Politica
Lavori a Carrara, chiuso l'accesso alla sede UIL. Il commento: "Problemi di sicurezza e danno economico rilevante ai servizi. Riaprire immediatamente l'accesso"
I lavori in corso che hanno invaso Carrara hanno chiuso l'accesso alla sede della Uil in via Roma. Una sistuazione aggravata dal mancato preavviso da parte del…

Bugie e accuse a vanvera sul Cermec. L'assessore Orlandi dica la verità: la replica del consigliere Martinelli
"Ancora una volta l'assessore Orlandi, anziché rispondere nel merito delle critiche oggettive che gli vengono poste, si abbandona al solito infantile scaricabarile, e non esita…

Retiambiente, niente più biodigestore anaerobico. CGIL, CISL, UIL: “Vogliamo chiarimenti, le istituzioni si prendano le proprie responsabilità”
Sul biodigestore arriva la posizione congiunta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil Carrara: "Abbiamo appreso dalla stampa, a seguito delle dichiarazioni del sindaco Arrighi prima…

Visione miope e ideologizzata del problema della crminilità: Fratelli d'Italia replica Rifondazione comunista
Fratelli d'Italia Massa Carrara ha risposto alle dichiarazioni di Rifondazione Comunista Carrara sulle misure per contrastare l'aumento della criminalità: "L’intervento di Daniela Marchini, esponente di Rifondazione…

Contro aumento della criminalità non si devono inasprire le pene: l'analisi di Rifondazione Comunista Carrara
Arriva da Daniela Marchini del partito della Rifondazione Comunista circolo Alfio Maggiani un'analisi sui dati della criminalità in Toscana: "Sono usciti ieri i dati sulla…

Massa ha più del doppio di agenti di pubblica sicurezza di Carrara: il sindaco Arrighi scrive al ministro degli Interni Piantedosi per colmare il divario
"Egregio signor Ministro, le scrivo per portare alla sua attenzione la situazione di forte criticità in cui versa il commissariato di pubblica sicurezza di Carrara…

Frigido, Barabotti e Frugoli scrivono al Consorzio di Bonifica: "Servono risposte e interventi urgenti per la sicurezza del fiume"
È stata inviata una PEC al Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, a firma dell'onorevole Andrea Barabotti, Deputato della Repubblica, e di Filippo Frugoli, Capogruppo della…

Sempre disponibili al dialogo con l'amministrazione sul regolamento del verde: associazione Arca tende la mano all'amministrazione comunale di Carrara
In relazione alla proposta di Regolamento sul Verde pubblico e privato di Carrara avanzata dall'amministrazione comunale e attualmente in corso di consultazione con le parti sociali,…

Tiro a segno nazionale di Carrara chiuso da due anni: l'appello della senatrice di Fratelli d'Italia Susanna Campione per una rapida riapertura
"Da oltre due anni il tiro a segno nazionale di Carrara, sotto il controllo della Marina Militare, è chiuso. Una prolungata inattività che sta causando danni…

Consiglio Provinciale: approvato il Documento Unico di programmazione 2026-2028
Con il voto favorevole della maggioranza e l'astensione della minoranza il Consiglio Provinciale di Massa-Carrara ha approvato nel corso dell'ultima seduta il Dup 2026-2028 (Documento…

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L'assessore al sociale Amelia Zanti replica alle accuse lanciate alcuni giorni fa dal consigliere Stefano Alberti sull'apertura dei centri estivi autorizzati dal D.L. Rilancio emanato dal governo il 19 maggio 2020.
"Resto basita delle dichiarazioni del consigliere in merito alla "mala gestio" dei Centri estivi comunali. L'emergenza Covid-19 ci ha obbligato a rivedere tutta l'organizzazione delle nostre vite e la priorità dell'amministrazione del sindaco Francesco Persiani, nell'organizzare i centri estivi, è stata proprio quella di raccogliere per prime le necessità dei nostri ragazzi e delle loro famiglie.
Gli uffici hanno aperto le iscrizioni in data 4 giugno, in netto anticipo rispetto al passato, proprio per preparare un servizio "intorno" alle esigenze dei più giovani.
Consapevoli delle diverse offerte che potevano cogliere le famiglie quest'estate, abbiamo deciso di ridurre il numero di iscrizioni e, come dimostrano i numeri, siamo stati in grado di fornire un'offerta che ha comunque superato la domanda, accogliendo così tutti i 208 ragazzi nelle sedi prescelte. I nostri Centri Estivi, a partire dal 1 luglio, ospiteranno anche giovani con disabilità rispettando il rapporto 1:1 con l'operatore e, per migliorare l'inclusione, abbiamo innalzato il monte ore di partecipazione previsto. Inoltre, anche quest'anno sosteniamo il progetto autismo "Comasca in Campus 2020".
Per incontrare i bisogni delle famiglie tutte, colpite economicamente dal duro periodo di chiusura, abbiamo mantenuto inalterata la quota di partecipazione che, in base alla fascia di reddito, varia tra i 15 e i 65 euro per il mese di luglio e tra i 10 e i 32,50 euro per il mese di agosto. Abbiamo offerto il tempo prolungato fino alle ore 16.00, rendendo questo servizio completamente gratuito, ed abbiamo attivato il servizio mensa, consapevoli di venire incontro anche al settore della refezione scolastica tanto colpito dal lockdown.
Non meno importante, l'amministrazione ha dedicato particolare attenzione alla sicurezza facendosi carico di sanificare tutti i locali che ospiteranno i Centri Estivi; ha fatto eseguire i test sierologici a tutto il personale coinvolto ed ha curato la loro formazione sul tema anti Covid-19.
Sono orgogliosa di come l'amministrazione comunale sia riuscita a riorganizzare i centri estivi e ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo importante progetto. Tutti motivi per cui rispedisco al consigliere Alberti tutte le sue sterili polemiche".
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«Dal dibattito in consiglio comunale sul contenzioso con la Paradiso Spa sono emerse ricette fai da te, senza alcun fondamento legale e a dir poco raffazzonate. Lasciare intendere che una vicenda così complicata, anche e soprattutto dal punto di vista giuridico, abbia soluzioni semplicistiche è una forma di demagogia offensiva per i cittadini»: il sindaco Francesco De Pasquale torna così su uno dei temi caldi della seduta del consiglio comunale di ieri sera che ha affrontato anche la questione del contenzioso con la Paradiso Spa.
Nello specifico della vicenda è entrato il vicesindaco Matteo Martinelli: «Ho preso in considerazione la proposta di transazione avanzata dalla controparte solo perché prevedeva la possibilità di spalmare il debito su un periodo lungo e solo perché questo, mi era stato detto, avrebbe evitato il default delle casse del comune. Se l’ho valutata e ne ho parlato è stato perché ero in possesso di una serie di pareri tecnici favorevoli alla transazione, che non mi sono inventato». Martinelli torna anche sulle ragioni che hanno convinto l’amministrazione a un cambio di strategia: «A seguito di un approfondimento innescato dall’individuazione di nuova documentazione, la Giunta ha chiesto di valutare ulteriormente la questione. E’ stato quindi chiesto un nuovo parere legale. Questo parere, a firma del Prof.Scudieri, è stato tranchant: non solo l’importo non era vantaggioso ma neppure era dilazionabile in molti anni. Abbiamo cambiato idea? Sì, lo abbiamo fatto ma questa non è certo una colpa. Una colpa, anche grave, sarebbe stata quella di non prendere in considerazione una transazione rappresentata come favorevole per la città e una colpa, questa sì ingiustificabile, sarebbe stata quella di volerla portare avanti quando ci si è accorti che qualcosa non quadrava» ha insistito il vicesindaco riferendosi alla documentazione che testimonia come poco prima del luglio 2017 (inizio del mandato in corso) fosse stato giudicato come ragionevole un accantonamento relativo alla controversia di importo assai inferiore a quello che poi è stato prospettato all’attuale amministrazione come accoglibile per la transazione.
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Durante il consiglio comunale del 30 giugno il gruppo consiliare della Lega ha presentato una risoluzione, che verrà votata nella prossima seduta di consiglio comunale, che ha come oggetto il dissenso verso le dichiarazioni del candidato alla presidenza della Regione per il centro sinistra Eugenio Giani contro l'eurodeputata e candidata alla presidenza della Regione Toscana per il centrodestra Susanna Ceccardi.
Giani nei giorni scorsi aveva dichiarato in un'intervista le seguenti testuali parole: " Il mio avversario è Salvini che si porta dietro al guinzaglio una candidata".
La risoluzione è stata presentata dal capogruppo leghista Nicola Martinucci che ha dichiarato: "Una vergogna arrivare ad offendere prima del personaggio politico, una persona, una madre e non solo, anche la famiglia nel nome della figlia della Ceccardi. Quello che fa ancor più rabbia è che tali dichiarazioni arrivano da chi si fa promotore dei diritti delle donne, da chi scende in piazza urlando che siamo noi i fomentatori d'odio: l'odio arriva da una certa sinistra magari anche per paura".
"Sono certo - continua Martinucci - anzi ne sono sicuro, che la sinistra avrebbe già gridato allo scandalo o invocato la corte marziale se un nostro esponente avesse detto a una donna dell'opposizione che è buona a stare al guinzaglio del proprio leader: avremmo avuto il consiglio comunale pieno di bandiere rosse! Credo sia opportuno tornare a praticare una buona e sana politica dove ci si scontra sui temi come sicurezza, sanità e lavoro e non su offese gratuite. Se le offese fanno parte del programma elettorale del PD come centrodestra partiamo con un grande vantaggio per vincere in Toscana. Siamo felici che sia Susanna ad essere la candidata alla presidenza della Regione, perché donna forte e capace: la sua esperienza ed i risultati come sindaco ed eurodeputata parlano a suo favore".
Il gruppo consiliare della Lega ringrazia il sindaco e gli altri capigruppo di maggioranza per le belle parole di solidarietà spese.
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"Lavoratori front office o Cup dell'Usl Toscana nord ovest, non c'è solo il problema dell'appalto. Ci sono altre questioni da risolvere: l'applicazione di un contratto nazionale adeguato, il riconoscimento degli straordinari all'interno del salario ordinario visto che a oggi, grazie a questo 'trucco contabile', non vengono calcolati correttamente i ratei di tredicesima, quattordicesima, trattamento di fine rapporto e pure le malattie".
A entrare nel merito dei problemi dell'appalto Cup dell'azienda sanitaria di area nord ovest è il responsabile di settore per la Uiltrasporti, Rolando Bellè. Insomma, non basta risolvere le criticità della gara d'appalto affidata al consorzio Cns e da quest'ultimo a Cooplat. Se la sospensione rappresenta un piccolo passo in avanti, tanti altri ne restano da fare: "Le difficoltà conclamate di un sistema ingiusto del cambio appalto regionale penalizza ancora una volta i lavoratori dei Cup del servizio sanitario di Massa Carrara gestito in appalto. Sono stati effettuati tre giorni di sciopero e nonostante tutti gli interessati (Usl, Regione Toscana, sindaci, prefetto e parlamentari) abbiano espresso piena solidarietà ai lavoratori ed abbiano sottolineato l'importanza del servizio per la cittadinanza, a oggi permangono le stesse criticità. Nulla è cambiato per tutti quei lavoratori che rischiano di perdere ore e reddito nel cambio appalto".
E qui si parla di numeri concreti: "L'azienda sanitaria parla di 2.633 ore sviluppate dai 108 lavoratori e garantisce come Estar e il vincitore dell'appalto, il consorzio CNS, il rinnovo dei singoli contratti come quelli attuali – prosegue la Uil -. Peccato che questi lavoratori, regolarmente e continuativamente, svolgano molte più ore di quelle previste dal contratto attuale e che vuol esser riproposto alla firma degli stessi lavoratori. Crediamo che, oltre all'importanza dell'applicazione di un contratto nazionale adeguato (non si capisce perché alla stragrande maggioranza viene applicato quello delle pulizie, forse perché è quello dove vengono pagati meno i lavoratori?), le ore supplementari pur essendo un reddito acquisito non saranno riconosciute come tali dal nuovo appaltatore, che dovrebbe entrare in servizio dal primo di agosto. Perché il committente, il servizio Sanitario, il pubblico, non si preoccupa di garantire condizioni lavorative adeguate a tutti quei lavoratori che operano in appalto? Perché non un contratto adeguato? Si pensi che per questo servizio in Toscana ci sono dei lavoratori a cui viene applicato il contratto dei metalmeccanici, delle cooperative sociali o delle pulizie. Riteniamo assurdo tutto questo così come riteniamo assolutamente ingiusto far lavorare i lavoratori regolarmente con supplementari. Per le ore supplementari, infatti, non vengono calcolati i ratei di tredicesima, quattordicesima e Tfr. E se vado in malattia vengo pagato per le ore contrattuali anche se ne svolgo molte di più con regolarità, settimanalmente, mensilmente, annualmente. Chiediamo ufficialmente una riunione congiunta con Regione Toscana, Estar e CNS - conclude - alla presenza dei sindaci e dei loro rappresentanti in parlamento per evitare che ognuno di questi attori non scarichi sull'altro la responsabilità della soluzione della vertenza dei lavoratori del Cup".
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La lunga e travagliata storia del Lago di Porta nel comune di Montignoso sembra avviarsi al suo miglior lieto fine: dopo le moltissime richieste e petizioni da parte dei cittadini e delle associazioni ambientalistiche il ministero dell’ambiente si è pronunciato a favore di un totale recupero del Lago di Porta al suo stato naturale originario. Grandissima la soddisfazione dei Verdi che hanno sempre supportato tutte le battaglie a favore del recupero del lago. I Verdi-Verde Europa hanno ripercorso le tappe della storia del lago di Porta: “Dal dopoguerra a oggi il Lago di Porta ha vissuto abusi e sfruttamenti, dai rifiuti solidi urbani agli scarichi abusivi, provenienti dalla vicina discarica di Cava Fornace, all'incertezza sull'imputazione delle maleodoranze. Le amministrazioni montignosine che si sono susseguite negli anni fino ad oggi, hanno completamente perso di vista l'importanza di quell'area, polmone verde del territorio, di grande importanza naturalistica, con diverse varietà di ambienti acquatici e palustri, con rarità segnalate negli anni sia della flora, sia della fauna, come gli avvistamenti del Tarabuso (Botaurus stellaris), airone raro in tutta Europa, cioè: un' area molto importante con grande biodiversità.
Quest'area protetta ricade nella ex zona ANPIL, dal 2003 classificata come ZPS (Zona di Protezione Speciale) numero 135, ad oggi anche nella Rete Natura 2000 in base alle direttive di Natura 2000 che è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Tuttavia l’area del lago di Porta ha finito col diventare una specie di discarica abusiva come hanno testimoniato le immagini di fotografi ambientalisti, associazioni e cittadini preoccupati. Inoltre, la vita di questa importante area è condizionata da delle paratie posticce , realizzate con pezzi di guaina e legname, che negli ultimi mesi, vista la loro precarietà, hanno ceduto – ma esiste anche l’ipotesi che siano stati danneggiati intenzionalmente - causando episodi di abbassamento delle acque e provocando enormi danni a questo prezioso ambiente.”. I Verdi hanno quindi deciso di rivolgersi agli amministratori locali affinché intervengano in modo risolutivo seguendo le indicazioni in questa stessa direzione che vengono dal Ministero dell'Ambiente. “ Sono necessari – hanno concluso i Verdi - interventi non solo risolutivi ma anche celeri e che siano importanti quanto lo è quell'area, in modo che né l'uomo né la natura possano più danneggiarla. Chiediamo inoltre di verificare i livelli del lago poichè siamo convinti che le acque di uscita non sono compensate da quelle di entrata. I Verdi, come forza ecologista, sono le vere sentinelle dell’ambiente e del suo equilibrio, come Partito alzeremo sempre la nostra voce denunziando ogni abbandono.”.
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Scontento diffuso quello generato dalla nuova dislocazione delle bancarelle del mercato settimanale di Massa in largo Matteotti. A lamentarsi sono stati molti commercianti che si sono rivolti a Daniele Tarantino presidente di Confimpresa Massa Carrara: “Il lavoro va garantito a tutti ma così il mercato non va. Vengono a mancare troppi parcheggi e la gente non viene in città – hanno detto i commercianti - . I palazzi che si affacciano sulla piazza non hanno garage e, nel giorno del mercato, devono mettere l’auto nel parcheggio dell’ex intendenza. In questo modo, i clienti che vogliono venire al mercato non trovano spazi dove parcheggiare”.
I commercianti hanno ricordato che il sindaco Persiani aveva annunciato che avrebbe lavorato per liberare piazza Matteotti dalle bancarelle, dislocandole nel parcheggio ex intendenza e piazza Aranci. Qualcuno ha suggerito di spostare le bancarelle nel primo tratto di via Cavour per proseguire in piazza Aranci , via Alberica, piazza del Mercato e via Bastione: “ Un anello che viene utilizzato anche per la fiera di San Francesco e che ben si presta per accogliere anche il mercato. E siamo in zona ztl, liberando la città”. Insomma, serpeggia il malcontento sia per i commercianti in sede fissa, che senza il parcheggio a disco orario non lavorano, sia degli ambulanti che vedono ridursi la clientela e quindi l’incasso.
“Ho ascoltato alcuni commercianti di Largo Matteotti – ha riferito il presidente Tarantino -. Le attività sono in grande sofferenza per l’emergenza Covid, estenuate dall’effetto del lokdown. Dobbiamo trovare il modo di facilitare la sosta per la clientela. I parcheggi blu situati in Largo Matteotti sono indispensabili per l’arrivo e il ricambio della clientela. Sarebbe necessario effettuare una verifica, una sorta di “gradimento” sia tra i residenti che ambulanti e negozianti fissi . Che senso ha un centro storico vuoto? Perché non aprire un tavolo con l’amministrazione e le varie categorie, e rimettere tutto in discussione, valutando la soluzione migliore per tutti in questo difficile momento post- pandemico, in cui si parla di ripartenza?”.
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In vista dell’approvazione prevista nel consiglio comunale del 2 luglio, Legambiente Carrara esprime la propria valutazione, fortemente negativa, dei PABE e del Regolamento agri marmiferi:
"Giovedì 2 luglio 2020 in Consiglio Comunale andranno in approvazione atti fondamentali per la città: PABE (Piani attuativi dei bacini estrattivi), Regolamento per la concessione degli agri marmiferi, attività di ricognizione degli agri marmiferi (documento quest’ultimo non ancora reso pubblico).
Si è così conclusa un’intera fase storica di completa revisione della normativa sul marmo, partita con il PIT-Piano Paesaggistico che aveva aperto grandi speranze e proseguita con il Piano Regionale Cave, i PABE e il Regolamento.
La nostra Associazione aveva presentato, durante la fase di stesura dei PABE e del Regolamento, una serie di contributi, articolati e approfonditi, che tuttavia non sono stati recepiti nelle versioni adottata (PABE) o resa pubblica (Regolamento). Abbiamo in seguito avanzato osservazioni puntuali a entrambi i documenti. Al momento, non sappiamo se qualcuna delle nostre proposte sia stata accolta. Ce lo auguriamo, ma le premesse non fanno ben sperare. Il giudizio, che esprimiamo di seguito, si basa dunque sulla versione dei PABE adottata e sull’ultima stesura nota del Regolamento.
Il risultato è una vera delusione epocale: la lobby del marmo ha dimostrato di tenere saldamente in pugno, culturalmente e operativamente, l’amministrazione regionale e comunale, indipendentemente dal colore politico.
Il nostro giudizio su questi atti normativi –puntuale, approfondito e durissimo– è stato più volte espresso nell’audizione in commissione marmo, negli incontri pubblici e in numerosi documenti (scaricabili da https://www.legambientecarrara.it/category/temi-locali/marmo/cave/).
Ci saremmo infatti aspettati che questa amministrazione disciplinasse l’estrazione del marmo, bene comune della collettività, assicurandosi di ricavarne il massimo dei benefici per i cittadini (occupazione ed entrate comunali) e che riducesse al minimo i danni all’ambiente prodotti dalla lavorazione (marmettola nei fiumi e nelle sorgenti, rischio alluvionale, eccessiva produzione di detriti, danno paesaggistico).
Così non è stato. Le scelte compiute nel Regolamento e nei PABE, infatti, rivelano che la bussola utilizzata non è stata l’interesse della comunità, che resta solo come mera affermazione di principio, ma la subordinazione agli interessi degli imprenditori locali, proseguendo nelle scelte già operate dalle precedenti amministrazioni.
È stato così ridotto il requisito autorizzatorio della resa minima in blocchi, aumentando la percentuale di detriti ammissibile; sono state confermate le aree estrattive precedenti, comprese le cave che da 15 anni producono oltre il 90% di detriti; sono stati rarefatti e resi ancor meno stringenti i controlli; per le cave esistenti, inoltre, sono stati introdotti vari meccanismi per prorogare l’autorizzazione fino a 25 anni, evitando così la gara pubblica; analoghi meccanismi premiali sono stati introdotti anche per prolungare la durata della concessione, da 13 anni fino a 25.
La gara pubblica (resa obbligatoria dalla normativa europea) è stata così depotenziata dal ricorso al principio-guida di garantire la rendita di posizione, favorendo concessioni di lunga durata e assicurando la prosecuzione dell’attività anche alle cave con elevate produzioni di detriti.
In particolare, il combinato disposto del mancato potenziamento della filiera locale e della spaventosa percentuale di detriti considerata ammissibile, prefigura per Carrara uno scenario occupazionale e ambientale disastroso: la trasformazione delle attività estrattive in distretto minerario di tipo coloniale in cui la distruzione ambientale della montagna è accompagnata dalla lavorazione in loco dei derivati di scarso valore e scarsa occupazione (scaglie) mentre vengono esportati i blocchi e, con essi, la gran parte del valore aggiunto e delle ricadute occupazionali.
Infatti:
- Occupazione: la misura fondamentale per ottenere un rilevante incremento sul territorio dell’occupazione è rilasciare le concessioni d’escavazione solo ad imprese che assicurino la lavorazione in loco di percentuali elevate di blocchi, riducendone drasticamente l’esportazione. È dunque particolarmente grave non aver fissato un requisito minimo di lavorazione in loco (noi abbiamo proposto il 50%).
- Inaccettabile aumento della percentuale di detriti ammissibile: la bozza di Regolamento, pur dichiarando di favorire l’utilizzo razionale e sostenibile del marmo, persegue l’obiettivo opposto. Accetta, infatti, di mantenere in produzione cave con una resa in blocchi del 20% e l’80% di detriti, spingendosi addirittura oltre, escludendo dal calcolo della resa i detriti derivanti da lavori preparatori e quelli utilizzati per il riempimento delle gallerie, avvicinandosi così a considerare accettabili anche cave di soli detriti.
- Tutela di fiumi e sorgenti: l’art. 1 del Regolamento dichiara, tra le finalità, la tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee, grazie all’adozione delle migliori pratiche atte ad evitare il loro deterioramento. Purtroppo, però, non prevede alcuna norma volta a tal fine: le “migliori pratiche” previste restano quindi quelle attuali, palesemente inadeguate a tutelare sorgenti e fiumi, come constatabile a occhio nudo dopo ogni pioggia. Anche questa scelta, dunque, conferma la volontà dell’amministrazione di anteporre gli interessi degli industriali a quelli della comunità.
- Insensibilità al rischio alluvionale generato dalle cave: tra le finalità dichiarate dall’art. 1, ma prive di concreti riscontri nell’articolato, vi è la salvaguardia della salute e della sicurezza delle popolazioni.
Anche in questo caso, i PABE mostrano piena consapevolezza del rischio alluvionale indotto dalle cave ma, nel chiaro intento di non arrecare disturbo agli industriali, adottano misure minimali e respingono quelle sostanziali. In particolare, non sono state accolte le nostre proposte di convertire i ravaneti attuali in ravaneti spugna e di ordinare la rimozione dei detriti dalle cave a fossa (utilizzate come discariche) per sfruttarle come invasi di laminazione delle piene.
Nonostante le alluvioni che hanno colpito Carrara, l’amministrazione mostra dunque una spiccata insensibilità al problema, accontentandosi di delegarlo interamente alla regione.
Di fatto, pertanto, siano esse intenzionali o meno, le scelte compiute nel Regolamento e nei PABE vanno in direzione radicalmente opposta agli interessi della comunità carrarese".
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Mancanza di chiarezza e di trasparenza, ma soprattutto, di onestà nella giustificazione data dal vicesindaco Martinelli e dal sindaco De Pasquale sulla retromarcia fatta in merito alla Transazione con la Paradiso s.p.a.: è il giudizio di Fabrizio Volpi, coordinatore comunale di Italia Viva che non ha potuto non evidenziare come Martinelli ne sia uscito “ a pezzi” e come anche l’introduzione fatta dal sindaco sia risultata sconveniente e non etica.
“Il fatto che l ’epidemia e il lockdown avrebbero condizionato la capacità delle casse del comune di “rispondere” ai contraccolpi economici di questa vicenda – ha detto Volpi – è semplicemente una scusa. Italia Viva ricorda che invece se la sono andata a cercare perché non erano obbligati ad indebitate il comune per dieci anni, come avevano annunciato di voler fare, tanto è vero che Martinelli, nel bilancio preventivo 2020, aveva inserito un capitolo ad hoc sulla “transazione Paradiso” con impegni certi di euro tre milioni e 600 mila euro nel 2020 e 900 mila euro per il 2021 e 2022. Convinto di essere il più bravo di tutti e nutrendo un' ingiustificata stima di se stesso alla fine è stato costretto a capitolare , ma assolutamente non per la pandemia da coronavirus.”.
La “figuraccia” di Martinelli, secondo Italia Viva, sarebbe stata causata dal cosiddetto “fuoco amico”: sarebbero stati due assessori della giunta De Pasquale a non dare il via libera “all'affaire più costoso della politica nostrana" e il diverbio interno avrebbe portato anche all’allontanamento del professor Giulio Ponzanelli che aveva appoggiato la decisione di Martinelli.
“Appena letto il parere del “super partes gratuito" Antonio Scudieri contrario alla transazione - ha continuato Volpi - hanno trovato il capro espiatorio e fatto fuori il famoso giurista incolpandolo di aver consigliato la strada sbagliata.”
Volpi ha rincarto la dose e ricordato che si poteva tranquillamente evitare di andare a cercare il professore luminare della Corte dei Conti per lo spauracchio di una eventuale condanna per danno erariale mentre sarebbe bastato ascoltare con umiltà l ‘opposizione che più volte aveva chiesto di recedere dalla scellerata decisione di pagare l’imprenditore Andrea Franzoni, senza che il Tribunale di Massa avesse mai emesso una sentenza sull'importo del risarcimento.
“Italia Viva censura con sdegno il vittimismo dei 5 Stelle che sostengono di aver dovuto rimediare ai tanti e ingenti danni fatti da chi aveva governato la città - ha concluso Volpi - La classe politica che ha governato per anni la città conosceva e praticava bene le scelte, perché non erano certo dei quaquaraqua senza arte né parte. La verità è che non avevano mai abboccato alle numerose proposte pervenute da parte dell’imprenditore Andrea Franzoni perché nessun pronunciamento definitivo del Tribunale di Massa aveva mai quantificato la cifra del risarcimento. Una chiosa finale sul metodo “Cassandra” utilizzato dai 5 Stelle per aver deciso l'accordo con la Paradiso S.P.A. perché “percepivano la piega che l'iter processuale si stava chiaramente delineando a sfavore del municipio”. Dobbiamo avere tanta pazienza ancora per poco.”.
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La biennale di scultura, fiore all’occhiello per anni della storia artistica della città del marmo, ormai scomparsa dalle programmazioni del settore cultura del comune, potrebbe tornare a vivere e a far brillare la città. Lo hanno detto due ex assessori alla cultura che sono stati curatori e organizzatori di alcune tra le più memorabili biennali della storia recente di Carrara, Giovanna Bernardini e Andrea Zanetti nel primo dei tre incontri che Nicola Ricci, esperto d’arte contemporanea e responsabile dello spazio Votre di Piazza Alberica, ha predisposto all’interno della mostra fotografica dedicata alla biennale 2010 intitolata Post Monument. Il tema dei tre incontri è appunto quello di valutare le possibilità di riportare in vita e in auge quello che era il più importante evento artistico legato al mondo del marmo. A moderare gli incontri, Federico Giannini, critico d’arte e firma eccellente di Finestre sull’arte, rivista online di arte antica e contemporanea tra le più seguite in Italia. Zanetti e la Bernardini, che fu la promotrice della biennale Post Monument, hanno ripercorso fasti e difficoltà incontrate nelle loro esperienze di assessori alla cultura in relazione all’organizzazione di un evento della portata della biennale ed hanno anche indicato un possibile percorso per farlo ripartire. “ Le difficoltà economiche sono notevoli perché una biennale ha costi molto importanti – ha detto Giovanna Bernardini – che permangono anche nelle soluzioni più contenute che ho provato ad adottare come con la mostra “ Di là da” che era, in realtà, una piccola biennale nella quale avevo cercato di realizzare un sodalizio tra materiali come il cristallo di Colle Val d’Elsa o il cotto dell’Impruneta e il marmo nell’ottica di una ulteriore valorizzazione del marmo stesso. Ma anche in questo caso, nonostante il buon riscontro di pubblico, è necessario un periodo più lungo di rodaggio per far decollare l’evento che non c’è stato.”.
Sulla stessa linea anche Andrea Zanetti che ha spiegato: “ Alla fine tutto è rimasto legato a come la città ha percepito l’evento e qui, forse, sta il problema della biennale a Carrara. L’esempio di Pietrasanta è significativo: si è reinventata come capitale della scultura facendo in modo che tutto il tessuto commerciale della città sentisse come suo l’evento e quindi si adeguasse e ne diventasse promotore. Questo a Carrara non accade. Spesso la biennale è stata letta come un’operazione politica e vissuta, quindi di rimbalzo. E’ un po’ la stessa cosa che succede con le gallerie d’arte che funzionano nelle altre città e invece a Carrara stentano a decollare come se non si riuscisse a filtrare il bisogno d’arte. Eppure un evento di arte contemporanea è un piccolo motore di sviluppo per la città anche se bisogna comprendere la necessità di uno sviluppo a grandi livelli nel medio e lungo termine e non nell’immediato. Servono continuità e sacrifici. Le iniziative spot senza criterio non portano a nulla specialmente in un territorio come quello locale nel quale è ancora presente il ricordo dei fasti vissuti in passato.
“E’ necessario anche un efficace lavoro di educazione del pubblico inteso nella sua interezza: giovani, adulti e anziani. – ha aggiunto la Bernardini – Non a caso avevo attivato i corsi di arte contemporanea all’Università del tempo libero che avevano dato un grande riscontro di apprezzamento da parte degli utenti che si dicevano finalmente capaci di apprezzare certe opere fino ad allora rimaste incomprese.”
Zanetti e Bernardini hanno ricordato come la città sia ricca di spazi espositivi eccellenti – Accademia, Palazzo Binelli, Palazzo Cucchiari solo per citarne alcuni – caratteristica assolutamente unica rispetto alla maggior parte delle piccole città italiane che dovrebbe essere sfruttata al massimo ed hanno anche sottolineato l’importanza della collaborazione tra enti istituzionali e mondo imprenditoriale del marmo.
“ Bisogna credere - ha aggiunto Zanetti - che l’arte possa essere un elemento socio economico potente e chiarirsi le idee se ci si crede o no. La crisi sanitaria che è in corso e le difficoltà economiche che ne sono derivate potrebbero servire a comprendere la necessità di una struttura unica che raggruppi tutti i soggetti pubblici coinvolti in ambito culturale che agiscano in una sinergia gestionale in contatto anche con gli imprenditori, per sfruttare tutte le grandi potenzialità della città.”
“Chi ha inventato la biennale cinquant’anni fa, era un mio parente – ha concluso la Bernardini – e mi ha sempre detto che per organizzarla bisognava sudare sangue. E’ un impegno grande e difficile ma assolutamente importante e caratterizzante per la città.”.
Il prossimo incontro con i protagonisti delle ultime tre biennali di marmo avrà come ospiti in video conferenza i due illustri curatori delle ultime due edizioni dell’evento: Paolo Cavallucci e Francesco Poli e si terrà il 30 giugno alle 11 presso lo spazio Votre.
Vinicia Tesconi
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Lo aveva già richiesto, in accordo con la linea scelta da Forza Italia, suo partito, ma adesso l’appello di Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale di Massa e vicepresidente provinciale di Forza Italia, punta ad ottenere un vero e proprio divieto sancito dalle istituzioni: per tutto il 2020 non dovranno esserci sagre né, tantomeno feste di partito. Le ragioni sono sempre le stesse: ottemperare alle normative di sicurezza sanitaria anti-covid e non creare concorrenza con le attività di ristorazione che stanno appena riprendendo la loro attività dopo tre mesi di chiusura per il lockdown. “A nostro avviso - ha detto Benedetti - è necessario fare chiarezza anche sulle feste di associazioni private che non promuovono prodotti locali e sulle feste di partito, le quali, notoriamente organizzano eventi per autofinanziarsi e per fare propaganda politica. Ma non solo. La caratteristica più negativa di queste feste , è la concorrenza fatta ai ristoranti, pizzerie ed a tutte le attività legate alla somministrazione di cibi e bevande, i quali, attendono con ansia l’estate e quest’anno per ovvi motivi ancor di più, per fare cassa, garantendo l’occupazione stagionale, strategica e basilare per una città che ha,purtroppo,un tasso di disoccupazione tra i più alti della Toscana, a causa di una fallimentare politica svolta sul territorio negli ultimi vent’anni.”. Benedetti che ha indicato l’esempio in questa direzione costituito dal comune di Pontremoli che ha vietato sagre e feste di partito, ha voluto poi elogiare il lavoro svolto dall’assessore Paolo Balloni nel progetto di promozione dei prodotti locali per il riconoscimento DECO e del registro delle tipicità agro-alimentari e gastronomiche del territorio e soprattutto per la garanzia che ha fornito pubblicamente di inserirli dal prossimo anno in tutti gli eventi estivi. Un ringraziamento, da parte di Benedetti, anche anche gli organizzatori delle sagre storiche di Massa, che hanno deciso, dimostrando un forte senso di responsabilità, di rinunciare per quest’anno agli eventi proprio per eliminare qualsiasi rischio legato al covid.
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