? Nonostante le precise segnalazioni che abbiamo effettuato non solo non è venuto a mettere in sicurezza l’arenile, ma nemmeno a fare un sopralluogo. Una vergogna senza fine” .
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"Dipendenti comunali allo stremo per le ore non lavorate a causa del nuovo sistema operativo". A segnalarlo è il consigliere dell'opposizione Massimiliano Bernardi che spiega: "In comune anche stamani non funzionava internet ed il nuovo sistema Sicra Evo su icloud progetto della Transizione Ecologica e Digitale invece di velocizzare il lavoro lo rallenta e non poco. Mercoledì per esempio alle 13 si è bloccato tutto ed il sistema ha ripreso a funzionare alle 17. Oltretutto non funzionano neanche i telefoni collegati ad internet ed ovviamente le mail. Sebbene sia ancora molto diffusa l’opinione comune che dà la colpa della lentezza della pubblica amministrazione ai dipendenti comunali, in realtà sono proprio loro a credere fermamente nell’utilizzo delle nuove tecnologie, nonostante i molti problemi che incontrano. In base alla mia esperienza come amministratore posso dire che il dipendente è solo una vittima del sistema, un essere umano che, entrato nel mondo del lavoro pubblico con grandi aspettative, ha dovuto scegliere di soccombere, ma non senza accusare malessere.Sicuramente c’è stato un forte interesse, anche in un ottica di transizione ecologica e digitale, nella partecipazione al bando della Misura 1.2 Abilitazione al cloud per le pubbliche amministrazioni locali. Infatti il governo ha ritenuto di stanziare 6,14 miliardi dei fondi del Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza PNRR per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Una somma di circa 416.760 mila euro che l’assessore Lorenzini, che ha la delega al PNRR aveva destinato alla migrazione al cloud e all'interoperabilità dei dati, progetto che non si sa se sia stato realizzato. Non è detto, tuttavia che nonostante ciò, tutto vada meglio con i pc desktop, anche perché una buona parte dell'hardware presente negli uffici non è esattamente al passo con i tempi, per non dire da buttare. Per accompagnare la migrazione della pubblica amministrazione al cloud era stato previsto un programma di supporto ed incentivo per trasferire basi dati e applicazioni, in particolare rivolto alle amministrazioni locali. Le amministrazioni potevano scegliere all’interno di una lista predefinita di provider certificati secondo criteri di adeguatezza, rispetto sia a requisiti di sicurezza e protezione, sia a standard di performance. Il supporto alle amministrazioni che avevano aderito al programma di trasformazione, era stato realizzato con “pacchetti” completi che includevano competenze tecniche e risorse finanziarie. Ma se poi invece di migliorare si peggiora la situazione chiedo al sindaco Arrighi,che è un esperta del ramo visto che la sua azienda, la BNOVA, usa la digitalizzazione come innovazione e competitività: non si è accorta che, come è stato segnalato, da quando è stato attivato il nuovo sistema pagato con I fondi del PNRR, i dipendenti non sono più in grado di gestire il loro lavoro perchè il sistema è lento e durante le ore lavorative avvengono continue sospensioni? Se il progetto finanziato fosse stato realizzato, quanti servizi erano stati previsti per la migrazione? La realizzazione di tale intervento ha riguardato il trasferimento delle procedure e dei dati all'interno di un cloud certificato? Come mai non funziona? Auspico che questa situazione venga al più presto risolta sia per il benessere dei lavoratori ma anche per rendere più efficiente la macchina comunale".
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Sono passati circa due mesi da quando i comitati hanno sottoposto alla politica un documento articolato e dettagliato sulla questione del Monoblocco e sullo stato della nità locale. Un documento che entrava nel merito delle diverse problematiche, compreso il trasferimento delle cure intermedie a Fossone, il recupero dell’ex ospedale Civico e delle palazzine storiche, una politica sanitaria sui territori, la necessita delle assunzioni, senza spendere i nostri soldi per delle soluzioni provvisorie anziché definitive. Il sindaco Serena Arrighi e l’amministrazione comunale hanno saputo opporre soltanto una flebile e insostenibile difesa del proprio operato e della nota “cabina di regia” che, a loro dire, stava svolgendo un “meritorio” compito di vigilanza e controllo sull'operato dell'Asl e sugli impegni assunti. È bene precisare che solo a causa delle mobilitazione del 18 agosto e della pressione esercitata dai comitati sono stati “costretti” in questi mesi a rendere pubblico i risultati della famosa cabina di regia.
La stampa del 4 maggio 2024 riportava la notizia che nella Rsa di Fossone, destinata a ospitare le cure intermedie adesso al Monoblocco, stavano proseguendo i lavori di rifinitura degli interni che dovevano terminare entro il mese di giugno. Successivamente sui quotidiani locali sono apparsi articoli nei quali i sindacati denunciavano la mancanza di assunzioni, con il rischio di chiusura o di riduzione delle attività, fino alla denuncia, il 7 giugno, ad opera della Cisl proprio sulla destinazione delle cure intermedie. Dato il grave ritardo nei lavori di adeguamento saranno probabilmente dirottate sulla struttura del Don Gnocchi di Marina di Massa: cioè esattamente quanto deprecato pubblicamente dal sindaco che ha proposto la soluzione di Fossone come successo “successo” per non aver delegato questo servizio ai privati.
Se pure i sindacati oggi sono costretti a queste denunce, nonostante le ottimistiche notizie della “cabina di regia”, significa che il problema è più grave di quanto appare. I comitati invitano i sindacati a essere conseguenti alle denunce fatte, promuovendo uno stato di agitazione che rimetta al centro con forza tutta la questione del Monoblocco, i servizi territoriali, le assunzioni e la stessa sorte che avranno i lavoratori e le lavoratrici che attualmente lavorano in quella struttura. Noi come Comitati saremo in piazza ancora una volta contro la politica irresponsabile degli accorpamenti, delle razionalizzazioni, dei tagli dei posti letto e degli organici, del risparmio sul diritto alla salute e alla cura.
Per questa ragione i Comtati in difesa del Monoblocco e della salute Pubblica di Massa Carrara hanno deciso unitariamente di indire la manifestazione sit in "Girotondo intorno al Civico" che si terrà a partire dalle 10,30 di lunedì 24 giugno, intorno all'ex ospedale Civico di Carrara.
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La consigliera Daniela Bennati del Polo Progressista e di Sinistra (M5S e UP) ha costretto l’amministrazione Persiani a dichiarare in Consiglio Comunale di aver umiliato la perseguitata dal fascismo Rita Levi Montalcini. A poco servono gli escamotage regolamentari messe in piedi dal sindaco Persiani e dalla sua maggioranza, i quali non hanno avuto il coraggio di fare l’unica cosa giusta; revocare la cittadinanza onoraria a colui che ha perseguitato, tramite le leggi razziali, la scienziata ebrea ovvero il dittatore Benito Mussolini. Nell’anno in cui ricorre il centenario dell’assassinio Matteotti, voluto per volontà del capo del fascismo, l'amministrazione di Massa non avrebbe potuto fare scelta peggiore. Scelta che cancella in un solo colpo la sua storia repubblicana, democratica e antifascista della nostra città. Lasciamo a chi vuole trasformare l’aula X Aprile in un’aula della facoltà di giurisprudenza giocando su una poco chiara procedura amministrativa, sulle modifiche regolamentari e sulle sue applicazioni, pur di sottrarsi alla discussione politica e ad una posizione degna di una città medaglia d’oro al valore civile della Resistenza. Oggi però il dato politico ed incontrovertibile da qualsiasi tossica narrazione è che si è scelto di colpire la scienziata ebrea Rita Levi Montalcini, pur di non turbare i simpatizzanti di Mussolini.
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Anche Fratelli d’Italia Carrara non ha apprezzato le esternazioni di Domenico Raimondi, il curatore della – ha detto il consigliere FdI Massimiliano Manuel _White Carrara 2024: : “Fatelo tacere, non è pagato per fare polemiche e propaganda: il curatore dovrebbe essere un professionista chiamato a prestare la propria opera intellettuale, ad occuparsi dell’organizzazione di un’esposizione artistica o di un evento culturale, nel caso di Domenico Raimondi invece sembra avere anche un ruolo politico, tanto da chiedersi se, per caso sia stato nominato portavoce dell’amministrazione. Il fatto che a Lucca sia stato portavoce della lista “Lucca è un grande noi” forse ha provocato rigurgiti. Un artista può avere anche un ruolo politico: Maurizio Cattelan con le sue opere ha sempre contrastato l'ideologia della finanza internazionale, ma nel caso di Raimondi è tutta politica spicciola locale. Nonostante la White Carrara 2024 sia stata apprezzata di più della edizione veramente scadente del 2023, le esternazioni da parte del curatore sui danneggiamenti, considerando che è proprio lui il primo responsabile della sicurezza delle opere esposte, hanno dell’incredibile. Sulla scia del “ vogliamoci tutti bene , non è successo niente” ha stravolto il significato dell’ azione provocatoria volta ad alterare l'opera EXAGON dell'artista Eugenio Biselli, commissionata alla ditta Franchi Umberto Marmi, nella quale sono stati posizionati teschi negli spazi esagonali della libreria in marmo posta davanti all’Accademia. Forse qualcuno aveva voluto ricordare i morti in cava e la manifestazione davanti ai cancelli della ditta Franchi dopo la trasmissione televisiva, nella quale erano presenti tutti gli esponenti della sinistra con a compreso il sindaco Arrighi e Nicola Del Vecchio della CGIL. Tornando al pensiero di Raimondi su questioni di pubblico interesse, in merito alla rottura dei bracci del cavatappi Anna G che riproduce in marmo il cavatappi di Alessi, posto in piazza Alberica, non possiamo che rimanere basiti nel leggere che secondo il curatore, era stato “ frutto curiosità e disattenzione e non di atti vandalici” . Tale è stata la smania di apparire, che il politico-curatore si è persino sostituito all’assessore alla cultura Gea Dazzi che invece, nell’ultimo Consiglio comunale, aveva dichiarato che in merito al secondo braccio staccato, era stato un atto vandalico e che l’autore era già stato identificato. Inevitabili domandarsi se Raimondi è condizionato dalla politica oppure ha lui stesso interessi politici. Vien da pensare che possano esserci state ingerenze da parte della politica per spostare l’attenzione su altri problemi. È normale che controllori e controllati che utilizzano denaro pubblico, su un tema così complesso come la sicurezza di opere esposte di proprietà di terzi, non abbiano garantito la sicurezza nei diversi spazi espositivi ? E sindaco e assessore perché tacciono?
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Il Corpo dei Carabinieri Reali, fondato nel 1814 nel Regno di Sardegna, continuò ad usare la marsina turchina, bleu notte, dalle caratteristiche falde a coda, quando la riforma di Carlo Alberto istituì la tunica, giubba lunga a 1 o 2 petti, per l’Armata Sarda. Solo loro e le Guardie del Corpo del Re indossavano quella montura.
In seguito, con l’evoluzione delle uniformi e del colore, questo capo rimase in uso fino ai giorni nostri, specie per parate e cerimonie, ma anche per servizi d’onore. Pennacchio, lucerna, bandoliera con giberna in cuoio, spalline metalliche, il colore nero e le finiture rosse del tessuto, gli alamari, son diventati in un certo senso iconici, affiorando in quadri, films, fotografie antiche e più recenti.
Se l’ufficiale utilizzava per la cerimonia di nozze l’uniforme da cerimonia o da sera, quella a doppio petto coi gradi al polso, carabinieri e sottufficiali preferivano la Grande Uniforme Speciale, con quella marsina così evocativa, e progressivamente anche molti ufficiali hanno seguito questa costumanza. Per l’importanza conferita a questa simbolica uniforme, per poterla indossare in quella magica occasione, era prevista l’autorizzazione del Comando Generale dell’Arma, vincolata a informazioni dei comandi dell’Arma competenti che attestassero che la cerimonia fosse di buon gusto e non si verificassero situazioni imbarazzanti per il decoro dell’Istituzione.
Colpiva assistere a uno di questi eventi, che riportavano al grande De Sica, ai suoi “Pane, amore e…”, ad un’Italia che non c’è più. Un comandante, quando un militare presentava richiesta, non poteva che gioire per il suo senso d’attaccamento.
I tempi son cambiati, e ora questa tradizione è stata vietata.
Troppo facile osservare che una pur risibile percentuale di matrimoni – peraltro non validi giuridicamente in Italia e pubblicizzati con video divenuti virali – abbia spinto le superiori autorità a impartire tali disposizioni. Inutile anche negarlo. Non si può escludere che fossero quelle celebrazioni le reali destinatarie del provvedimento.
Eppure vi son motivi che, per un certo verso, sono ineccepibili. Se l’indossare la G.U.S. deve costituire motivo di critiche anche violente, provocando strumentalizzazioni e polemiche, se mantenere una tradizione deve condurre a questo risultato, meglio interromperla. Si dovrà affrontare solo la prima gazzarra, immediatamente infatti montata, e poi non se ne parlerà più.
Il divieto generale permette di non incappare nella disparità di trattamento. Oltretutto in tali frangenti indossarla non costituì mai diritto: ricordo dovesse essere chiesta l’autorizzazione.
E non è stato vietato, né può esserlo – fatte salve determinazioni coinvolgenti tutte le Forze Armate – indossare al matrimonio l’uniforme da cerimonia o da sera, oggi acquistabile anche da truppa e sottufficiali. Per cui avremo comunque video virali, del resto già circolanti, con queste monture, e le conseguenti solite critiche di chi, forse, potrebbe un pochino pensare ai fatti propri, o comprendere che non sia il caso di mettersi in mezzo alla strada che permette ad un altro essere umano di vivere la propria felicità, senza arrecargli fastidio.
Qualcuno potrebbe a questo punto obiettare: “Ma se i video e i commenti ci saranno, allora cui prodest?”
Rispondo che forse potrebbe anche essere giusto preservare da polemiche vuote, talora pretestuose, il simbolo – per tanti sacro – di quel “piccolo mondo antico”, e relegarlo alle stampe d’epoca di un tempo che è trascorso, superato da un’evoluzione.
L’Arma, checché se ne dica, non è mai stata immutabile. Sopravvive da oltre due secoli proprio perché s’è saputa adeguare allo scorrere del tempo.
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